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Studenti boemi all’istituto «Vittoria» nel nome di S.Venceslao

Pedagogico gemellaggio dell'Istituto delle arti di Trento e Rovereto con le scuole di Trebon e Bechyne della Regione Boema della Repubblica Ceca

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Anche quest’anno, nel nome dell’Aquila fiammeggiante (di San Venceslao) concessa come stemma nel 1339 dal re Giovanni di Boemia al principe vescovo di Trento Nicolò da Brno (di origine morave) si è ripetuto il rito pedagogico del gemellaggio tra l’Istituto delle arti di Trento e Rovereto e le scuole di Trebon e Bechyne appartenenti alla Regione Boema della Repubblica Ceca.
Lo scambio prende le mosse da Juventars, manifestazione promossa e organizzata dal 2005 al 2009 dal dott. Schell, all'epoca direttore del Centro Culturale Metropol di Ceske Budejovice, coinvolgendo in un simposio e mostra di prodotti artistici una ventina di Scuole e Accademie europee, tra cui per l'Italia l'Istituto d'Arte A. Vittoria di Trento.
 
A partire dal 2006, dunque, usufruendo dei fondi messi a disposizione per l'internazionalizzazione delle scuole trentine dal dipartimento istruzione della Provincia autonoma di Trento, l'Istituto Vittoria ha attivato annualmente uno scambio con le due scuole della Repubblica Ceca di Trebon e Bechyne, conosciute proprio in occasione della citata manifestazione di Juventars.
Da quell’anno, è stato pertanto possibile far svolgere una attività nel paese straniero all'interno dei laboratori per la durata di una settimana a una media di 60 studenti delle tre scuole, scelti tra i migliori, dato l'alto impegno richiesto agli stessi.
 
Nel contempo l'intera comunità scolastica ha avuto modo di entrare in contatto in modo parziale con gli ospiti accolti nella loro settimana di permanenza a Trento.
In questi giorni si è realizzato dunque lo scambio di un gruppo di 50 studenti e 6 professori delle quattro scuole, l'Istituto d'Arte Vittoria di Trento e il Depero di Rovereto, la Scuola di Ceramica di Bechyne e la Scuola del Vetro di Třeboň, situate nella Regione della Boemia Meridionale appartenente alla Repubblica Ceca, dove gli studenti trentini hanno potuto approfondire le tecniche tipiche della tradizione Boema (laboratori di molatura e incisione, laboratori di pittura e decorazione del vetro, laboratori di tornitura ceramica, etc.).
 


Ragazzi trentini e boemi hanno fatto da ponte tra le diverse culture, già connotate storicamente da forti relazioni, sperimentando durante due intense settimane di fare artistico tipico della rispettiva area di accoglienza.
Gli oggetti prodotti durante questa breve ed intensa esperienza (piatti smaltati, semplici oggetti intagliati in legno, autoritratti elaborati con semplici tecniche pittoriche, gioielli tessili, smalti su ceramica, ed altri oggetti in ceramica decorati con tecniche diverse, vetri molati e decorati a smalto) verranno valorizzati mediante l’allestimento di piccole mostre interne agli Istituti.
 
Lo scambio è stato arricchito da visite a monumenti e luoghi particolarmente significativi delle due realtà sotto il profilo storico e artistico, da altre attività comuni: gli studenti Boemi, arrivati a Trento in questi giorni, hanno potuto ammirare alcuni itinerari trentini, approfondendo nello specifico la realtà paesaggistica e culturale della Val dei Mocheni.
Ieri la delegazione boema, guidata dalla dirigente scolastica Elina Massimo e dal responsabile del gemellaggio Carlo Piccoli, è stata ricevuta a palazzo Geremia dall’assessore all’istruzione del comune di Trento Paolo Castelli, il quale ha introdotto i giovani ceki «nel cuore del comune», portandoli in visita nella sala di rappresentanza dell’omonimo palazzo e nella sede del consiglio comunale di palazzo Thun, spiegando loro il ruolo e il funzionamento delle istituzioni politiche e amministrative.
 
«Trento è una città dal cuore antico» ha ribadito l’assessore «con una struttura urbanistica storica, legata al passato, ma allo stesso tempo è proiettata verso grandi istanze progettuali contemporanee, legate a nomi di architetti di valenza mondiale come Renzo Piano e Mario Botta: quindi è la città delle contaminazioni tra passato e futuro».
In chiusura gli studenti di Bechyne hanno donato un piatto di ceramica decorata e quelli di Trebon due bicchieri  di cristallo da loro realizzati.
 
Un piccolo gesto per un brindisi ideale che cementi un gemellaggio artistico-culturale-educativo tra due territori fieri del loro passato ma impegnati nella sfida della costruzione di un’Europa dei giovani e non solo della moneta unica e degli spread.
 
Massimo Parolini
 

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