Concerto dei musicisti boemi domenica 19 maggio alle 9
Al termine della messa, nella chiesa di Valle San Felice si terrà un concerto con la partecipazione del Coro interparrocchiale della Valle di Gresta
Domenica 19 maggio alle 9, al termine della messa, nella chiesa di Valle San Felice si terrà un concerto con la partecipazione del Coro interparrocchiale della Valle di Gresta e di un gruppo di musicisti della Repubblica Ceca.
In quest'occasione, sarà donata alla chiesa della valle una vetrata artistica copia di una delle 8 vetrate della chiesa di Svarov (Repubblica Ceca), località che ospitò i profughi grestani durante la Grande Guerra.
Si esibiranno gli studenti del Ginnasio e della Scuola musicale di Praga: Pavol Praženica, pianoforte; Ema Kupková, oboe; Jan Bostl, clarinetto; Jáchym Linka, fagotto; Ludmila Rišková, corno.
In scaletta: Bedřich Smetana: Polka G-moll; Sogni: In Boemia La festa dei contadini Boemi. Gaetano Donizetti: Concertino B-dur per clarinetto (Andante, Allegro); Tomaso Albinoni: Concerto per corno B-dur; Domenico Cimarosa: Concerto per oboe: I. introduzione, II. Siciliana, III. Allegro giusto; Ludwig van Beethoven: Quintetto per pianoforte e strumenti a fiato Es-dur - op. 16; I. Grave Allegro ma non troppo; II. Andante cantabile.
Il legame che unisce la comunità grestana con alcune popolazioni della Repubblica Ceca ha origini lontane, che affondano nella Grande Guerra, quando a seguito dell'entrata nel conflitto del Regno d'Italia contro l'Impero Austro ungarico, circa 100.000 civili trentini vennero costretti ad abbandonare i propri paesi.
Tra questi vi furono anche gli abitanti della Val di Gresta che, il 22 Maggio 1915, dovettero abbandonare le proprie contrade.
Donne bambini anziani (ricordiamoci che la popolazione maschile era già partita, mobilitata nelle file dell'esercito Austroungarico) furono caricati in treno ed evacuati nelle terre del Regno di Boemia, corrispondenti all'attuale Repubblica Ceca.
I grestani vennero ospitati/alloggiati nelle case dei locali boemi (perlopiù paesini rurali) e, pur con mille difficoltà, diedero un aiuto e istaurarono in molti casi fraterni rapporti che continuarono poi anche dopo il rientro in Trentino, ormai italiano, nel 1919.
In tutto il XX secolo vi furono sporadici contatti e interscambi tra queste due comunità, ma fu soprattutto a partire dalla fine degli agli Sessanta che si riuscì a intessere rapporti più stretti, con viaggi e incontri che hanno rinsaldato i rapporti cooperativi e culturali tra le due comunità.