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Il Giappone: viaggio nelle tradizioni e nella modernità/ 1

Parliamo del «Sol Levante», il paese che per primo riceve i raggi del sole sulla terra – Di Nadia Clementi

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Se non bastasse la grande distanza geografica a separare il Giappone dall’Europa, oltre 10.000 chilometri dividono Roma da Tokyo, anche le parole descrivono quanto l’Impero Nipponico rappresenti il diverso e il lontano per l’Occidente: «Estremo Oriente».
È come se le isole giapponesi rappresentassero l’ultimo avamposto prima della fine del mondo, e il «Sol Levante» che per primo riceve i raggi del sole sulla terra, indicasse l’inizio e la fine della rotazione terrestre.
Pensare al Giappone evoca l’immagine di un Paese tra i più diversi che l’uomo occidentale può trovarsi a visitare; un luogo pieno di contrasti, dove convivono la modernità più stravagante e un passato devoto alla semplicità.
Da una parte templi di legno, tradizioni incentrate sulla meditazione e lo zen, dall’altra città moderne che sembrano emerse da un mondo fantascientifico con trasporti ultraveloci e tecnologia al servizio dell’uomo. Tutto ciò è il risultato di un lungo e sofferto viaggio che ha portato il Giappone a essere l’unico Paese asiatico ad avercela fatta: uscito prostrato dal secondo conflitto mondiale, unico paese segnato dalla devastazione fisica e psicologica di ben due bombe atomiche.
L’ultimo Impero della Terra ha vissuto una crescita esponenziale che l’ha portato negli anni ’80 a essere uno tra i paesi più ricchi del pianeta. Primo per esportazioni di nanotecnologie, vera e propria capitale della modernità, un’isola (è proprio il caso di dirlo) felice a Levante di una gigantesca Asia ancora piagata da dittature politiche, povertà e sovraffollamento.
Ma con gli anni ’90 la situazione nel paese del Sol Levante è indubbiamente cambiata ha seguito di un forte rallentamento della crescita economica.
 

Itinerario di viaggio.
 
L’area metropolitana di Tokyo, con i suoi 15 milioni di abitanti è tra le città più popolose del mondo, ma la popolazione della capitale rappresenta solo un decimo degli abitanti del Giappone; la maggior parte infatti, non vive in città ma al di fuori delle aree urbane.
L'arcipelago giapponese è costellato da bellezze naturali estremamente diverse tra loro, dalla barriera corallina di Okinawa alle vette innevate delle Alpi Giapponesi, fino ai tantissimi onsen, (terme naturali) che rappresentano una meta turistica molto ambita.
L’ambiente, come il clima, è estremamente sfaccettato così le isole più a nord sono caratterizzate da estati brevi e inverni lunghi mentre il sud gode di un clima subtropicale.
Per comprendere un Paese complesso e antico come il Giappone non basterebbero interi corsi di laurea, ma il nostro breve viaggio intrapreso in questo luogo ci permette di fare delle considerazioni, quantomeno sulle motivazioni che stanno dietro al fascino, alla curiosità e, perché no, all’incomprensione che spesso affligge il visitatore occidentale nella terra di Hokusai (celebre artista giapponese che dipinse la società e le bellezze paesaggistiche del suo tempo).
 
