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Storie di donne, letteratura di genere/ 486 – Di Luciana Grillo

Chiara Ferraris, «Lady Montagu» – Tra le nebbie dei bagni turchi di Costantinopoli, si aggira una giovane donna aristocratica, moglie dell'ambasciatore inglese…

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Titolo: Lady Montagu
Autrice: Chiara Ferraris
 
Editore: Morellini, 2023
Genere: Narrativa italiana contemporanea
 
Pagine: 248, Brossura
Prezzo di copertina: € 20
 
I vaccini in tempi di pandemia sono un argomento all’ordine del giorno.
Per capire che spesso nascono per caso, in seguito a incontri casuali o viaggi fra popolazioni con tradizioni diverse dalle nostre, possiamo avvicinarci ad una Lady inglese, Mary Montagu, che segue il marito diplomatico in Turchia, un mondo assai lontano dal suo: «c’è l’Impero ottomano e tutte le popolazioni che lo formano. I bagni turchi e gli harem. Il mondo delle donne turche, ben separato da quello dei loro uomini. Un mondo di segreti tramandati con la voce e con i gesti, soffocato dalle nebbie e dai pregiudizi… L’Impero ottomano mi stordiva, mi sfiniva, un’immensa Torre di Babele dove c’era posto per tutti, dove ognuno parlava il suo idioma, fosse il greco, il turco, il tedesco, l’arabo, il valacco o il persiano, dove si poteva professare la propria religione, dove le donne sembravano chiuse a chiave dento ai propri abiti, ma questo rendeva loro il potere dell’invisibilità, dove si poteva essere ricchi fino all’inverosimile… Un impero dove si poteva sconfiggere il vaiolo».
 
Mary Montagu conosce la malattia che le ha deturpato il viso, si trucca con la biacca per nascondere i segni, spera di scoprire qualche segreto di bellezza dalle signore che frequenta, lei che è «solo la moglie dell’ambasciatore, l’accompagnatrice mite e silenziosa che doveva stare al fianco del marito» che ha compiti importanti da svolgere, come ad esempio «intercedere nella guerra tra l’Impero ottomano e la Serenissima».
Dunque, Mary incontra dame del suo rango, va ai bagni turchi, si sorprende della nudità esposta con assoluta naturalezza, bevendo il caffè e conversando tra loro.
Questo è il loro modo di essere libere, mentre le straniere, cristiane, possono «giocare con la propria libertà, creare un po’ di scandalo… potremmo essere d’esempio. Insegnare loro qualcosa su come vanno trattate le donne».
 
È bello vedere come nasca l’amicizia fra donne così diverse che si incontrano, si perdono, si ritrovano: «Cara signora, non avrei mai pensato di riuscire a rincontrarvi. Non credevo che avreste accettato il mio invito, dato che mi avevate fatto già l’onore a Adrianopoli. E invece, siete qui».
Le donne turche hanno capito come proteggere se stesse e i loro figli dal vaiolo, inoculando «direttamente nelle ferite il materiale vaioloso prelevato precedentemente dalle pustole di un malato… Non c’è nessuno che muoia di questo morbo, laddove il metodo dell’inoculazione viene utilizzato», lady Montagu scopre con stupore che del metodo si è già parlato in Inghilterra, dove però nessuno lo ha considerato credibile.
E dunque ne parla con Francesco Algarotti, con Lord Hervey, mentre si rende conto che il suo matrimonio sta andando a rotoli.
 
E pensando agli innesti, confessa che è proprio Algarotti «il favoloso innesto che si è infiltrato nelle mie vene, si è disperso in tutto il mio corpo, per contagiarlo con la febbre di una passione che sopravviverà latente in me per sempre».
Quanto all’inoculazione, per Mary diventa una missione convincere gli inglesi della bontà del metodo, «così, avremmo spogliato l’Impero ottomano di ogni pregiudizio, ogni diceria sulla brutalità e sull’ignoranza e sulla grettezza d’animo di questo popolo… Non sono persone povere di spirito, ma sono acute e intelligenti… Avrei aperto gli occhi al resto del mondo… e il vaiolo non avrebbe ucciso più nessuno».
 
La storia si avvia alla conclusione, Mary sa che «tutta l’Europa parla del favoloso innesto», vede partire Algarotti per l’Italia e con la speranza (o la scusa?) che il clima italiano potrebbe guarirla dai suoi malanni, decide di trasferirsi in Italia.
E solo venti anni dopo tornerà in patria, riconoscendo che le cicatrici del volto sono ben poca cosa di fronte alle cicatrici del cuore.

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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Riccarda 17/06/2023
Sai sempre far venire voglia di leggere i libri che recensisci !
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