Le Palafitte trentine di Ledro e Fiavè sono Patrimonio Unesco
Il riconoscimento al Patrimonio Mondiale è avvenuto anche a fronte degli impegni assunti nel Piano di Gestione transnazionale
Viva soddisfazione, è stata espressa
dall'assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione,
Franco Panizza, per la decisione del Comitato del Patrimonio
Mondiale riunito in questi giorni a Parigi.
Ieri, infatti, la 35esima sessione ha accettato la candidatura
transnazionale dei «Siti palafitticoli preistorici dell'arco
alpino», che si estendono su una rete di sei paesi - Svizzera,
Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia, e comprende una
selezione di 111 villaggi palafitticoli fra cui, appunto i siti
trentini di Ledro e Fiavè.
Franco Panizza ha voluto evidenziare la felice sinergia che ha
unito l'assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento
e la Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici
diretta da Livio Cristofolini, con il Museo della Scienza.
«In Trentino - ha commentato l'assessore provinciale Panizza - le
emergenze archeologiche sono davvero notevoli e questo
riconoscimento non fa che premiare un lavoro di valorizzazione
portato avanti da diversi soggetti.»
«Basti pensare - ha ricordato l'assessore provinciale Panizza - che
pochi giorni fa abbiamo presentato la pubblicazione ArcheoLogos
- parole sull'antico, che ogni estate raccoglie tutte le
iniziative estive promosse dalla Soprintendenza per far conoscere
le ricche testimonianza archeologiche del nostro territorio. Anche
quest'anno le iniziative sono oltre cinquanta, ambientate in siti
di particolare fascino dove, condotti dagli esperti che ne
illustreranno storia e caratteristiche, si potrà prendere parte a
visite guidate, laboratori didattici, spettacoli teatrali,
archeotrekking, recital e concerti.»
E in queste settimane si stanno perfezionando altri interessanti
progetti.
«A Fiavè sono già iniziati i lavori per l'allestimento del Museo
delle palafitte, che dovremo inaugurare in autunno, a cui seguirà
la creazione del relativo Parco - ha commentato Franco Panizza. Per
Ledro è stato approvato il progetto di ristrutturazione e
ampliamento del Museo. Inoltre di palafitte si discuterà anche nel
prossimo convegno dedicato ai siti palafitticoli dell'arco alpino,
voluto ed organizzato dai Musei Palafitticoli di Gavardo e
Desenzano del Garda, dalla Regione e dalla Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia, che si terrà a Desenzano del
Garda in ottobre, al quale partecipa anche la nostra
Soprintendenza.»
La decisione della 35esima sessione del Comitato del Patrimonio
Mondiale di far entrare Fiavè e Ledro, assieme ad altri 109 siti
palafitticoli preistorici dell'arco alpino, nella Lista del
Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, riconosce dunque la validità di
questi due siti trentini. La candidatura, promossa dalla Svizzera
nel dicembre 2004, ha coinvolto altri cinque paesi ((Italia,
Francia, Germania, Austria e Slovenia) creando un comitato
internazionale. Per l'Italia il progetto è stato seguito dal MiBAC
(Ministero per i Beni e le Attività Culturali) che ha coordinato
l'attività delle Soprintendenze archeologiche di: Piemonte,
Lombardia, Veneto, Friuli - Venezia Giulia e Provincia autonoma di
Trento nonché di alcuni Musei locali, tra cui quello di Ledro,
gestito dal Museo delle Scienze di Trento.
I motivi di tale candidatura sono legati a vari fattori, a partire
dalla scarsa rappresentanza, nel patrimonio mondiale, della
Preistoria, rispetto alla quale le palafitte costituiscono uno dei
fenomeni più appariscenti - ben noti anche al grande pubblico - e
nel contempo ricchi di testimonianze di valore storico.
I villaggi palafitticoli sono infatti una delle più importanti
fonti archeologiche per lo studio delle comunità umane europee tra
il 5000 e il 500 a.C.
Le condizioni di conservazione in ambiente umido hanno permesso la
sopravvivenza di materiali organici che contribuiscono in modo
straordinario a comprendere il Neolitico, ovvero l'avvento delle
prime società agrarie, l'Età del Bronzo, caratterizzata dalla
diffusione di tecnologie complesse (metallurgia) e scambi su lunga
distanza, ed infine le interazioni fra gruppi umani e territorio a
fronte dell'impatto di cambiamenti climatici.
A seguito di un lungo lavoro di raccolta dati, in particolare sulle
condizioni di conservazione, sulla normativa di tutela e sulle
potenzialità di valorizzazione dei siti, si è giunti nel 2009 a
produrre un dossier di oltre 1000 pagine sul fenomeno
palafitticolo, comprendente le schede di 150 siti selezionati per
la candidatura dei circa 1000 noti ad oggi.
Nell'ottobre 2010 il dossier è stato testato da un rappresentante
dell'ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) -
l'archeologa Margaret Gowen - che ha compiuto una visita ispettiva
ad alcuni dei siti palafitticoli candidati tra cui Fiavè e
Ledro.
L'ottima impressione data dalle due aree archeologiche ha permesso
di mantenere le palafitte trentine nella lista dei siti candidati
che, dopo questa visita conoscitiva, sono passati da 150 a 111 (19
per l'Italia).
Il riconoscimento al Patrimonio Mondiale è avvenuto anche a fronte
degli impegni assunti nel Piano di Gestione transnazionale.
Questo piano prevede la condivisione, da parte di tutti i Paesi
coinvolti, di alcune azioni fondamentali relative ai cinque punti
individuati dall'UNESCO: affidabilità e attendibilità,
conservazione e protezione, sviluppo delle competenze,
comunicazione e partecipazione popolare.