La sequoia del S. Chiara torna a vivere grazie a Stuart Ian Frost
L’opera è stata inaugurata stamattina e si intitola «Coaxal», con riferimento agli anelli del legno che hanno scandito la vita dell’albero e il tempo dell’uomo

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Non c’erano molte autorità stamattina al Giardino del Santa Chiara, dove è stata inaugurata la scultura realizzata dall’artista Stuart Ian Frost sul tronco dell’antica sequoia che da tempo è stata tagliata in quanto malata. Forse la mattina successiva alla «Magica Notte» era troppo faticoso recarsi alla cerimonia prevista per le ore 11 proprio per dar tempo ai ritardatari.
Comunque c’erano presidente e direttore del Centro S. Chiara e, ovviamente, l’autore accompagnato dai vertici di Arte Sella, gli stessi che hanno suggerito e garantito la riuscita dell’opera di un loro collaudato scultore.
Il tronco è alto quattro metri, con un diametro di quasi 90 centimetri a metà.
Come si più vedere dalle foto, Frost ha realizzato centinaia di fori secondo una logica matematica e artistica carica di mille significati.
Perfino le inclinazioni dei fori hanno una loro logica suggerita dallo smaltimento dell’acqua piovana.
L’aspetto più bello e più curioso sta nella colorazione del legno che, una volta scorticato, sembrava perfettamente intonato con i colori del Centro Santa Chiara.
Chi oltrepassa il portico del S. Chiara da Via Santa Croce e si dirige al parco Solženicyn, può vedere sulla sinistra l’opera e riconoscere l’impostazione che abbiamo imparato a vivere in Arte Sella.
L’artista ha lavorato per una quindicina di giorni coadiuvato da Enio Campestrin e Andrea Fornasa, realizzando un’opera destinata a durare nel tempo, si spera, come le stesse sequoie che sono millenarie.