La provincia sostiene il Nobel per la pace alle donne africane
La Giunta ha approvato la proposta dell'assessore Lia Beltrami
La Provincia autonoma di Trento
aderisce alla campagna internazionale per l'assegnazione del premio
Nobel per la pace alle donne africane, «Noppaw».
La decisione è stata formalizzata oggi dalla Giunta su proposta
dell'assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia
Giovanazzi Beltrami.
La campagna Moppaw (Nobel peace prize for african women) è
stata elaborata da associazioni italiane ed africane riunitesi a
Dakar, la capitale del Senegal, per iniziativa del Cispi -
Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale
e dell'associazione «Chiama l'Africa».
Alla campagna hanno dato la loro adesione molti soggetti sia
pubblici che privati: associazioni, enti locali, personalità del
mondo della politica e della cultura.
Il Trentino, da sempre impegnato in Africa con le sue associazioni
e i suoi missionari, non poteva rimanere insensibile a questa
proposta, che accende i riflettori su chi, in tempo di guerra, è
spesso vittima predestinata di violenze e soprusi di ogni genere e
in tempo di pace è fonte di vita ma anche, sempre più spesso, vera
protagonista dello sviluppo della comunità in cui vive.
Il Trentino, inoltre, ha promosso la rete internazionale delle
donne per la pace e si è confrontato con alcune figure di donne
africane di grande rilievo come Luisa Diogo, già primo ministro del
Mozambico, ospite di una edizione del Festival dell'Economia, e la
compianta Mana Sultan, di cui è noto l'impegno in Somalia, assieme
al trentino Elio Sommavilla, per gli orfani di guerra e per le
ragazze vittime dell'infibulazione.
Non solo: molti progetti di solidarietà internazionale sostenuti
anche dalla Provincia autonoma di Trento hanno per protagoniste
proprio le donne, spesso riunite in associazioni o cooperative.
L'obiettivo che si pongono i promotori della campagna è quello di
raggiungere almeno 2 milioni di firme da inviare al comitato che
attribuisce il Nobel, che in questo caso sarebbe un Nobel
«collettivo», assegnato non a una singola figura ma a un soggetto
collettivo.
Scheda: la campagna Noppaw
Vediamo più da vicino la campagna Noppaw
(per
altre informazioni vedasi il sito www.noppaw.org)
La motivazione
La proposta nasce a partire
dalla constatazione del ruolo crescente che le donne africane hanno
acquisito nella vita quotidiana dell'Africa.
Le donne sono protagoniste e trainanti sia nei settori della vita
quotidiana che nell'attività politica e sociale.
Sono le donne in Africa che reggono l'economia familiare nello
svolgimento di quell'attività, soprattutto di economia informale,
che permette ogni giorno, anche in situazioni di emergenza, il
riprodursi del miracolo della sopravvivenza.
Le donne da decenni sono protagoniste nella microfinanza: dalle
storiche «tontine» dell'Africa occidentale, fino alle forme più
elaborate di microcredito in tutte le parti dell'Africa.
Microcredito che ha permesso la nascita di migliaia di piccole
imprese.
Le donne africane sono capaci nell'organizzazione della gestione
dell'economia: esistono in Africa migliaia di cooperative che
mettono insieme donne impegnate nell'agricoltura, nel commercio,
nella formazione, nella lavorazione di prodotti agricoli.
Le donne africane stanno svolgendo un ruolo sempre crescente nella
definizione e nella ricerca di forme autoctone di sviluppo
economico e sociale, attraverso l'organizzazione capillare delle
attività economiche e sociali nei villaggi.
Le donne in Africa stanno svolgendo un ruolo sempre crescente nella
difesa della salute, soprattutto contro il morbo dell'HIV e della
malaria.
Sono loro che svolgono spesso formazione sanitaria nei
villaggi.
Sono i gruppi organizzati di donne che si stanno impegnando contro
pratiche tradizionali dell'infibulazione e della mutilazione
genitale.
Sono le donne africane, infine, che riescono a organizzarsi per
lottare per la pace e a mantenere la vita anche nelle situazioni
più tragiche, in un impegno politico spesso capillare e non
riconosciuto.
Molto spesso con il rischio di subire violenza e sopraffazione.
L'Africa oggi può sperare nel proprio futuro soprattutto a partire
dalle donne comuni, quelle che vivono nei villaggi o nelle grandi
città, in situazioni spesso di emergenza, e di cui le donne che
sono emerse, sia nella politica, sia nella cultura, sia
nell'attività imprenditoriale, non sono che un'espressione
visibile.
La proposta
Lanciare una campagna
internazionale per l'attribuzione del premio Nobel per la Pace nel
2011 alle donne africane nel loro insieme.
Non una campagna per l'attribuzione del Nobel a una singola persona
o a un'associazione, ma una sorta di Nobel collettivo.
Si tratta, lo capiamo, di una proposta atipica, ma questa proposta
che vogliamo perseguire, conoscendone le difficoltà, ci serve per
lanciare una campagna internazionale tendente a far conoscere il
protagonismo delle donne africane e per privilegiare nei rapporti
di cooperazione proprio le donne e le loro organizzazioni.
Modalità
- Lancio di un manifesto- appello
firmato da personalità che hanno un ruolo internazionale
riconosciuto.
- Creazione di un comitato nazionale e internazionale in Africa e
negli altri continenti;
- Lancio capillare della campagna attraverso iniziative diffuse sul
territorio per raccogliere firme all'appello: convegni, iniziative
di movimento, incontri organizzati con donne africane, proposte di
viaggi in Africa per incontrare realtà di donne organizzate, e
altre ancora.
- Aggiornamento del sito web multilingue www.noppaw.org, luogo ufficiale per
conoscere le attività della campagna, per presentare storie di
donne organizzate in Africa e per consultare le pubblicazioni e i
dossier sulle tematiche di gender.
L'obiettivo è raggiungere almeno 2 milioni di firme da
inviare al comitato che attribuisce il Nobel.