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Storie di donne, letteratura di genere/ 398 – Di Luciana Grillo

Grazia Pulvirenti, «Non dipingerai i miei occhi» – Storia intima di Jeanne Hébuterne e Amedeo Modigliani: «Tout les hommes meurent, mais suels certains vivent»

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Titolo: Non dipingerai i miei occhi
Autrice: Grazia Pulvirenti
 
Editore: Jouvence 2020
Proposto da Massimo Onofri al Premio Strega 2021
 
Pagine: 150, Brossura.
Prezzo di copertina: € 12
 
Questo affascinante libro di Grazia Pulvirenti rende omaggio, dandole la visibilità spesso negata alle donne, a Jeanne Hébuterne, modella e compagna di Modigliani, trascurata dai più, eppure artista anche lei, donna ribelle e anticonformista, che la sua stessa famiglia ha voluto far dimenticare nascondendone le opere, quasi vergognandosi di una figlia e di una sorella che aveva scelto di vivere con Modì, fino alla morte.
L’aspetto innovativo di questa sorta di biografia è dato dal fatto che la storia sia raccontata attraverso le tele di Modigliani, di Jeanne, di altri pittori, alcune anche inventate.
 
Siamo a Parigi nel 1916, durante la prima guerra mondiale, anche «l’arte langue. Non c’è più cibo, figurarsi soldi per comprare bellezza. Poi arriva per gli artisti una grande notizia. La guerra, per finire presto e non costare troppe vittime, ha bisogno dell’arte».
Dunque, si invitano decoratori e pittori, in primo luogo i cubisti, a dipingere in modo da ingannare gli avieri nemici «che dall’alto non riconoscono un cannone dipinto da uno vero», mentre il fronte, a soli 100 km da Parigi, incute paura, insieme alla minaccia di una spaventosa epidemia che miete più vittime delle armi.
 
Jeanne incontra gli artisti, diventa modella di alcuni, partecipa alle feste in onore dei più grandi, come Braque, sogna di entrare in accademia per insegnare a creare abiti e gioielli e dopo aver visto un Modigliani aggressivo e violento, lo ritrova infine all’Accademia.
La sera precedente, dopo averle baciato una mano e guardata intensamente, aveva riconosciuto in lei «Tutta la purezza di una Madonna rinascimentale, una grazia inquieta, certo che fa per me».
 
E qui entrano in campo i disegni che Modì le ha dedicato, «A Jeannette, Jeanne danza, Ferite nel volto, Nudo di Jeanne, Un occhio solo… Non era per me quella magia che componevi…, era per te. Per cancellare ai tuoi occhi un mondo e abitare un sogno. Avevi una spettatrice e allestivi il tuo palcoscenico… Hai ritratto la mia ribellione e l’hai incorniciata con trecce da ragazza».
 
Jeanne capisce che, dipingendo, Modì vuole andare oltre l’apparenza, «oltre l’inganno della visione… io nella pittura cerco qualcos’altro. Cerco la relazione, il rapporto, a volte il contatto con uno sguardo…»; in certi momenti teme il suo Modì, l’impeto da cui si lascia vincere, la violenza che lo attraversa, «Volevo tornare indietro… al mio balconcino con le begonie rosa… e riascoltare il suono dell’orologio a cucù di quando ero bambina. Volevo sfuggire ai tuoi tentacoli», desiderava tornare alla noiosa normalità, ma non riesce ad allontanarsi, sa di essere per lui il «primo vero amore. Io pazza d’amore…sorella e madre amante e moglie…in pochi attimi sono stata tutte le donne che desideravi…».
 
Jeanne sa che la madre intuisce il suo modo di vivere, la accusa di averle rovinato la vita, ma era proprio da lei che Jeanne voleva allontanarsi, dalla sua casa sempre in ombra, dai suoi kimoni colorati che dovevano consolare le frustrazioni.
E se ne va, mentre suo padre e suo fratello urlano contro lei e lui, dopo aver minacciato di chiamare la Gendarmerie. «Per i miei è un rinnegato, sono antisemiti, come molti a Parigi».
 
Intanto, si sparge la voce che Modigliani stia morendo; suggeriscono a Jeanne di nascondere i quadri, perché “dopo” acquisteranno un valore maggiore.
Jeanne riesce solo a dipingere un suo autoritratto, «con uno sguardo di sfida… Non sono più il tuo Angelo dal viso grave. Sono l’Angelo della morte» e a disegnare lui, «accasciato sul letto, un fantoccio».
Poi, la morte d Modì e il suicidio di Jeanne, a chiudere una storia di amore e passione, di sofferenza, di eccessi e di solitudine.
«Tout les hommes meurent, mais suels certains vivent.»

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
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