Se dal punto di vista economico il Giappone si identifica nel sistema capitalista, la mentalità dei giapponesi è ben lontana dalle idee di individualismo, liberalismo e cristianesimo che hanno, di fatto, plasmato l’occidente.
Il Giappone infatti ha una storia politica, filosofica e sociale completamente diversa dalla nostra, ma anche dal resto dell’Asia per molti aspetti, e questo ha creato, o quasi forgiato, un popolo dedito al lavoro, al sacrificio del singolo a favore della comunità.
Un popolo per cui il dovere non è un concetto vuoto e dove le dimostrazioni simboliche e di principio compiute da un singolo individuo sono necessarie per lavare «l’onta del disonore».
Da questa complessa personalità, unita ad una tradizione non religiosa ma bensì zen, nascono usanze e convinzioni che spesso ci sorprendono, soprattutto perché sembrano insegnarci qualcosa di nuovo: il capitalismo non è un’espressione esclusiva dell’Occidente ed è possibile mantenere inalterata l’anima di un popolo pur convertendolo alla produttività.
Nonostante questo, o forse proprio per questo, il mondo giapponese rimane tra i più distanti dal nostro: le loro abitudini rimangono difficili da imparare o persino da comprendere, ma qualche volta varrebbe la pena fare uno sforzo e cercare di condividerle.
 

Tokyo: sopra, il centro; sotto, il Treno proiettile e una promoter in costume.    

 
Punto di partenza del nostro viaggio in Giappone è immancabilmente Tokyo.
La metropoli giapponese per definizione è uno dei luoghi più raccontati di questo paese grazie a libri, film e fumetti (che qui sono una cosa seria).
Quindici milioni di persone occupano molto spazio e a Tokyo… si vede. Le strade sono affollate da un’etnia multiforme e contraddittoria, in vero stile giapponese dunque: dal manager in giacca e cravatta alla signora in kimono, orde di studenti in uniforme e teenager che sfoggiano look da manga.
A Tokyo ci sono ben 13 linee di metrò e un sistema di collegamenti tra i più avanzati al mondo con 285 stazioni: perdersi non è difficile, oltretutto la maggior parte delle indicazioni sono solo in ideogrammi e dotati di biglietterie automatiche, ma con una cartina alla mano e un po’ di pratica ci si riesce a districare.
 
La metropoli è immensa, si possono trovare quartieri alla moda, e case di legno incastonate tra palazzi di cemento armato, dai «Love Hotel» dall’architettura modernissima, dalle sale giochi illuminate a giorno (qui si gioca soprattutto il pachinko = slot machine) fino ai vivaci quartieri commerciali di Shibuya, Yurakucho e Ginza.
La metropoli non offre mete turistiche tradizionali: se a Roma si visita immancabilmente il Colosseo e a Venezia il Ponte dei Sospiri, qui le tappe obbligatorie sono gli Izakaya (locali tipici) e i Karaoke, dove la gente di tutte le età passa nottate a divertirsi.
Nei quartieri di Shibuya e Harajuku,dove la moda di strada anticipa quella che i teenager di tutto il mondo indosseranno tra qualche anno: vere e proprie gang di giovani si dividono in base al vestiario, ai gusti musicali e ai fumetti che leggono, creando delle subculture urbane.
 
C’è poi il parco di Ueno con i suoi musei, il tempio di Sensoji, la baia di Tokyo e il caratteristico quartiere di Shinjuku che lascia trasparire le mille sfaccettature di cui è composta questa città.
È qui infatti che si concentra la maggior parte della vita notturna dei giapponesi con locali di ogni genere e con l’imperversante pachinko accompagnato dalla sua musica infernale.
La prostituzione poi gioca un ruolo non indifferente nella zona, piena di «Love hotel», sostanzialmente alberghi a ore, che però, in vero stile giapponese, lasciano scegliere agli avventori una stanza a tema, dalla spiaggia tropicale al sadomaso.
Lo spettacolo notturno ricorda l’asfissiante città del futuro di Blade Runner, con una vera e propria coreografia composta dai grattacieli illuminati a giorno, incantevoli giochi di luci e video proiezioni degna dei migliori film di fantascienza.
 

Shizuoka - Santuario Shintoista Toshogu.

