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Castel Caldes torna alla ribalta della cultura trentina

Oggi la visita dell'assessore Tiziano Mellarini al termine dei lavori di restauro dello storico maniero della val di Sole risalente XII Secolo

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L’assessore provinciale alla Cultura Tiziano Mellarini ha concluso oggi la sua visita a Castel Caldes, in val di Sole, dove proprio in questi giorni si sono conclusi, nei tempi previsti, gli interventi di restauro e di recupero che hanno riguardato in particolare la demolizione degli edifici novecenteschi attigui, la realizzazione di nuovi impianti e nuove scale, il restauro e la realizzazione di nuovi pavimenti - ora in larice spazzolato con riscaldamento a pavimento - e la manutenzione delle coperture.
Tre anni di intervento che restituiscono oggi un maniero che si candida - all'interno del sistema dei castelli trentini - a ricoprire un ruolo di prim'ordine.
 
La visita dell'assessore Mellarini alle decine di stanze che compongono il castello è stata preceduta da un incontro presso il municipio di Caldes.
Ad accogliere il responsabile della cultura in Trentino c'erano il sindaco Antonio Maini, il vicesindaco Mariapia Malanotti, il presidente della Comunità di Valle Alessio Migazzi, il presidente dell'Apt Alfredo Ravelli e il direttore dei lavori, l'architetto Andrea Lazzaroni.
Con l'assessore Sergio Bettotti, dirigente del Dipartimento Cultura e Sandro Flaim, dirigente della Sopraintendenza per i beni architettonici e archeologici.
 
A fronte della soddisfazione per la qualità dell'intervento di restauro, la necessità, ribadita con forza dall'assessore Mellarini, di arrivare in tempi brevi alla definizione puntuale dell'uso che verrà fatto di Castel Caldes. Mellarini ha indicato nella creazione di un ristretto gruppo di esperti il primo passo, fermo restando che sulla carta ci sono già ipotesi, tutte legate alla necessità di far sì che Castel Caldes diventi parte decisiva di un processo culturale, ma anche turistico, che coinvolga tutta la comunità.
Una prima indicazione è quella di aprire al pubblico le parti della struttura che non necessitano di interventi sugli affreschi - e sono spazi assai considerevoli, dislocati su più livelli - già entro l'estate.
 
Per quel che riguardo «il contenuto» proprio Mellarini ha avanzato l'ipotesi di ospitare nel maniero alle porte della val di Sole, così come per il versante orientale del Trentino potrebbe accadere con la Magnifica Comunità di Cavalese, un percorso che tracci e ricordi il cammino e la storia dell'Autonomia proprio nel contesto dei suoi territori di montagna (e dei suoi protagonisti, qui in particolare Bruno Kessler e Flavio Mengoni), così simbolici, così ricchi di contenuti.
Così come è già attento oggetto di valutazione il fatto che Caldes è la patria di Paolo Vallorz, il pittore le cui opere sono in parte comprese in una importante donazione al Mart e in parte presenti proprio nel territorio del suo Comune.
 
L'estrema vicinanza del maniero con la stazione della ferrovia Trento-Malè, la necessità di valorizzare i prodotti locali, il raccordo con l'offerta turistica in particolare rivolta alle famiglie, il contesto ambientale sono gli altri fattori messi oggi al centro del confronto tra Provincia, Comune, Comunità e Apt.
Un confronto che parte dalla consapevolezza, da oggi dato di fatto, che Castel Caldes è tornato - e per tutti sarà una sorpresa scoprire quali e quante suggestioni è in grado di offrire - ad essere uno dei protagonisti del territorio trentino. 
 
 SCHEDA
Castel Caldes, che appartiene al demanio della Provincia autonoma di Trento, è un complesso culturale di interesse storico artistico soggetto alle disposizioni del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. Il monumentale complesso di Caldes è costituito dal palazzo, realizzato in varie costruzioni succedutesi dal XII sec. al XVI sec., dai resti della cinta muraria e dalla Cappella.
Ingenti lavori di ristrutturazione furono intrapresi verso la fine del XVI secolo. Nel 1868 una frana coinvolse il dosso, trascinando in rovina parte del castello.
Il castello costituì l'appoggio residenziale alla soprastante Rocca di Samoclevo, di vocazione più specificamente difensiva e di controllo territoriale.
La planimetria del palazzo è grosso modo quadrata e caratterizzata dallo sporgere del corpo cilindrico che contiene la bellissima scala a chiocciola in pietra. Il corpo sud-ovest è costituito dalla torre duecentesca, il cui primitivo assetto fortificato è ancora visibile.
 
L’intervento di restauro e di recupero di Castel Caldes ha riguardato principalmente le opere di demolizione degli edifici novecenteschi e sistemazione delle aree esterne, la realizzazione di nuova impiantistica, la realizzazione di nuove scale per i collegamenti, il restauro e la realizzazione di nuovi pavimenti e serramenti e la manutenzione delle coperture.
I lavori hanno avuto inizio il 24 maggio 2010 con la consegna del cantiere all’impresa appaltatrice Carron Cav. Angelo S.p.A., la durata dei lavori prevista era di 1351 giorni e pertanto i lavori si sono conclusi il 03 febbraio 2014, sono al momento in corso alcune lavorazioni di finitura ed è stata attivata la procedura per il collaudo dell’opera.
 
L’importo dei lavori eseguiti è pari a € 3.063.265,33 e a € 308.226,09 per somme a disposizione dell’Amministrazione.
 
I lavori che si stanno per concludere sono stati finanziati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici, diretta dall’architetto Sandro Flaim, mentre la direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Andrea Lazzaroni con la sorveglianza dei funzionari della Soprintendenza.
 

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