«Montagna vissuta montagna sognata»: Basilico e Vallorz
Presentata la deliziosa mostra d'arte sul mondo alpino. Si svolgerà a Cavalese dal 16 luglio al 4 settembre

L'assessore provinciale alla cultura
Franco Panizza e quello all'urbanistica e agli enti locali Mauro
Gilmozzi hanno presentato stamani in Provincia la mostra «Montagna
vissuta, Montagna sognata» che si aprirà sabato 16 luglio presso il
Centro di Arte Contemporanea di Cavalese.
Un evento di alto spessore culturale, è stato detto a più voci, che
vedrà intrecciarsi gli strumenti della fotografia in bianco e nero
di Gabriele Basilico e dei quadri a colori di Paolo Vallorz ad
indagare i rapporti tra il sogno e la realtà, tra la Natura e lo
sviluppo urbanistico in un'area di montagna qual è il Trentino.
«È una mostra - ha detto l'assessore Panizza, - che dimostra quanto
utile e positivo possa essere il rapporto fra il MART, da cui
provengono le opere dei due artisti in mostra, e le realtà della
ricerca artistica contemporanea disseminate sul territorio. Dopo
essersi conquistata ampia e meritata credibilità a livello
internazionale, il MART declina ora parte della sua attività nella
valorizzazione sia degli artisti trentini, sia di quei centri che,
come quello di Cavalese, affrontano l'identità trentina sul
versante dell'arte e della contemporaneità.»
«Evento importante, quello di Cavalese - ha aggiunto l'assessore
Gilmozzi, - che da un lato documenta il coraggio di un comune di
montagna che investe risorse ed energie su un Centro di arte
contemporanea, mentre dall'altro riflette molto bene la dicotomia
positiva e propositiva tra Natura sognata e Paesaggio reale. Due
maestri dell'arte contemporanea contribuiscono ognuno per la
propria parte a farci riflettere su un rapporto contrastato, a
volte difficile ma che si apre a orizzonti sempre nuovi.»
Accanto ai due assessori provinciali, stamani al tavolo della
conferenza stampa erano seduti anche Lionello Vanzo, presidente del
Centro di Arte Contemporanea di Cavalese, Elio Vanzo, il suo
direttore, Sergio Finato, assessore alla cultura del comune
fiemmazzo e Alice Bellante, responsabile della comunicazione del
centro medesimo.
E se Elio Vanzo, curatore dell'evento, ha presentato i contenuti
della mostra (21 opere pittoriche di Vallorz, che provengono dal
fondo depositato al MART e che ritraggono di preferenza alberi e
radici; 45 fotografie di Gabriele Basilico, selezionate dal fondo
di 143 immagini in bianco e nero che gli erano state commissionate
dalla Provincia nel 2003), l'assessore Finato ha voluto
sottolineare l'importanza della rete che il Centro di Arte
Contemporanea di Cavalese sta intrecciando da tempo, a cominciare
dal Centro La Fonte di Caldonazzo per passare, adesso, al Mart.
«In un momento di crisi, investire in cultura e in cultura
contemporanea come sta facendo Cavalese sta a significare
l'importanza culturale, ma anche sociale e pedagogica, che noi
vogliamo dare ad ogni forma di indagine artistica, con l'obiettivo
di aprire gli orizzonti della nostra Valle di Fiemme e degli ospiti
che vi arrivano. Un modo per crescere, insomma.»
«Possiamo ben dire che questo è l'anno di Vallorz - ha aggiunto
Franco Panizza, - un artista di rinomanza internazionale ma ancora
strettamente legato alla sua terra, alla sua Val di Sole e al suo
Trentino. In questi mesi le sue opere sono in mostra al MART di
Rovereto, a Pomaria in Val di Non e lo saranno a Palazzo Trentini.
Esprimo quindi il mio più vivo compiacimento per la scelta operata
dal MART, anche su mia precisa richiesta, di dedicare parte della
sua attività e di spendere parte della sua autorevolezza per
ottenere ricadute sul territorio di cui è espressione. La
valorizzazione dei nostri migliori artisti aiuta il MART a fare
rete territoriale e ad interfacciarsi come in questo caso con i
Centri d'Arte Contemporanea che pure esistono e lavorano sul
territorio. Vincente per Cavalese, sarà comunque il binomio
pittura-fotografia, sogno-realtà, Vallorz-Basilico: è con queste
contaminazioni che si aiuta la comunità a pensare, a riflettere, a
porsi domande e di conseguenza a crescere. Osservando i quadri di
Vallorz, i suoi alberi e le sue radici, e mettendole in
collegamento con le immagini in bianco e nero di Basilico che
raccontano l'evoluzione urbanistico-produttiva del nostro
territorio, ci sentiamo tutti più responsabilizzati e impegnati in
un'opera di conservazione naturalistica e di sviluppo equilibrato
ed eco-compatibile.»
