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Presentata oggi a Trento l'azione artistica di Anna Scalfi

GenderGapPay: passa anche per uno sconto la riflessione sulle discriminazioni retributive fra donne e uomini

Riflettere sul divario retributivo di genere, ovvero sul fatto che a parità di qualifiche e mansioni le donne sono pagate mediamente meno degli uomini - in Italia con una differenza del 6,5% - vuol dire toccare, anche, il portafoglio dei cittadini.
GenderGapPay è il nome del progetto artistico ideato da Anna Scalfi Eghenter su questo tema, presentato stamani con una conferenza stampa a cui ha partecipato anche l'assessora provinciale alle Pari opportunità Sara Ferrari.
GenderGapPay è, in primo luogo, un circuito a cui ogni pubblico esercizio, istituzione o professionista può aderire, decidendo di accordare temporaneamente alle clienti uno sconto pari alla percentuale del gap retributivo vigente nel Paese.
L'attivazione avviene registrandosi attraverso un modulo on line ed esponendo invece sul posto un adesivo con il logo dell'iniziativa.
 
L'iniziativa, di respiro internazionale e già proposta all'estero, verrà lanciata nei prossimi giorni in Trentino nel corso del Festival dell'Economia di Trento.
E' un'iniziativa volontaria, simbolica ma anche «reale», come sottolineato dai rappresentanti delle categorie economiche coinvolte - commercianti e artigiani - intervenuti alla conferenza stampa: il valore a cui l'esercente rinuncia applicando lo sconto è a suo carico, naturalmente.
Così come rimane aperta a tutti gli aderenti la decisione riguardo alla durata e alle modalità di adesione.
Alla presentazione dell'iniziativa hanno partecipato, con Anna Scalfi e l'assessora Ferrari, l'assessora regionale Violetta Plotegher, Massimo Piffer, vicepresidente di Confcommercio, Claudia Gasperetti, Associazione del Artigiani e presidente di Donna Impresa, l'a consigliera di parità Eleonora Stenico, Maria Teresa Lanzingher dell'Associazione degli Albergatori.
 
Anna Scalfi, trentina, classe 1965, una laurea in Sociologia all'università di Trento e molte esperienze all'estero, fra cui un dottorato in Inghilterra, artista impostasi da tempo nel panorama artistico internazionale, non è nuova a queste iniziative che rendono «tangibili» le disparità, i divari: lo ha fatto ad esempio alcuni anni fa sempre al Festival dell'Economia con una installazione centrata su un distributore automatico che in luogo delle bevande o delle merendine distribuiva banconote di paesi poveri e iperinflazionati.
Al centro dell'azione, questa volta, una delle più evidenti disparità di genere, di solito a tutto svantaggio delle donne, quella retributiva.
Il principio violato è assolutamente chiaro e non ha bisogno di troppe spiegazioni: a uguale lavoro deve corrispondere uguale trattamento economico.
E' un principio analogo a quello del «pari diritti e pari doveri», che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione. eppure ancora non viene osservato.
 
Il progetto di Scalfi, come altri dell'artista, è un progetto aperto, che mette in gioco le persone che scelgono di aderirvi.
Ha un forte valore simbolico ma al tempo stesso molto tangibile, tant'è che l'adesivo che lo indica richiama le fattezze e i colori di una carta di credito. Il progetto è stato attivato per la prima volta l'11 giugno 2015, nel quartiere laboratorio di Lambrate, in occasione della Ventura Contemporary Art Night.
Nel mese di agosto 2015 è stato presentato e attivato durante il Forum Europeo di Alpbach, in Austria.
In queste occasioni il progetto è stato proposto con il valore percentuale del «gender pay gap» europeo nel 2015, pari a 16,4%.
 
Il 21 gennaio 2017 è stato utilizzato a New York tra le iniziative durante la Marcia delle Donne.
Ad oggi in Italia il progetto viene proposto con un valore del divario retributivo di genere pari al 6,5% (dati Eurostat, reperibili sul sito ec.europa.eu/eurostat/).
Ma, come osservato nel corso della conferenza stampa, bisognerebbe anche tenere conto del valore del lavoro di cura non retribuito che le donne costantemente prestano in casa, pari, ha ricordato l'assessora Plotegher, a 1/3 del pil totale, e causa spesso del fatto che la donna debba richiedere il part time (riducendosi lo stipendio ma anche i versamenti contributivi).
Il sito dove poter conoscere il progetto e ricevere il link alla scheda di adesione è www.gendergappay.com.

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