Vecchi ricordi bianco nero diventano pitture colorate
Inaugurata allo «Spazio Archeologico del Sas» la Mostra «Deserti e montagne a Est e Ovest del mondo»

«Questo è l’anno dell’invecchiamento attivo, – ha esordito l’assessore provinciale Franco Panizza. – Assieme al collega Ugo Rossi, assessore alla salute e alle politiche sociali, abbiamo attivato varie iniziative per avvicinare gli anziani alla creatività, al fare artistico.»
«Questa bellissimo progetto – ha aggiunto l’Assessore – che unisce le sinergie didattiche-pedagogiche dell’Istituto delle arti di Trento e Rovereto e della Fondazione indiana Kala Raksha con l’azione di stimolo ai propri anziani dell’Azienda pubblica di servizi alla persona S. Spirito-Fondazione Montel di Pergine dimostra la vocazione dello spazio archeologico al Sas alle contaminazioni col contemporaneo.»
«I lavori degli studenti – ha concluso Panizza – andranno, dopo questa mostra, ad abbellire la raccolta della Fondazione Upipa (l’ unione provinciale istituzioni per l’assistenza). Insomma si è unita creatività, azione didattica dei ragazzi, legame tra cultura trentina e cultura indiana Rabari, ascolto tra generazioni diverse, giovani e anziani: un progetto ambizioso riuscito in modo eccellente.»
È stato così che ieri, nel suo intervento, l’Assessore provinciale alla cultura, ai rapporti europei e alla cooperazione Franco Panizza, ha ringraziato gli ideatori, i realizzatori e i collaboratori del progetto «Deserti e montagne a est ovest del Mondo», inaugurando presso lo spazio archeologico sotterraneo del Sas di Piazza Battisti a Trento (alla presenza del Direttore dell’Ufficio Archeologia Franco Nicolis) la mostra di oltre 40 dipinti, formelle di ceramica, arazzi e tessuti dedicati dagli studenti dell’Istituto d’arte «A. Vittoria» dell’Istituto delle arti di Trento e Rovereto alla cultura indiana Rabari.
Il progetto ha vinto l’edizione 2011 del premio «Insieme per la pace» dedicato a Gianluigi Bettiol, istituito dal Comune di Trento con la finalità di promuovere la cultura della pace e realizzare scambi culturali con paesi in via di sviluppo.
«Una cultura del deserto del Kutch nel Gujarat che affida agli arazzi la trasmissione della propria memoria.» – Ha ricordato la prof. Loretta Viscuso, ideatrice e curatrice dell’ambizioso progetto.
«Quando la prof. Viscuso mi è venuta ad illustrare circa un anno fa la sua idea, – ha ricordato il Dirigente dell’istituto promotore, Silvio Cattani – devo dire di aver faticato a comprendere tutto l’organigramma, i passaggi, le fasi progettuali di un qualcosa di estremamente complesso. Poi si è andato chiarendo e mi è apparso veramente meritevole di supporto.»
Merito di molti che ci hanno creduto, dai colleghi Primo Micarelli, Renata Mariotti, Luana Baldo, Alberto Larcher che con Viscuso (e la preziosa mediazione di Giovanna Meneghini) hanno coinvolto oltre sessanta studenti del terzo, quarto e quinto anno dell’Istituto. Hanno inoltre collaborato alla realizzazione della mostra i docenti Guido Agostini, Michela Eccli, Ilaria Piazza e Laura Todeschi (oltre a tutto il personale non docente impegnato nell’allestimento).
«Ringrazio gli anziani della casa di riposo S. Spirito di Pergine – ha ricordato Viscuso – perché ci hanno regalato i loro ricordi, i nostri studenti per averli raccolti e trasportati su tela, legno e argilla usando grammatica e sintassi del codice visivo Rabari.
Viscuso ha ricordato poi che la sua volontà è stata quella di creare dei «ponti tra due generazioni (anziani e ragazzi) e tra due culture all’apparenza distanti (trentina e Rabari)».
«In realtà – ha aggiunto – la prima grande scoperta mentre si sviluppava il progetto e prendeva forma è stato capire che i ricordi degli anziani di Pergine erano praticamente gli stessi del popolo Rabari: l’infanzia, il pascolo con le mucche, i momenti religiosi, il matrimonio, i figli. Dietro questa apparente lontananza si è venuta delineando un’unica umanità.»
«Posso solo dire – ha concluso la docente-artista – che i ricordi ci guardano ed hanno la forma data loro dal lavoro dei nostri studenti.»
Viscuso ha quindi presentato Ms. Judy Frater, presidente della Fondazione «Kala Raksha» (Preservation of traditional arts) di Ahmedabad (India), che gestisce un istituto di design, applicato al tessuto e al ricamo, dove i giovani e gli adulti della cultura seminomadica Rabari possono apprendere queste arti tradizionali e tramandarle.