 
Centocinquanta chilometri a nord di Tokyo si trova il santuario scintoista di Nikko, dedicato a Tokugawa Ieyasu (miliare Giapponese) e costruito nel 1617 da figlio Hidedata.
Questo complesso di edifici sacri, shintoisti e buddisti (le due filosofie dominanti in Giappone), ospita appunto la tomba del militare giapponese.
Gli edifici sono di legno scolpito e dipinto in vari colori; tra le sculture la più nota è quella delle tre scimmie che si coprono le orecchie, la bocca e gli occhi, in rappresentanza della dottrina buddhista di «non ascoltare, non parlare e non guardare il diavolo».
Il tempio si raggiunge tramite una suggestiva funivia immersa nella lussureggiante vegetazione.
Nella zona di Shizuoka, si può godere del panorama offerto dal maestoso Monte Fuji che, con i suoi 3.776 metri sul livello del mare, è la montagna più alta del Giappone, nonché vera e propria icona nazionale.
 
 Kyoto 

 
Il nostro viaggio prosegue alla volta di Kyoto, che si trova a tre ore da Tokyo e che fu la capitale del Sol Levante dall’ottavo al diciannovesimo secolo: è una città molto interessante dal punto di vista storico in quanto, scampata fortunatamente alla follia della seconda guerra mondiale, è rimasta una delle maggiori custodi delle testimonianze del Giappone antico.
Non stupisce che Kyoto sia tra le mete turistiche più ambite del Giappone: vi sono più di 1.800 templi (come il Kiyomizu-dera o il Sanjusangen-do, quest’ultimo ospita oltre 1.000 statue della divinità buddista Kannon), santuari, monumenti, quartieri antichi, giardini e stupendi siti naturali.
Nel centro di Kyoto, si può inoltre osservare la pagoda di To-ji, ma una visita obbligatoria è quella a Kamakura dove si trova, sin dal 1252, imperturbabile di fronte alle guerre e alle catastrofi naturali, l’enorme Daibutsu, un’enorme statua del Grande Buddha.
Incantevole anche il tempio Kinkaku-ji del padiglione d'oro, immerso nell'acqua e circondato da un giardino di bonsai fantastico.
 

 
Ma l'attrattiva più singolare è quella offerta dal meraviglioso tempio di Fushimi Inari, con il suo corridoio di Torii rossi (foto qui sopra), che non sono animali, ma bensì tipici portali d’accesso ad un’area sacra.
Con i suoi ben quattro chilometri di lunghezza, il santuario regala una fantastica passeggiata circondati da uno sfondo unico al mondo, scena riprodotta nel film «Memorie di una Geisha».
Altro luogo interessante è il tempio Kiyomizudera, tra i più famosi del Giappone e riconosciuto patrimonio culturale dall’Unesco, detto «dell’acqua pura» per la cascata che si trova all’interno del complesso immerso nel verde della foresta.
La visita merita una sosta scaramantica alla sorgente dedicata allo spirito della longevità.
 
 Kanazawa 

 
A Kanazawa, accanto ai famosi giardini Kenroku-en, si trova l’imponente castello che dona prestigio a questa cittadina in riva al mare.
Tra le mura del maniero si possono ripercorre la storia della dinastia Maeda che visse e regnò in questo luogo per oltre 200 anni.
Il castello sorge proprio nel cuore della città, su un’altura tra i fiumi Sai e Asano; la posizione strategica di questa fortezza garantiva in passato una maggiore protezione da eventuali attacchi.
A parte questa caratteristica il castello giapponese ha ben poco in comune con le nostre rocche medievali: la costruzione infatti si sviluppa in lunghezza ed è composta da diversi corpi circondati da un muro e un profondo fossato.
 
A Kanazawa si trova anche uno degli antichi quartieri delle geishe. In questi luoghi, bambine di tutto il Giappone venivano istruite e cresciute per diventare raffinate intrattenitrici, che nulla hanno a che vedere con le prostitute.
Le geishe infatti erano donne di cultura, che sapevano conversare, suonare uno strumento, danzare e intrattenere gli ospiti che di rado avevano rapporti con i propri clienti, e certamente non per denaro.
Molto interessante è anche la visita a Shima, una vecchia casa da tè, oggi trasformata in un museo.
Un’altra importante attrattiva è quella di Nomura-ke che esplora un universo tutto maschile del Giappone feudale: si tratta infatti di una residenza samurai restaurata e con un bellissimo giardino
A Kanazawa il passato è presente.
 
