Home | Arte e Cultura | Spettacoli | Tutto è suono con Ernst Reijseger

Tutto è suono con Ernst Reijseger

Ieri alla Sala Congressi di San Martino di Castrozza, per i Suoni delle Dolomiti

image

 

Nel recupero serale, il musicista olandese ha regalato oltre un'ora di improvvisazione nella quale ha sintetizzato tutto l'amore per il suono – animato e inanimato – che lo contraddistingue coinvolgendo il pubblico anche nella creazione dei brani.

Se c'è stato un momento nel quale gli spettatori - accorsi ieri sera alla Sala Congressi Palazzo Sass Maor di San Martino di Castrozza per il recupero serale del concerto de I Suoni delle Dolomiti – hanno scoperto definitivamente chi è Ernst Reijseger è stato quando sulle corde del suo violoncello sono comparse magicamente delle mollette.
Il suono s'è fatto prima rumore e poi suono tribale e di terra grazie a un pizzicato ritmico percussivo; e poi ancora s'è mutato in variazioni aeree con il musicista intento a camminare su e giù per la sala suonando e a tentare ogni contaminazione possibile usando il contatto tra corde, strumento ed elementi dell'arredo come le balconate, il pavimento, le mani dei bambini e del pubblico.
Il tutto senza che i presenti perdessero per un secondo la perfetta comprensione dell'insieme e il piacere dell'ascolto.
 
Reijseger, classe 1954, è uno dei grandi musicisti e violoncellisti dei nostri tempi. Innumerevoli le sue collaborazioni con altri importantissimi nomi del panorama internazionale e le sue esperienze con gli altri linguaggi creativi – basti citare per tutti Werner Herzog. Ma non è solo un violoncellista, è un amante del suono animato e inanimato, della vita della materia.
Quando comincia ad eseguire i suoi brani accade qualcosa di magico e in quelle corde si sintetizza un mondo che diventa nuovo ad ogni passaggio.
E anche ieri sera il musicista olandese non ha mancato di stupire presentandosi in scena con il suo violoncello rosso scuro - oltre a un paio di scarpe da trekking per ricordare simbolicamente che quella performance avrebbe dovuto svolgersi ai 2.581 metri del rifugio Rosetta se il tempo avesse tenuto - suonandolo in modo classico o imbracciandolo come una chitarra per lanciarsi in lungi assoli da bluesman navigato sul quale ha però ricamato vocalizzi che avevano la dolcezza di antiche cantiche ed elegie e ha trasformato la voce nella corda mancante, o in più, dello strumento.
 
I brani, tutte variazioni distinte solo per il numero di esecuzione, sono scaturite da un suono monocorde iniziale, leggero e ripetitivo che ha dato il tempo al pubblico di preparare l'orecchio ai mille colori – non colti al primo ascolto – del motivo e del resto della serata. Non a caso indossa un foulard che è una elaborazione di tutti i colori possibili.
Melodia, suono, fruscii, respiri, rumore, imitazione della natura, sciami d'api o fastidiosi voli di zanzara, uso delle corde, della cassa armonica come membrana per percussioni ma anche per farla vibrare facendo scivolare le dita, interazione con tutto ciò che lo circonda, lo sovrasta o gli sta sotto... l'elenco di ciò che è e fa Reijseger potrebbe continuare a lungo.
Nel bis, richiestissimo, ecco infine anche l'ultima boccata di ironia con una esecuzione via via sempre più veloce, con le dita a scivolare rapidissime sulle corde e magari pronte ad animarsi di vita propria e ad annodarsi tra loro ormai senza più il controllo del musicista – come scherzosamente era accaduto all'inizio dell'esibizione.
Grandi gli applausi del pubblico che ha voluto fermarsi per chiedere autografi e interagire con un Reijseger che non si è assolutamente tirato indietro.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande