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Quando l'Adige seguiva il corso dell'Adigetto. – Di Marco Consoli

Interessante conferenza in casa della Sat sul tema: «Evoluzione e uso del territorio della Val d’Adige»

Si è svolta ieri presso la Casa della Sat in via Manci a Trento la conferenza: Evoluzione e uso del territorio della Val d’Adige.
L’ingegnere Claudio Geat Direttore del Consorzio Trentino di Bonifica ha illustrato la trasformazione del territorio della valle dell’Adige dal punto di vista idrico.
 
Prima dell’ottocento il corso del fiume Adige seguiva un percorso naturale caratterizzato da ampie anse, allagando e distruggendo campagne e raccolti ogni qualvolta vi erano situazioni meteorologiche avverse: in molti luoghi venivano segnalate situazioni malariche, i paesi e le stesse città non erano sicure dalla minacce del fiume in piena e dei suoi affluenti.
 
Dopo l’avvento di Napoleone e il successivo Congresso di Vienna, il fiume Adige ebbe, per la prima volta, un unico «proprietario» per cui si iniziano a progettare e realizzare una serie di interventi per regimare e sistemare gli affluenti, «accorciare» il percorso del fiume, quindi accelerarne il flusso e realizzare argini di contenimento.
I primi interventi vennero effettuati sugli affluenti Avisio e Fersina, ma la prima grande opera fu lo spostamento del percorso finale del torrente Noce (1849-1853), che in origine confluiva nel fiume Adige presso S. Michele, deviandolo invece nella bassa di Zambana.
 
Il fiume Adige venne pertanto rettificato in più punti e il più noto fu lo spostamento effettuato nella città di Trento che agli inizi del 1900 ancora occupava spazi poco più grandi dell’abitato originario.
Tutti i lavori di rettifica del fiume vennero ultimati prima di fine ’800 e nel 1896 nasce il Consorzio Atesino di Bonifica di Trento con il compito di bonificare e regolamentare tutte le aree del fondovalle.
Il primo intervento fu la bonifica delle campagne di Nave San Rocco. Oggi il Consorzio gestisce 27 impianti.
 
Il notevole sviluppo del Fondovalle impose scelte che garantissero la sicurezza di un numero maggiore di aree a rischio allagamento e in particolare uno studio aveva evidenziato che erano ad alto rischio tutte le aree a sud di Trento adiacenti all’Adigetto.
Anche il NOT (Nuovo ospedale Trento che vedrà la luce nel 2016) è stato progettato a un’altezza maggiore rispetto al piano di campagna, proprio per evitare possibilità di allagamenti.
L’argomento è attualissimo e richiede attente riflessioni, conoscenza e sensibilizzazione della popolazione.
 
Marco Consoli
m.consoli@ladigetto.it

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