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A Sanzeno un ciclo di conferenze sui «Tesori del passato»

Storici dell’arte e restauratori illustrano i preziosi manufatti delle raccolte provinciali

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Prosegue a Sanzeno il ciclo di conferenze organizzato in occasione della grande mostra «Tesori dal passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni», allestita dalla Soprintendenza provinciale per i Beni storico-artistici, librari e archivistici negli spazi espositivi del Centro culturale d’Anaunia Casa de Gentili.


Il prossimo mercoledì 23 luglio l’attenzione cadrà su «Un orefice trentino e alcuni esempi di ricamo», presentati per la Soprintendenza dalla storica dell’arte Daniela Floris e dalla restauratrice Maria Luisa Tomasi: un’occasione per approfondire il complesso lavoro di incremento delle collezioni pubbliche condotto dalla Soprintendenza nell’ultimo decennio, in parallelo con gli esiti dei delicati restauri che hanno restituito al godimento collettivo questo sfaccettato mosaico di arte e storia.
Un viaggio tra i preziosi oggetti selezionati per la grande mostra Tesori dal passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni storico-artistici, librari e archivistici e aperta fino al 12 ottobre nella splendida cornice di Casa de Gentili a Sanzeno in Valle di Non. È questo il filo conduttore del ciclo di conferenze organizzato con il Centro Culturale d’Anaunia Casa de Gentili, in programma fino all’autunno presso la stessa sede espositiva.
 
Il prossimo mercoledì 23 luglio, alle ore 20.30, saranno Daniela Floris e Maria Luisa Tomasi, rispettivamente storica dell’arte e restauratrice della Soprintendenza per i beni culturali, ad approfondire i contenuti di una mostra che corona dieci anni di lavoro per l’incremento delle raccolte pubbliche, condotto dalla Soprintendenza attraverso oculate acquisizioni e un’attenzione al collezionismo privato che ha stimolato anche il fenomeno delle donazioni liberali.
La conferenza, dedicata a «Un orefice trentino e alcuni esempi di ricamo», raccoglierà la sfida di spiegare perché quelle testimonianze, in gran parte restaurate per l’occasione, esigevano di essere assicurate alle collezioni e alla fruizione pubblica, evidenziando l’esuberante varietà dei manufatti assicurati al patrimonio provinciale: non solo dipinti, sculture e arredi di grande pregio, ma anche, appunto, oggetti di oreficeria e tessuti, importanti tasselli di quello straordinario puzzle di forme, significati, tecniche e saperi artigianali – in una parola, di civiltà – che sconfessa ogni invecchiata gerarchia tra arti ‘maggiori’ e ‘minori’, sollecitando una più ampia comprensione dell’evoluzione storica della cultura e del gusto.
 
Si partirà dal calice dell’argentiere Filippo Sola (Trento 1683 - 1750), piccolo ma significativo tassello all’incrocio di vari percorsi, della storia dell’arte e dell’oreficeria, della storia economica e del costume del Trentino; a ricordare il legame culturale con Bolzano, sarà presentata inoltre una coppia di candelieri in peltro della prima metà del XVIII secolo.
Il confronto tra alcuni dei manufatti selezionati per la mostra permetterà poi di capire come la tecnica del ricamo, diffusa in tutte le epoche e culture, si differenzi in modo anche vistoso a seconda del contesto culturale.
Accanto ai ricchi indumenti settecenteschi confezionati in ambito locale verranno presi in esame il sontuoso copripisside siciliano e lo straordinario paravento giapponese di fine Ottocento (nella foto), giunto in Trentino quando il Giappone, dopo l’era feudale, si aprì al mondo occidentale, iniziando una fase di reciproca influenza in ambito figurativo.
La conclusione consentirà di apprezzare qualche esempio dei rari tessuti pregiati che la mostra mette a confronto con gli esemplari analoghi raffigurati spesso nei ritratti contemporanei.
 
In un tempo in cui il patrimonio culturale è troppo spesso alla ribalta con notizie di sfregi, degrado e incuria, l’iniziativa della Soprintendenza, con altri quattro incontri in calendario fino al 1° ottobre, contribuisce invece a delineare un modello di buone pratiche, e un invito ad esplorare i collegamenti degli oggetti in mostra con il ricco patrimonio diffuso della valle, tra musei, chiese e castelli recentemente restaurati e aperti al pubblico.

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