48ª Edizione Festival Regionale Musica Sacra

Il programma prevede un fitto calendario di concerti in aprile, maggio e giugno

>
Giunto al traguardo della 48ª Edizione, il Festival Regionale di Musica Sacra licenza un calendario fitto di appuntamenti, interessanti le chiese regionali e finalizzati all’esplorazione del repertorio musicale ispirato dal sentimento del sacro.
Nella coscienza di trattare un fenomeno di straordinaria continuità storica dal Medioevo ai giorni nostri, la programmazione artistica della manifestazione rispetta direttive consolidate, guardando al passato per proporre il riascolto dei capolavori riconosciuti o per riscoprire pagine inedite e volgendosi al presente nel commissionare o accogliere opere di autori contemporanei.
Altrettanto abituale il comportamento nelle modalità di allestimento, privilegiando progetti coinvolgenti le risorse artistiche locali, corali e strumentali, i giovani musicisti esecutori o creatori, senza rinunciare al prestigio di qualche sigla di rinomanza internazionale.
Come sempre il calendario presenta appuntamenti distribuiti su entrambe le Province di Trento e Bolzano vantando così una regionalità che costituisce un unicum nel panorama dell’iniziativa culturale del territorio.
 
Volendo tuttavia considerare i concerti trentini, una caratteristica interessante dell’edizione 2019 è il paritetico rapporto tra le produzioni direttamente realizzate dal festival e l’ospitalità verso altre manifestazioni, come se la quasi cinquantennale presenza del Festival avesse trasformato il mese di maggio nel mese destinato specificamente alla musica sacra.
Produzione diretta del Festival sono i programmi dedicati al tema del Requiem: il testo della liturgia per i defunti ritesse il filo con le scorse edizioni della manifestazione, mettendo a confronto mondo cattolico e protestante, partendo dal Requiem in fa magg. del veneziano Antonio Lotti (una produzione che sarà anche presentata a Pordenone nell’ambito del relativo Festival Internazionale di Musica Sacra) affidata alle cure filologiche della Cantoria Sine nomine con l’Ensemble Labirinti Armonici proseguendo con la rara partitura, con orchestra di fiati del bergamasco (ma d’origini austriache), Johann Simon Mayr (a Trento e ad Ala, grazie alla lettura del Coro da Camera del Conservatorio di Trento con l’Orchestra barocca San Marco di Pordenone per la direzione di uno specalista come Paolo Faldi) e quindi con la versione per soli coro e pianoforte a quattro mani del celeberrimo «Requiem tedesco» di Johannes Brahms (a San Michele all’Adige e ancora a Trento, affidato alle cure di Alessandro Arnoldo con la corale trentina Ad Majora, il Coro Antiche Armonie di Bergamo).
 
Opere nuove all’ascolto odierno presenta poi la proposta dell’Ensemble Arco Antiqua diretto da Guido Trebo, alternando alla firma del badiota (ma poi operativo a Rovereto) Giovanni Battista Runcher, il napoletano, illustre operista ma assai meno noto nella sua produzione sacra, Pasquale Cafaro.
Il resto del calendario s’avvale di collaborazioni virtuose: con il neonato Festival Effetti Corali si sperimentano le strade del cross-over, dove il colto incrocia il popular, ai confini tra sacro e profano: tale l’operazione che rilegge la «Buona Novella» di Fabrizio De Andrè (Trento, Sala Filarmonica grazie al progetto curato da Lorenzo Donati, maestro toscano ma docente al Conservatorio di Trento), omaggiando il ventennale dalla scomparsa del cantautore genovese.
Con il Festival Trento-Musicantica sarà per la presentazione-concerto del volume «La musica per tastiera di Laurence Feininger», abbinato all’arte figurativa, grazie alla contemporanea mostra (in P.zza Duomo a Trento), concertata con l’associazione Hortus Artieri.
Con l’Orchestra Haydn, stavolta produttiva di un programma interamente strumentale imperniato sulle mozartiane «sonate da chiesa».
 
Altrettanto strumentale con le opere di Biber, Fischer e Schmelzer il programma eseguito dall’ensemble Fidicinium al motto «Laudate Dominum in chordis et organo».
L’Organo è sempre presente nelle sue funzioni di basso continuo ma pure singolarmente (ad Avio con Ubaldo Rosso al flauto e Nicola Sari all’organo) a Centa e Trento con il coro per la Messa di Dvorak proposta da una formazione corale di fresca costituzione «Gruppo vocale armonia» diretto da Mariano Ognibeni.
Da non trascurare infine l’ospitalità offerta dal Festival alle istituzioni didattiche (i Conservatori e le Scuole Musicali) in un percorso che esprime sempre più mirate energie produttive con tutta la freschezza investita dal target giovanile che ne contraddistingue l’attività.
A fianco alle collaborazioni artistiche, Il Festival vive anche grazie al sostegno di enti pubblici e privati: i Comuni (Borgo Valsugana, Brentonico, Ala, Avio), le pro loco o circoli culturali (di San Michele all’Adige, di Pomarolo) la Fondazione Caritro, accanto agli sponsor generali della manifestazione, Province di Trento e Bolzano e Regione Trentino-Alto Adige.