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Storie di donne, letteratura di genere/ 470 – Di Luciana Grillo

Joyce Carol Oates, «Notte al neon» – Di racconto in racconto prendono corpo figure connotate da un’inquietudine che si manifesta al «crepuscolo, l’ora dello strazio

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Titolo: Notte al neon
Autrice: Joyce Carol Oates
 
Traduttrice: Claudia Durastanti
Editore: Carbonio Editore, 2022
 
Pagine: 350, Brossura
Prezzo di copertina: € 18
 
Ho cominciato a leggere gli scritti di Joyce Carol Oates molti anni fa, mi hanno sempre affascinato il suo modo di scrivere, le espressioni lucide e razionali, una strana inquietudine che serpeggia fra le pagine, un senso di impotenza che coinvolge chi legge…
Non si smentisce, questa brillante intellettuale statunitense, neanche nei racconti raccolti nell’antologia «Notte al neon»: uomini e cose sembrano vagare in luoghi desolati, in una provincia americana violenta e ribelle in cui ciascun individuo sembra bloccato, immobilizzato in una realtà che non comprende e di cui non riesce a liberarsi.
 
L’abilità dell’autrice è nel bloccare anche la lettrice o il lettore, che non possono lasciare chi hanno incontrato all’inizio, mentre si ritrova in quel luogo, in quella situazione per capire che non può fuggire.
Tutto ciò, a partire dal primo racconto, «Deviazione», da Abigail, una donna costretta a cambiare strada con la sua auto, obbligata a seguire l’indicazione, perduta nel fango, in un luogo mai visto, impaurita… «per gran parte della sua vita era rimasta in attesa – di che cosa, non l’aveva mai capito».
 
In «Curiosità», stessa atmosfera: «Una sensazione di ansia, di agitazione mi assale… Una tensione crescente, una forma di eccitazione, come se qualcosa stesse per andare a fuoco»; in «Voglia» la protagonista «è una donna matura, allenata all’autocontrollo; non tradirà la sorpresa, il pericolo, l’intrigo percepiti in quell’intrusione…»; in «Intimità» affiora fin dalle prime parole una paura profonda, «Non c’è ragione di pensare che lui ti voglia fare del male. Che tu sia in pericolo… Eppure stai all’erta. Sei vigile… Ti vanti di essere una persona illuminata. Calma, composta, incline al compromesso e alla mediazione. Niente affatto allarmista. È l’intimità della situazione che è snervante…».
 
L’incontro tra una professoressa e un giovane scrittore diventa teso, «È furioso con te, si sente tradito da te…? Vuole qualcosa da te…? Oppure non vuole assolutamente niente…?»
Così, di racconto in racconto, prendono corpo figure e situazioni diverse, connotate sempre da un’inquietudine pervasiva che si manifesta al «crepuscolo, l’ora dello strazio. La luce si affievolisce piano sulla superficie del fiume come neve che si scioglie. L’ora in cui il neon si accende… il neon blu è quello più suggestivo… è penetrato nelle vene come uno stimolante potente», quando Juliana era una ragazzina, viveva un’altra vita, «la vita di allora… ha chiuso con quella vita».
E anche noi chiudiamo il libro e già pensiamo al prossimo.

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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