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Storie di donne, letteratura di genere/ 376 – Di Luciana Grillo

Paola Ladogana, «Ciao Donna» – Una storia emozionante che ci invita a comprendere le persone che ci circondano senza pretendere di forgiarle secondo i nostri gusti

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Titolo: Ciao donna
Autrice: Paola Ladogana
 
Illustratore: Massimo Calabro
Editore: Viola Editrice 2021
 
Pagine: 166, Brossura
Prezzo di copertina: € 14
 
Il romanzo indica una data precisa, il 1980, e una strada romana che mi è nota e cara, via Merulana, resa celebre da Carlo Emilio Gadda e dal suo «Pasticciaccio».
La protagonista – Alessandra – ricorda i suoi tredici anni, la malinconia che le provocavano le foglie secche a terra, che sembravano invitarla all’infelicità, la sua dipendenza dalla mamma, la cui «presenza mi bastava per sentirmi felice».
Era un’adolescente in piena età critica, si sentiva perennemente giudicata, anche dalle sue coetanee, e adorava la domenica perché sentiva «che la mia famiglia era la cosa più importante che avessi».
 
Eppure, crescendo, Alessandra si lascia affascinare da altre donne, che sembrano più incisive di sua madre, pronte forse a valorizzarla, come Michelle prima e Sofia dopo.
Alessandra si rende conto che il rapporto con sua madre si complica, c’è un non detto fra loro, la stanchezza della mamma, l’incapacità di parlare della figlia che pure le riconosce una affascinante sicurezza, un’intelligenza intuitiva, una straordinaria capacità di risolvere i problemi… «esattamente il contrario di me…più mi avvicinavo a mia madre più la paura della separazione tornava a invadermi».
Questa giovane donna così insicura e tormentata si sforza sempre e comunque di essere (o almeno di sembrare) come la vogliono gli altri, «tutto girava intorno al pensiero degli altri e a come fare per accontentarli».
 
Il lavoro, insieme a sua madre, non la rende più libera o sicura, tanto che, nonostante i risultati siano soddisfacenti, decide di mollare tutto e camminare sulle sue gambe.
Vive rapporti complicati, a Franco confessa di aver «paura di non essere in grado» di affrontare una nuova attività lavorativa; da Luca, depresso e ormai alcolista, si allontana…e non si perdonerà di averlo abbandonato, ma «le esperienze mi avevano insegnato che bisogna amare prima se stessi per amare e aiutare gli altri».
L’incontro e il matrimonio con Giulio finalmente le danno la serenità tanto a lungo cercata, anche se l’allontanamento dalla mamma rimane un tarlo nella mente di Alessandra, che sa quanto poco dialogo ci sia sempre stato fra i suoi genitori e che comprende il senso di solitudine che porterà la sua mamma verso la malattia.
 
Ma nel concludere il romanzo, Alessandra, a 53 anni, si dichiara finalmente adulta: «Ho abbandonato per sempre tutte le altre me e oggi sono io» e, per la prima volta, dopo la morte della mamma, riesce a dire a suo padre che gli vuole bene. «Lui iniziò a piangere come un bambino perché nessuno, mi confessò, glielo aveva mai detto prima».
Questa storia, carica di emozioni forti, ci ricorda la necessità di parlare, di rivelare i nostri sentimenti, di comprendere le persone che ci circondano e di amarle così come sono, senza pretendere di forgiarle secondo i nostri gusti.

Luciana Grillo
(Recensioni precedenti)

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