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Un «magnifico restauro» ci restituisce la «Magnifica Comunità»

Dopo 7 anni di lavori è stato aperto il museo pinacoteca per mostrare la ricchezza di 900 anni di storia

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Una storia lunga oltre 900 anni. Lo si avverte attraversando la pinacoteca, l’aula del consesso, le scalinate, le prigioni, le salette multimediali e gli spazi per la consultazione degli antichi manoscritti.
La sede storica della Magnifica Comunità di Fiemme si presenta oggi come uno spazio museale fra i più dinamici ed eleganti.
L’eccellente lavoro di restauro, durato sette anni, restituisce ai cittadini della Val di Fiemme un tempio della cultura di straordinaria bellezza.
 
Il Palazzo è stato inaugurato oggi giovedì 5 luglio 2012, per ricordare la data di nascita del cardinale Cristoforo Madruzzo, il principe Vescovo di Trento che fu uno dei più illuminati proprietari del Palazzo.
Se Bernardo Clesio preparò e organizzò il Concilio di Trento, fu Cristoforo Madruzzo a gestirlo, portando a Trento - a tutti gli effetti - il Rinascimento italiano.
 
Il palazzo resterà aperto fino al 5 settembre 2012 tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30 (escluso il lunedì), con un ritmico alternarsi di visite guidate in diverse lingue.
Ogni venerdì, alle 16.00, la compagnia italo-francese La Pastière metterà in scena una visita teatralizzata, in collaborazione con l’associazione Sentieri in Compagnia e l’Apt Val di Fiemme.
Concerti e attività culturali scandiranno l’estate fra le mura dell’antico palazzo e il suo giardino.
 
Dopo questi due mesi di apertura, il museo sarà completato con l’allestimento degli archivi storici e le documentazioni multimediali.
Quindi, tornerà ad aprire i battenti durante la prossima stagione invernale.
Il laborioso restauro conservativo, progettato e diretto all’architetto Andrea Marastoni, rivela un piacevole equilibrio fra gli spazi espositivi.
L’allestimento del museo è stato curato dalla storica dell’arte Chiara Felicetti, in collaborazione con l’architetto Alberto Felicetti, che ha proposto soluzioni innovative di notevole ingegno e qualità estetiche. 
 
 DAI DIPINTI DI UNTERPERGER ALLE SCRITTE DEI CARCERATI  
Un’illuminazione discreta dona al museo e alla sua pinacoteca un’atmosfera intrisa di mistero, proiettando qua e là sorprendenti geometrie luminose che esaltano la bellezza dei dipinti e degli affreschi.
I 150 capolavori della Scuola pittorica di Fiemme (fra cui quelli di Michelangelo, Cristoforo e Francesco Sebaldo Unterperger) si affacciano alle pareti in un rinnovato splendore.
Alcune tele sono così ben illumitate che paiono animarsi. Sembrano penetrare lo spazio e avvicinarsi al visitatore, quasi a suggerire un segreto.
 
Nelle prigioni i visitatori possono impugnare le torce per illuminare le scritte incise dai carcerati.
Raffigurano azioni, pensieri, ricordi. Un bottaio ha riprodotto sul muro, con cura meticolosa, i suoi attrezzi del mestiere.
C’è chi ha immortalato la casa dove abitava e chi ha confidato, quasi con orgoglio, di aver accoltellato qualcuno.
Queste celle, nel Cinquecento, sono state anche le crudeli gattabuie in cui furono rinchiuse le cosiddette streghe di Cavalese.
Laggiù sono custoditi, con rispetto, i segni che hanno scandito un tempo buio e lontano.

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