I Suoni delle Dolomiti salutano il pubblico a Malga Brenta Bassa
Due ore di musica popolare e musica colta con il coro Sasso Rosso e I Virtuosi Italiani, ultimo appuntamento di musica in quota

Il Festival «I Suoni delle Dolomiti»
ha scelto di chiudere l'edizione 2011 e di salutare il proprio
pubblico con un progetto speciale sotto le guglie del Brenta (a
Malga Brenta Bassa), il quale ha dato voce a due della anime che da
sempre segnano il Festival: la musica popolare e quella colta.
Questa volta però l'intento - riuscito perfettamente a vedere
l'entusiasmo del pubblico tutto in piedi alla fine dell'esibizione
per applaudire - era di far dialogare in un progetto comune due
realtà come il Coro Sasso Rosso e l'orchestra da camera I Virtuosi
Italiani.
E come accade spesso in un incontro nuovo si è cominciato col
conoscersi.
Ecco allora che l'ensemble diretto da Alberto Martini si è
cimentato con un concerto per orchestra e corno delle Alpi scritto
da Leopold Mozart, padre del più famoso Wolfgan Amadeus, mentre la
corale diretta dal maestro Adriano Dalpez ha interpretato il canto
lagarino «Sulla cima più alta», il friulano «In cil'e je' une
stele» ed «Entorno al fòch» armonizzato da Arturo Benedetti
Michelangeli.
Hanno poi attinto a compositori influenzati in qualche modo dalla
montagna I Virtuosi Italiani per il loro secondo intervento
portando tra gli abeti, percorsi dal vento che ha ripulito il cielo
da alcune nubi minacciose, le sonorità di Mendelhsson (Sinfonia
IX in do minore) e di Edward Grieg (Suite da Peer
Gynt).
Tra brani che hanno raccontato l'emigrazione come «Senti il
martelo» e altri che invece hanno omaggiato l'Unità d'Italia
(Son morti per la patria) o raccontato natura e uomini
(Lu piante de le foie e Le carrozze), tutti
eseguiti dalcoro della Val di Sole, è arrivato il momento in cui
Martini, Dalpez e compagni si sono confrontati con le
armonizzazioni create per l'occasione dal compositore Federico
Zandonà.
Un momento di grande intensità che, cominciato con «Io vorrei», è
proseguito con «La soire à la montagne» e con «Quel lungo treno»,
quest'ultimo di Giovanni Sollima, ispirato al noto canto degli
alpini e che qui ha assunto toni fortemente dolenti e carichi allo
stesso tempo di tristi presagi e rassegnazione.
Al termine di questa ultima sezione il coro Sasso Rosso e I
Virtuosi Italiani si sono uniti per eseguire insieme «Che fai bel
pastora», «La Brandolina», «Lamenti di una fanciulla» ed «Era nato
povereto», che sono state premiate da una standing ovation.
Non potevano, a questo punto, mancare i bis tra i quali bisogna
ricordare una bella versione de «La montanara» introdotta da una
toccante esecuzione d'archi e la religiosa «Maria Lassù» che ha
visto nuovamente allo strumento anche il suonatore del corno delle
Alpi Alessio Benedettelli.
Il concerto ha voluto celebrare anche il centenario della nascita
del gruppo Guide Alpine di Madonna di Campiglio.