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Storie di donne, letteratura di genere/ 166 – Di Luciana Grillo

Anna Franchi, «Caterina de’ Medici» – Un grande affresco del Rinascimento, fatto di lotte per il potere, ma anche di amore per l’arte e di tolleranza civile

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Titolo: Caterina de' Medici
Autrice: Anna Franchi
 
Editore: Castelvecchi 2016
Collana: Ritratti
 
Pagine: 285, brossura
Prezzo di copertina: € 19,50
 
Anna Franchi, scrittrice, giornalista e traduttrice, amica e conoscitrice dei macchiaioli, vissuta tra la fine del 1800 e la prima metà del ’900, ha pubblicato circa quaranta testi, alcuni dei quali dedicati ai bambini, altri ai problemi delle donne, alla condizione femminile, al divorzio (nel 1902!).
La biografia di Caterina de’ Medici è un grande affresco del Rinascimento, fatto di lotte per il potere, ma anche di amore per l’arte e di tolleranza civile.
 
Caterina, rimasta orfana in età infantile, affidata ai parenti, contesa come sposa da importanti pretendenti fra i quali Ercole d’Este, Giacomo Stuart, Francesco Sforza, fu «al centro di una politica di conquista» orchestrata da papa Clemente VII.
Si decise di darla in moglie a Enrico di Valois e da Roma – dove aveva conosciuto e apprezzato l’arte e la cultura che si respiravano in Vaticano – Caterina fu mandata a Firenze, affidata a Maria Salviati, «buona e onesta creatura… che ebbe per Caterina tutte le previdenze materne».
 
E poi, a 14 anni, divenne moglie di Enrico e riuscì a stupire tutti per la sua cultura che spaziava dalla conoscenza del greco classico a quella del francese, della matematica, della pittura, della musica.
Né mancava la passione per la caccia, grazie alla quale «era riuscita a farsi notare da Francesco 1°… lo seguiva a cavallo… la sua conversazione era piacevole e spoglia da pedanteria».
 
Incontrò qualche difficoltà a diventare madre, ma alla fine ebbe ben 10 figli e sopportò con dignità la presenza accanto a suo marito della Siniscalca Diana di Poitiers.
Per Caterina arrivò poi il tempo della vedovanza: «Da quel giorno ella portò sempre il lutto del marito tanto amato, e non lo tolse che per poche ore quando sposarono i figli Carlo IX ed Enrico III».
 
La Franchi descrive, con il supporto di documenti, i problemi e le difficoltà che Caterina si trovò davanti, da quelli religiosi che spaccavano il Paese a quelli politici che facevano rischiare guerre civili.
Su tutto, prevaleva in Caterina l’amore per i figli e il desiderio di proteggerli, custodendo per loro il potere ereditato dal padre.
Quindi la sua fu un’intelligente politica di tolleranza, «Caterina contava soprattutto sulla propria abilità, e si lusingava di strappare ai cattolici qualche sacrificio per contentare i protestanti».
 
Nei periodi brevi di pace, coltivava il desiderio di una vita a corte in cui trionfassero «feste, cavalcate, danze, bellezza» con lo scopo di attrarre «i diplomatici che voleva conquistare… non solo con la parola regale, ma con una forza d’animo e di volontà quasi miracolosa ella riusciva ad avere ragione…»
Per tutta la vita, tessé abilmente intrecci politico-matrimoniali, sostenne i figli, pianse la morte di alcuni di loro.
 
Saggio poderoso, documentato e ricco di suggestioni, questa biografia di Caterina de’ Medici ci presenta una donna straordinaria, grande ambasciatrice del Rinascimento italiano, fatto sia di arte che di politica.
Non a caso, Caterina conobbe e amò tanto Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli, quanto Torquato Tasso e Pietro Aretino.
 
Luciana Grillo
(Precedenti recensioni)

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