Nessuno si è nascosto che sarà proprio una pianificazione
urbanistica responsabile e attenta la vera sfida che attende il
Trentino del suo prossimo futuro.
«A Cavalese, fino a settembre - ha concluso Mauro Gilmozzi, - sarà
in mostra il Trentino con tutti i suoi elementi problematici, ma
anche con le sue innegabili bellezze.»
E saranno magari le seconde ad aiutare a risolvere le criticità dei
primi.
LA MOSTRA
Per l'estate 2011 pellicola e tela si confrontano e si integrano
per dare vita alla nuova mostra del Centro d'Arte di Cavalese dal
titolo «Montagna vissuta, Montagna
sognata». Due linguaggi profondamente diversi come
quelli della pittura e della fotografia si uniscono sotto lo stesso
tetto di Palazzo Firmian per compiere un altro passo nell'analisi
dell'identità alpina che il Centro sta affrontando ormai da anni in
collaborazione con l'Assessorato alla Cultura di Cavalese.
Questa volta il rapporto tra il sogno e la realtà della montagna
sarà oggetto di nuove suggestioni e riflessioni attraverso il
rapporto modulato e dialettico delle opere di due protagonisti
della scena artistica contemporanea: Gabriele
Basilico e Paolo Vallorz.
Fotografo noto a livello internazionale, Gabriele Basilico da anni
documenta le trasformazioni del paesaggio alpino. Le sue opere sono
un punto di osservazione ideale per vedere veramente il paesaggio
che ci circonda, grazie al rapporto che questo grande fotografo
riesce ad instaurare con l'ambiente attraverso il suo
obbiettivo.
«Mi piace immaginare che i luoghi abbiano un'anima e possano
parlare - disse Basilico a Luisa Castellini su
Espoarte nel numero di ottobre-novembre del 2010. -
Bisogna però mettersi nella condizione di poter ascoltare. Il
silenzio, il vuoto, l'assenza di accadimenti aiutano a porsi in
relazione con lo spazio, senza negarne vita e umanità. Quando
visito un luogo questo mi racconta storie nuove, ma la scelta,
l'inquadratura, in sintesi il lessico cui io ricorro per avere un
rapporto con questi luoghi è lo stesso, è quello che coagula la
sicurezza del mio modo di essere e di vedere. È l'idea, se vogliamo
un po' romantica, che una fotografia scattata in un luogo conservi
la memoria dei precedenti.»
L'altro grande protagonista di quest'evento estivo è Paolo Vallorz,
uno dei più importanti pittori del Novecento trentino. Questo
artista ad un certo punto della sua vita ha fatto una scelta
contenutistica precisa: ha abbandonato la strada dell'informale per
dedicarsi interamente alla montagna.
«Sono nato tra gli alberi multicolori della Val di Sole, - ha
scritto Vallorz, - valle del sole baciata da acque
limpide e fresche. Ho fatto la mia esperienza informale concettuale
ma me ne sono ritratto avvilito e scontento. Sono ritornato alla
vita, alla natura, ai fiori, ai frutti nella loro naturalità vera.
Li vedo intensamente anche quando sono chiuso in una stanza buia a
pensare.»
Il percorso visivo quindi riacquista colore. Dopo la sospensione
quasi metafisica delle opere di Basilico, la mostra riprende vita
dalla tavolozza di Paolo Vallorz, che trasporta il visitatore in
una dimensione più morbida, quasi fiabesca. Dalla montagna così
fortemente vera alla montagna così come potremmo sognarla.
«Montagna vissuta, Montagna sognata» è
un progetto che nasce e si sviluppa in collaborazione con il MART
di Rovereto che, oltre a prestare al Centro d'Arte di Cavalese 45
opere di Basilico, dedicherà a Paolo Vallorz un'importante mostra
antologica durante la stagione estiva, con circa 130 opere esposte,
che sono il nucleo della donazione fatta dall'artista al museo di
arte moderna e contemporanea di Rovereto. |


