A Cles l’inaugurazione dell’area archeologica «Campi Neri»

Da domenica 11 settembre sarà visitabile il luogo di culto in uso tra preistoria e tarda romanità

Campi Neri di Cles è una località di straordinario interesse per l'archeologia del Trentino, nota a livello internazionale per il ritrovamento in passato di numerosi reperti tra i quali l'eccezionale documento giuridico noto come Tabula Clesiana, con la quale nel 46 d.C. l'imperatore Claudio estendeva la cittadinanza romana alle popolazioni locali.

L'area continua a restituire importanti testimonianze del passato, al punto che la Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento ha deciso di musealizzare e rendere visitabili gli ultimi ritrovamenti.

Domenica 11 settembre, alle ore 15, nell'ambito dell'inaugurazione della Palazzina Servizi e del parco della A.P.S.P. «Santa Maria» sarà così inaugurata anche l'area archeologica «Campi Neri» con la presenza dell'assessore provinciale alla cultura, Franco Panizza.
Seguirà una visita guidata al sito a cura degli archeologi della Soprintendenza.

Al progetto di musealizzazione, dei resti archeologici si è aggiunto l'allestimento di uno spazio all'interno della nuova ala dell'edificio dell'A.P.S.P., riservato all'illustrazione del sito tramite l'impiego di pannelli e di strumenti multimediali.

I risultati ottenuti rappresentano un importante esempio di sinergia tra pubbliche istituzioni, la Soprintendenza e la A.P.S.P. di Cles, in relazione al raggiungimento di una corretta azione di tutela, valorizzazione e divulgazione in grado di restituire ai cittadini un patrimonio culturale di notevole interesse e di dare risalto e adeguata lettura ai resti di uno dei più significativi luoghi di culto della nostra regione.

Il progetto scientifico è stato curato da Lorenza Endrizzi, che ha diretto anche lo scavo archeologico, e Franco Nicolis, archeologi della Soprintendenza con il supporto tecnico per la realizzazione della struttura dell'arch. Giovanni Beretta. Il progetto architettonico dell'area archeologica e l'allestimento sono dell'arch. Maurizio Buffa.

Sull'area hanno operato le ditte CORA Ricerche Archeologiche per lo scavo archeologico, Luigi Giovanazzi per la sistemazione e restauro, Santoni Andrea & C. per la struttura di copertura.

L'area archeologica di Campi Neri
Le ricerche archeologiche, eseguite tra il 1999 e il 2007 dalla Soprintendenza, hanno confermato il ruolo di fondamentale importanza del sito, frequentato a scopo cultuale-religioso dalle comunità della valle a partire dalla metà del III millennio avanti Cristo fino alla tarda romanità.
Si tratta di una vasta area santuariale percorsa da «vie sacre», probabilmente connesse allo svolgimento di processioni, e contrassegnata da cerimonie rituali con deposizione di offerte votive, sacrifici di animali e accensioni di fuochi.
Nel corso delle ricerche il sito ha restituito migliaia di reperti, molti dei quali sono esposti al Museo Retico di Sanzeno.
ra questi numerosi oggetti di ornamento, attrezzi e armi in ferro, campanelli, lamine di bronzo e, a partire dall'età romana, monete.
Di particolare interesse risulta una struttura circolare di notevoli dimensioni, databile tra l'età del Rame e la fase iniziale dell'Antica età del Bronzo (2500-2000 a.C. circa).
Si presenta come un ampio recinto circolare di grossi blocchi che racchiude una struttura più piccola forse destinata ad ospitare l'accensione rituale di fuochi, come dimostrano anche alcuni strumenti in selce alterati dal calore.
Sono inoltre presenti piccoli accumuli di ossa umane cremate che portano a mettere l'area in connessione con particolari rituali funerari o propiziatori.
La decisione della Soprintendenza di conservare tale struttura è dovuta ai caratteri di unicità nel panorama dei ritrovamenti effettuati fino ad oggi in Val di Non e al fatto che si riscontrano rarissimi termini di confronto in territorio provinciale ed extraprovinciale.
In Val di Non si tratta del primo caso di sito archeologico visitabile, una prima tappa nell'ambito di un itinerario che trova nel Museo Retico di Sanzeno il polo propulsore e di riferimento per tutto il territorio.