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Matteo Boato espone le sue opere a Verona

Da venerdì 6 a domenica 8 giugno presso la Loggia di Fra’ Giocondo e poi fino al 21 giugno 2014 presso la Galleria Isolo 17

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Matteo Boato e la sua opera Cremona, olio e grafite su tela.
 
Il tema della mostra è la piazza, un motivo conduttore molto caro a Matteo Boato, e proprio una delle più belle piazze di Verona, situata in pieno centro storico, Piazza dei Signori (adiacente a Piazza delle Erbe - foto a pié di pagina), accoglierà presso la Loggia di Fra’ Giocondo (un edificio affacciato sulla piazza e situato a lato del Palazzo del Podestà) alcune opere dell’artista trentino, da venerdì 6 giugno a domenica 8 giugno.
L’allestimento non prevede pannelli, brutti a vedersi, ma strutture in legno a trepiede preparate per l’occasione.
Nel luogo concesso appositamente per l’occasione dal Comune di Verona verranno esposti una quarantina di olii su tela di grandi dimensioni, da 100x100 cm fino a 300x200 cm, e poi in forma ridotta nello spazio espositivo ISOLO 17, in via Seghe San Tommaso 17/h da lunedì 9 a sabato 21 giugno 2014.
 
È lo stesso artista che ci parla delle sue piazze e proprio per trasmettere fedelmente il suo pensiero è giusto citare esattamente le sue parole. Per lui la piazza «è un luogo dove chiunque passi lascia un frammento di vita, uno sguardo, un pensiero, un’idea».
«La piazza è il luogo dove la città si incontra perché ne è il cuore. Benché le persone non si conoscano e non ci sia alcuna relazione tra di loro, esiste questo punto di comune contatto, di scambio. Infatti chi passa, chi vi accede, credo in qualche modo assorba, colga un vissuto altrui e lasci a sua volta qualcosa.»
 
 
Roma e, a sinistra, Santiago, entrambi olio su tela.

«Ma c’è di più: se una persona si trova da solo in quel luogo, psicologicamente non lo è, sono gli altri a non esserci, a mancare».
«I lavori su questo tema, spesso bi o tri-cromatici, in bilico funambolico tra disegno e pittura, attraverso l’uso di grafite e colore ad olio materico e tridimensionale, indagano l'umano vivere e la necessità di comunicazione, attenzione, verso gli uomini e verso gli altri esseri viventi.
«La piazza simboleggia il mondo fisico, reale, la terra dove siamo ed esistiamo. Le persone sono l'umanità tutta».
 
«In questi lavori la presenza delle ombre suggerisce un incontro tra sogno e realtà, come se ci si trovasse in una “terra di mezzo” non ben collocabile; infatti il mio dipingere vuole sovrapporre tempi diversi, il passato e il presente insieme, il fluire inevitabile della vita e della morte, il succedersi di generazioni che una sull’altra e, nello spazio pittorico, una accanto all’altra, dialogano.»
«Alcune macchie o frammenti di colore suggeriscono alla mia mente dipinti di una decina di anni fa dove il quadro era carico e ridondante di colori materici, dove le campiture erano serrate.
«Il dipinto ora si ferma prima, direi ad uno stadio progettuale, e i pochi punti di colore danno solo il la a tutta questa fase successiva della realizzazione pittorica in potenza ma non più espressa, suggerendo a chi guarda i dipinti di arricchirli cromaticamente secondo il suo personale istinto.»
 
«Con più vigore questi stessi, pochi frammenti di colore (spesso rossi o blu) alludono a particolari e unici momenti di intuizione, raccontano un rapporto d'amore, una attenzione speciale, una ragione di vita o un momento di verità, un’idea universale e forse eterna che sopravvive a noi e al tempo».
 
Daniela Larentis
d.larentis@ladigetto.it
 

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