Campagna PD: «Cambia il vento» (e infuria la bufera)

Un manifesto che dimostra come il vento non sia cambiato affatto

Una campagna pubblicitaria sta sollevando le proteste delle donne del PD, i cui dirigenti hanno veicolato una campagna pubblicitaria con un soggetto e uno slogan ritenuti offensivi per lo sfruttamento dell'immagine femminile.
La campagna consiste nella pubblica affissione di decine di manifesti che invitano la popolazione romana a partecipare alla Festa dell'Unità di.

Come si vede dalle immagini sotto il titolo, il soggetto è piuttosto singolare per un partito.
Lo slogan è «Cambia il vento», mentre il visual è rappresentato da una gonna che si alza, sospinta dal vento che ha cambiato direzione: non più dall'alto ma dal basso.
È chiaro il doppio senso che si rifà alla recente sconfitta registrata dal partito di Berlusconi alle ultime elezioni e ai referendum, visualizzato con un soggetto che attira l'attenzione grazie a una gonna sollevata da quel cambiamento d'aria.

È evidente il riferimento alla celebre immagine di Marilyn Monroe che si sistemava sopra la grata di una metropolitana per rinfrescarsi con l'aria che ne usciva spinta dal passaggio del treno.
Ma l'immagine non è piaciuta al comitato femminile del partito, che ha denunciato «l'ennesima immagine strumentale del corpo femminile».

In realtà, più che dalla parte femminile del partito del centrosinistra, la campagna va valutata professionalmente da esperti della comunicazione.
Nella fattispecie va analizzata dai punti di vista pubblicitario e politico.

Lo slogan di «cambia il vento» secondo noi è centrato, perché capitalizza il successo delle recenti vittorie elettorali, che amplifica così il concetto di un Berlusconi in controtendenza.
L'immagine è accattivante, indubbiamente attira l'occhio e invita a leggere il testo.

L'effetto semantico, invece, è piuttosto grossolano, perché sembra che nella controtendenza ci sia anche il trasferimento del presunto vizietto attribuito al Presidente del Consiglio, la passione per le donne.
Il che, sia ben chiaro, non è detto che sia proprio negativo in politica e ancora meno nell'obbiettivo di convogliare gente alla Festa dell'Unità.

Ma c'è il fattore immagine, che in queste cose non viene mai preso sufficientemente in considerazione.
Non ci riferiamo tanto all'immagine, che è riuscita un po' più volgarotta dell'originale di Marilyn, la quale mostrava ben di più ma con maggiore classe.

Infatti, l'immagine della campagna si frantuma proprio su quel «cambio del vento», perché sta a ricordare come «più le cose cambiano e più rimangono uguali».
Non c'entrano né la mercificazione delle donne, né la rabbia delle femministe. C'entra solo il fatto che in questa maniera il sesso sembra dimostrare che il vento non è cambiato affatto.