 Shirakawa 
  

Adagiati nel cuore delle montagne, Shirakawa-go e Gokayama sono tranquilli villaggi attraversati da un fiume e circondati da campi di riso.
Grazie alle case tradizionali, costruite in stile gassho-zukuri, questi villaggi sono stati dichiarati nel 1995 Patrimonio mondiale dell’umanità.
La caratteristica principale di queste case di legno è il tetto di paglia spiovente triangolare, simile nella forma a delle mani congiunte (gassho), necessario per far fronte al peso della neve, abbondante in questa regione.
Si tratta di case di ampie dimensioni, lunghe 18 metri e larghe 10, a quattro piani, in cui convivono diverse generazioni.
L’ultimo piano è tradizionalmente destinato all’allevamento dei bachi da seta. Un luogo rilassante che ricorda tempi mai conosciuti.
Shirakawa è gemellata con la città di Alberobello (patria dei trulli, provincia di Bari).
 
  Takayama  
  
 
Takayama è situata al centro dell’isola centrale del Giappone, a nord della prefettura di Gifu, e si tratta di un antico borgo feudale noto per le sue antiche case di legno, allineate e uniformi in altezza, che conferiscono alle strade un aspetto di ordine e semplice bellezza tanto caro ai Giapponesi.
Il centro della città vecchia di Takayama è un luogo vivace: le tre principali vie di San-machi Suji sono strette e piene di negozi di oggetti tradizionali, di botteghe artigiane, osterie e birrerie, quest’ultime riconoscibili grazie ad una buffa sfera di aghi di cedro appesa all’esterno.
Ci sono anche molti ristoranti che offrono specialità locali e negozi di antiquariato specializzati in arti popolari antiche.
Molto suggestivo è anche il mercato dei contadini provenienti dai villaggi circostanti con i loro prodotti freschi, soprattutto ortaggi e fiori.
Qui abbiamo visitato la dimora storica dei governatori Takayama Jinya. Sede del governo locale dal tempo in cui Takayama era sotto l’amministrazione del clan Kanamori, è l’unico edificio di questo genere in Giappone: fu costruito nel 1615 e gestito dalle autorità feudali fino al XIX secolo, quando passò sotto il controllo del governo locale.
Gli edifici attuali invece risalgono al 1816.
Simile a un palazzo su piccola scala questo tipo di edificio è sostenuto da muri spessi e presenta un imponente portone di ingresso.
In questa cittadina si respira l'atmosfera delle antiche tradizioni locali.
 

Il castello di Himeji.
 
Il castello di Himeji è uno dei più belli del Giappone, ha l’aspetto e l’eleganza di un airone bianco con le ali spiegate. È anche uno dei pochi castelli sfuggiti agli incendi, ai terremoti e alle devastazioni della guerra.
Costruito per la prima volta nel XIV secolo e ricostruito poi nel XVII secolo, è stato classificato come Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Il complesso, composto da un maschio principale a cinque piani e da tre torri minori, ha un aspetto magnifico ed è apprezzato sia dal punto di vista estetico che da quello architettonico. In questa cornice stupenda sono stati girati diversi film, tra cui «Shogun» e «Kagemusha», ragion per cui il castello di Himeji potrebbe avere un’aria familiare.
Il castello è circondato dai giardini Kokoen, un tempo dimora dei vassalli samurai, che offrono al visitatore un’incredibile varietà di piante e bonsai.
Si visita a piedi scalzi come tutti i luoghi pubblici e privati del Giappone, una ripida scala conduce ad una stanza di culto, che offre anche una spettacolare vista panoramica. 
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it 

(Continua)

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