Ala: inaugurate le opere del Simposio a parco Bastie

E le sculture del simposio hanno trovato casa

È sempre di più un parco dell'arte. Le cinque nuove sculture lapidee del Simposio sono state collocate al parco Bastie di via Tre Chiodi, affiancandosi alle sei realizzate nella prima edizione, del 2014. Le opere sono state inaugurate sabato 8 luglio, alla presenza dei curatori e dei rappresentanti dell'amministrazione comunale di Ala. La città, già ricca di tesori artistici, è sempre più città di cultura.
 
Gabriele Gottoli, Jitka Kůsová – Valesvká, Francesco Penci, Simon Rauter e Federico Seppi avevano lavorato, durante il mese di maggio, per oltre due settimane, scolpendo ciascuno una grande pietra da taglio.
Avevano lavorato nei pressi del cantiere comunale di Ala, visitati da cittadini e curiosi.
Gli alensi poterono così ammirare l'intero processo, dal macigno di roccia grezzo, all'opera d'arte conclusa.
Questo stava alla base dello spirito del Simposio: portare l'arte in mezzo alla gente, dall'inizio alla fine.
E così come si era potuto seguire dal vivo la lavorazione e il processo creativo, così ora si possono ammirare le opere finite.
Le sculture non sono finite in un museo o in una qualche galleria, ma resteranno al parco Bastie di Ala, uno dei luoghi della quotidianità della gente di Ala.
 
Le opere sono state presentate sabato 8 luglio. Il taglio del nastro è avvenuto davanti ad un buon pubblico di cittadini, curiosi, appassionati di arte e artisti. L'ampio e placido parco si sta tramutando, e ora si passeggia nell'arte. Le opere sono state posizionate a cornice del parco, in modo da non invadere il verde al centro.
Vari e differenti sono i caratteri delle nuove sculture.
«Dissonanza armonica» di Gabriele Gottoli (veronese di 65 anni) rievoca le immagini futuriste e gioca con le geometrie, è ricavata nel nembro (pietra anch'essa veronese).
«Oberflächenstudie», in origine un enorme blocco di verdello trentino, ricorda un po' la menade di Skopas, e riconduce alla scultura classica nel ritrarre un tronco femminile in torsione.
 
Simon Rauter, l'autore dell'opera (altoatesino di 36 anni) anziché levigarla ha creato un torso con nervature, increspature, potenziando così la suggestione.
Jitka Kůsová – Valesvká è una scultrice ceca (classe 1962), l'unica donna presente al Simposio, e donna è la sua opera.
«Archetypische Frau», la donna archetipo; è sorta da un blocco di pierre beige, pietra marocchina, e ritrae una figura femminile in piedi, col capo chino, in riflessione. È ricca di dettagli, lavorata finemente con lo scalpello soprattutto nel busto e nel volto.
Del tutto diverso l'approccio di Francesco Penci (nato a Lecco nel 1988): i due occhi da mostro di «S(e)guardo» ricordano un diavolo dei fumetti, ed in effetti raffigurare mostri è un'altra passione del giovane sculture lombardo. Ha ricavato da un blocco di rosso di Verona due occhi irati, che rimandano sia alla dimensione autobiografica e spirituale dell'artista, sia alla condizione umana.
 
Infine il trentino Federico Seppi, il più giovane dei cinque con i suoi 27 anni, ha lavorato un masso erratico in granito, agendo però solo superficialmente, scolpendo lungo le linee di fuga dell'acqua, riproducendo così simbolicamente l'azione degli agenti atmosferici.
In «Gutta cavat lapidem» è stata aggiunta sulla sommità una grande goccia in legno ricoperto da foglia di rame ossidato, che rappresenta simbolicamente la natura e l'acqua in questo caso, che è capace, come suggerisce il titolo, di incidere anche sui materiali più resistenti.
 
«È un ulteriore arricchimento culturale per la nostra città – ha detto il sindaco Claudio Soini prima del taglio del nastro – questo parco è il luogo ideale per accogliere le sculture. Per questo noi abbiamo scelto di portare avanti il progetto avviato dalla precedente amministrazione e in particolare dall'allora assessore alla cultura Paolo Mondini.»
L'attuale assessora alla cultura, Antonella Tomasi, ha a sua volta parlato di valore aggiunto per Ala.
«Quell'azione avviata nel 2014 fu dirompente e andava portata avanti per portarla a compimento. Vedere nascere le opere è stata un'esperienza emozionante.»
Era presente anche l'assessore Luigino Lorenzini, che ha coordinato le operazioni con il cantiere comunale per l'allestimento del Simposio.
 
Curatori del Simposio, attraverso le edizioni Osiride (per i cui tipi è stato pubblicato il catalogo) sono stati Remo Forchini e Mario Cossali. I due sono in tutto e per tutto i padri del progetto, fin dalla sua gestazione.
«Perché Ala? Perché ha un deposito culturale tale che può accogliere qualunque altra iniziativa artistica. Perché la pietra? Perché nelle accademie la si lavora sempre meno, e dialoga con le pietre dei palazzi di Ala.
«Il Simposio – ha proseguito Forchini – non si ferma qui, auspico che qualcuno possa raccogliere il nostro testimone.»
 
«Abbiamo scelto un parco pubblico – ha aggiunto Mario Cossali – per portare l'arte tra la gente.
«Questo parco così acquisisce un nuovo significato. Accanto a quello dello svago, ora ha anche un nuovo aspetto urbanistico, un significato artistico.»
Per visitare le opere, non ci sono orari né biglietti.
Basterà infatti recarsi ad Ala, e raggiungere il parco Bastie in via Tre Chiodi.
Oltre alle cinque statue del 2017, si potranno ammirare anche le opere del Simposio 2014, di Markus Gasser, Giuliano Orsingher, Claudio Passamani, Mirko Pavoni, Massimo Reniero e Paolo Vivian.