Judy Frater ha ringraziato a sua volta gli studenti del Vittoria perché «hanno ascoltato con cura i ricordi di altre generazioni traducendoli in una scrittura di segni molto distante dalla loro: questa è la via migliore per seminare e far crescere la pace».
Insomma, studenti come «custodi del fuoco», come ha ricordato il Dirigente dell’Ufficio archeologia dott. Franco Nicolis nel suo intervento, citando il grande compositore austriaco Gustav Mahler.
«La tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco. – Ha detto il Dirigente dell’Istituto Silvio Cattani. – Per noi è importante che il nostro Istituto, oltre a conoscenze e competenze di tipo umanistico, scientifico, linguistico e artistico, dia ai ragazzi che lo frequentano il modo di aprirsi con progetti come questo ai territori locale e internazionale ricevendo una forte motivazione alla vita.»
Interventi di ringraziamento all’iniziativa anche da parte di Marco Casagrande e Giovanni Bertoldi (Presidente e Direttore della casa di riposo S. Spirito di Pergine) e Antonio Giacomelli (presidente Upipa).
Oltre ai lavori degli studenti del Vittoria, che hanno tradotto con motivi iconografici e colori tradizionali del Kutch (tutti studiati con l'aiuto di testi specifici e approfonditi con uno scambio di informazioni con Kala Raksha) i ricordi in bianco e nero degli anziani di Pergine, sono esposti una serie di pannelli illustrativi della vita e delle storie passate realizzati delle donne artigiane del Kutch con la tecnica dell'apliqué, cioè stoffe ritagliate, cucite (e ricamate) su un arazzo, che raccontano il loro mondo.
I dipinti e le formelle in ceramica realizzati dagli studenti trentini al termine dell’esposizione andranno a decorare la casa di riposo di Pergine.
Nell’ambito della mostra sono inoltre previsti sette eventi collaterali, conferenze, laboratori di arte e archeologia, proiezione di filmati, sette momenti di approfondimento dei temi trattati.
La mostra è visitabile fino al 15 aprile da martedì a domenica con orario 9-13/14-17.30.
Massimo Parolini
[email protected]
La Fondazione Kala Raksha
La Fondazione Kala Raksha (www.kala-raksha.org) è collegata al pensiero di Gandhi e alla conservazione della tradizione artistica di una popolazione semi-nomade della zona desertica del Kutch nello stato del Gujarat, in India. Parallelamente all’avvio di una serie di attività di supporto (istruzione primaria, salute, micro-credito, sviluppo delle energie alternative ecc.) Kala–Raksha ha fondato nel 1993 il suo college di design, in cui un centinaio di studenti (soprattutto ragazze), appartenenti ai diversi gruppi tribali Rabari, possono mantenere e sviluppare l’arte della tessitura e del ricamo utilizzando le tecniche antiche affiancate dai moderni supporti tecnologici.
I motivi decorativi tradizionali Rabari raccontano ancora oggi le storie del deserto, delle migrazioni attraverso i confini tra India e Pakistan, della bellezza di un popolo che miracolosamente sfugge alla globalizzazione.
La fondazione Kala–Raksha mira quindi a conservare, valorizzare e tramandare l’arte della narrazione su tessuto e su parete dando la possibilità ai ragazzi del college di acquisire maggiore consapevolezza nell’uso delle tecniche antiche, attualizzando il loro lavoro paziente grazie all’uso di strumenti moderni e alla ricerca di nuovi orizzonti di mercato.
Il recupero del patrimonio tradizionale si pone l’obiettivo di rafforzare le radici dell’identità di queste popolazioni che hanno così la possibilità di riaffermare la propri a peculiarità culturale.
Gli eventi collaterali
10 febbraio, ore 17.30
Costruire memoria
Judy Frater, presidente Fondazione Kaka Raksha, Ahmedabad – India
14 febbraio, ore 17.00
Il linguaggio ricorda
Serenella Baggio, docente di Storia della Lingua italiana all'Università di Trento
25 febbraio, ore 17.30
Storie di stoffa
Elisa Chiodarelli, esperta di cultura indiana
2 marzo, ore 17.30
Gandhi e la forza più potente
Massimiliano Pilati, rappresentante del Movimento Nonviolento
10 marzo, ore 15
Disegnare ricordi - laboratorio di gioco con l'arte (max 20 partecipanti)
Loretta Viscuso, esperta in Didattica dell'arte
23 marzo, ore 17.30
Piccole Storie appese ad un filo
Luisa Moser , Paolo Bellintani, Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici
della Provincia autonoma di Trento
31 marzo, ore 15
Dal filo alla trama - laboratorio di tessitura (max 25 partecipanti)
Servizi educativi della Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici
della Provincia autonoma di Trento
Informazioni
Provincia autonoma di Trento
Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici
Via Aosta, 1 - 38122 Trento
Tel. 0461 492161
[email protected]