Si è spenta, a 79 anni, Liz Taylor, ultima grande diva di Hollywood

Aveva vinto due Oscar. Le impronte delle sue mani e dei suoi piedi sono impresse e immortalate nel pavimento davanti al Grauman's Chinese Theater.

Elizabeth Rosemond Taylor era nota al mondo come «Liz Taylor».
Elizabeth Taylor nasce ad Hampstead, Londra, il 27 febbraio 1932, seconda figlia dello storico Francis Lenn Taylor e di Sara Viola Warmbrodt, due statunitensi residenti in Gran Bretagna.
Entrambi i genitori erano originari di Arkansas City, nel Kansas. Suo padre era un commerciante di arte e sua madre una ex-attrice famosa col nome d'arte di Sara Sothern, ritiratasi dalle scene quando si sposò nel 1926 a New York.

All'età di 3 anni Elizabeth inizia a prendere lezioni di danza.
Dopo l'entrata in guerra del Regno Unito i suoi genitori scelsero di tornare negli Stati Uniti per evitare le ostilità.
Elizabeth e il fratello Howard (classe 1929) tornarono immediatamente con la madre, mentre il padre le raggiunse poco tempo dopo per finire di sistemare gli affari a Londra.
La famiglia si trasferì a quindi Los Angeles, dove viveva al momento la famiglia di Sara, i Warmbrodts.

All'età di nove anni, la Taylor appare nel suo primo film, There's One Born Every Minute (1942), prodotto dagli Universal Studios.
Scaduto il contratto con la Universal, che comprendeva solo questa pellicola, Elizabeth viene ingaggiata dalla Metro-Goldwyn-Mayer, dove il suo primo lavoro è Torna a casa Lassie! (1943), che la porta all'attenzione del pubblico.

Dopo un altro paio di pellicole, appare nel suo primo film come protagonista, interpretando Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo per vincere l'Aintree Grand National, nel film di Clarence Brown Gran Premio (1944), con Mickey Rooney.
La pellicola ottiene un grandissimo successo, con un incasso di oltre 4.000.000 di dollari al botteghino, e le fa guadagnare lo status di «bambina-prodigio».
Il successo di pubblico e le ottime critiche spingono la casa di produzione a proporle un lauto contratto a lungo termine.

Frequenta la scuola direttamente negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer e successivamente si diploma alla University High School di Los Angeles il 26 gennaio 1950, lo stesso anno in cui, diciottenne, si sposa per la prima volta.
Nel 1951 è impegnata contemporaneamente nel film Un posto al sole (A Place in the Sun) e nel kolossal Quo vadis?.

La Taylor ottiene tre nomination consecutive all'Oscar per L'albero della vita (1957) di Edward Dmytryk, interpretato accanto a Montgomery Clift, La gatta sul tetto che scotta (1958) di Richard Brooks, in cui impersona una procace moglie insoddisfatta a causa dell'indifferenza del marito (interpretato da Paul Newman), e Improvvisamente l'estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz, con Clift, Katharine Hepburn e Mercedes McCambridge.

Nel 1961 vince finalmente l'Oscar alla migliore attrice per la sua interpretazione in Venere in visone (1960) di Daniel Mann, che vedeva nel cast accanto alla Taylor il marito Eddie Fisher.
Nel 1967 vincerà nuovamente la statuetta per Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols, accanto all'allora marito Richard Burton, conosciuto sul set del kolossal Cleopatra (1963).

Nel 1963 diventa la star cinematografica più pagata quando le viene offerto un contratto da 1.000.000 di dollari per interpretare come protagonista il kolossal Cleopatra della 20th Century Fox.
Durante la lavorazione di questa pellicola incontra per la prima volta, sul set il futuro marito Richard Burton, che interpreta Marco Antonio.
I tabloid scandalistici cominciano a parlare di una storia d'amore nata sul set tra i due attori, all'epoca entrambi erano sposati.

Coinvolta in questa nuova relazione sentimentale, la Taylor lascia il marito Eddie Fisher per Burton, non molto tempo dopo che lo stesso Fisher aveva lasciato a sua volta in maniera simile la moglie Debbie Reynolds per sposare Elizabeth Taylor.
Anni dopo, Burton avrebbe ironicamente definito tutto l'affare come «la scandale». L'episodio, che consolidò la reputazione della Taylor come femme fatale, lanciò incredibilmente la carriera di Debbie Reynolds, cui vennero offerti numerosi ruoli romantici come tipica «fidanzatina» americana bionda, e portò Burton nell'Olimpo delle stelle di Hollywood.
Solo Fisher non ottenne in realtà alcun vantaggio da tutto lo scandalo e dalla pubblicità gratuita che ne scaturì.

Nel novembre 2004 la Taylor ha annunciato di avere una grave forma di insufficienza cardiaca, una condizione terminale nella quale il cuore non riesce a pompare nel corpo una quantità sufficiente di sangue.
Si è infortunata alla schiena cinque volte, la prima delle quali all'età di 9 anni mentre girava There's One Born Every Minute (1942).
È sopravvissuta a un'operazione per la rimozione di un tumore benigno al cervello, un cancro alla pelle e a due polmoniti.
Per lunghi periodi ha vissuto, anche per colpa della cattiva salute, da reclusa, dovendo spesso rinunciare ad apparizioni pubbliche.
Secondo le ultime notizie la sua mobilità era ormai limitata ed era costretta su una sedia a rotelle.

Il 27 aprile 2006 si è diffusa la notizia che la Taylor fosse vicina alla morte proprio per i suoi problemi cardiaci, e che, consapevole della fine vicina, stesse dettando le sue volontà per i funerali.
La notizia è stata prontamente smentita dal suo portavoce, Dick Guttman, secondo il quale le informazioni diffuse su Internet e da alcuni giornali non trovano fondamento, mentre Elizabeth Taylor gode tuttora di buona salute ed ha una vita impegnata con le sue linee di profumi e gioielli e il suo impegno nella lotta all'AIDS.
Nel febbraio 2007 ha festeggiato i 75 anni con un favoloso party a Las Vegas, al quale è intervenuta anche la collega coetanea Debbie Reynolds.

Da tempo malata di cuore, a luglio 2009, a causa di problemi alle coronarie, era stata costretta a un ricovero in una clinica di Los Angeles.
Elisabeth Tailor è morta il 23 marzo 2011 all'età di 79 anni al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles.
Con lei se ne andata l'ultima grande diva di Hollywood.

Le impronte delle mani e dei piedi di Elizabeth Taylor sono impresse e immortalate nel pavimento davanti al Grauman's Chinese Theater, ed ha una stella sulla Hollywood Walk of Fame, al numero 6336 di Hollywood Boulevard a Hollywood, California.

Ringraziamo Wikipedia, da sempre la migliore fonte per la ricostruzione delle biografie.