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«Gli 8 violoncelli» omaggiano musica e montagna

Suoni delle Dolomiti: spettacolo coinvolgente al Rifugio Segantini in Val Rendena

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Un concerto pieno di rimandi alle musiche più diverse, dalla classica a quella per il cinema.
La formazione di Torino ha entusiasmato un pubblico numeroso, salito fino al Rifugio Segantini, con brani di Vivaldi, Bach, Piazzola, Nino Rota, Piovani e molti altri.

Il luogo era uno di quelli che non si dimentica: la conca attorno al Rifugio Segantini. All'orizzonte l'intero sviluppo delle Dolomiti di Brenta con le cime percorse da nubi che, come in un gioco, svelano e celano sagome, lembi di neve, vallette e vedrette.
A monte, invece, i graniti della Presanella pronti a sprigionare i mille colori dei licheni non appena un raggio di sole li colpisce. Più in alto ancora, nascosta da nubi basse, la cima della Presanella.
Uno spettacolo nello spettacolo visto che venerdì scorso - nell’ambito del festival I Suoni delle Dolomiti - al Rifugio Segantini si sono esibiti anche «Gli 8 Violoncelli di Torino» davanti a un folto pubblico eterogeneo con giovani e bambini incantati da un viaggio musicale che ha saputo mettere insieme brani classici e moderni, impegno e leggerezza.
Un appuntamento molto sentito anche dagli stessi musicisti che, proprio con il concerto di venerdì, hanno festeggiato i dieci anni di attività. E l'hanno fatto regalando a tutti un'apertura molto commovente e di grande atmosfera come la Sarabanda di Bach trascritta per 8 violoncelli.
 
Alle atmosfere avvolgenti di Bach ha subito fatto da controcanto l'esuberanza di Vivaldi con i tre movimenti del Concerto per due violoncelli e orchestra che si è mosso tra momenti vivaci, gravi e allegri.
Lieve e quasi sussurrata, capace di muoversi leggera tra i fili d'erba come il vento fresco dei 2300 metri di quota del Rifugio Segantini, è poi arrivata la musica di Hector Villa lobos con il preludio alla prima delle sue Bachianas Brasileras.
Giocosa, e canticchiata mentalmente da tutti, è stata «Ah , vous dirais...», la vecchia canzone d'infanzia francese che aveva ispirato persino Mozart.
Gli 8 Violoncelli di Torino l'hanno reiterpretata con stili diversi, in 8 variazioni - create da Alessio Murgia - ascrivibili idealmente ad altrettanti compositori da Haendel a Bach, da Vivaldi a Strauss fino a Piazzola.
 
Lasciato il mondo della classica l'ensemble si è lanciato in una lunga cavalcata cinematografica proponendo ben tre colone sonore: le atmosfere sognanti de «Il postino» hanno lasciato spazio prima ai movimenti sinuosi e forieri di cupi presagi de «Il padrino» dell'indimenticabile Nino Rota e quindi alla dolcezza e alla leggerezza de «La vita è bella» di Piovani.
Prima della fine c'è stato spazio anche per i ritmi travolgenti de «El gato» di Napolitano e per un salto tra montagne e storia con la trascrizione per violoncelli del classico della Grande guerra «Dove sei stato mio bell'alpino».
 

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