Castelfolk Trentino, Sudtirol e Val d’Aosta a confronto

Panizza: Uno spazio per coltivare le nostre tradizioni musicali

«Coltiviamo e valorizziamo le nostre tradizioni musicali, prendendo esempio da ciò che fanno in valle d'Aosta e Alto Adige. E trasmettiamo questo patrimonio alle nuove generazioni, in maniera accessibile, fruibile, perché solo così esso rimane vivo e si rinnova.»

Questa la proposta lanciata ieri dall'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza a Castellano, nel corso di un incontro svoltosi nell'ambito della rassegna «Castelfolk», evento fortemente radicato nella comunità che lo ospita ma ormai di portata nazionale e, in prospettiva, internazionale.

Panizza ha parlato della necessità di un centro che promuova la ricerca etnomusicale, che raccolga, curi e cataloghi gli spartiti (la tradizione musicale popolare è una tradizione di estrazione popolare, spesso coltivata da persone che non scrivono la musica).
Gli esempi provenienti dalla valle d'Aosta e dall'Alto Adige, presentati dall'assessore alla cultura valdostano Viérin Laurent e da Manuela Cristoforetti del Referat Volksmusik di Bolzano, sono in questo senso illuminanti.

«Sul versante della musica delle radici non possiamo nascondercelo, a ha aggiunto l'assessore - siamo indietro rispetto agli esempi che vediamo qui oggi.
«È ora di immaginare uno spazio, un centro, dove raccogliere le musiche, le canzoni, gli spartiti (la musica popolare è spesso coltivata da musicisti che non scrivono la musica), dove avvicinare i giovani all'uso degli antichi strumenti, dove rendere insomma questo patrimonio accessibile e fruibile. Solo così la tradizione rimane viva e ad un tempo si rinnova.»

Di valorizzazione delle culture popolari ha parlato anche l'assessore valdostano, che ha esordito ricordando la lotta della sua regione (molto simile a quella del Sudtirol) per la difesa del patois, la lingua franco-provenzale che il fascismo aveva cercato di estirpare.
L'assessore Laurent ha però anche parlato di restituzione: i valori e le tradizioni del passato, insomma, non devono essere musealizzati, ma vissuti giorno per giorno, fatti circolare all'interno della comunità, e in qualche caso devono essere pronti a rinnovarsi.

In Alto Adige un punto di riferimento imprescindibile è invece quello del Referat Volksmusik, visitato recentemente da Panizza.
«Dobbiamo guardare a questi esempi - ha detto l'assessore alla cultura trentino - e approfondire le collaborazioni, valorizzando al tempo stesso le competenze già presenti sul nostro territorio, penso ad esempio a Renato Morelli. Tenendo sempre presente la frase di Emile Chanoux citata dai nostri amici valdostani Ci sono popoli che pur essendo piccoli hanno qualcosa di speciale e riescono a brillare; sono come stelle a cui tutti guardano. Fuor di metafora, ciò che conta non sono tanto i numeri ma la ricchezza delle culture e dei valori che esse veicolano. Una ricchezza che rappresenta anche uno strumento di confronto e di dialogo fondamentale nel mondo globalizzato.»