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Si è chiuso il Festival CinemaZERO 2023: questi i verdetti

Anche quest’anno il Festival CinemaZERO ha portato con successo il cinema indipendente al teatro Sanbapolis di Trento

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Giunto alla sua sedicesima edizione, anche quest’anno il Festival CinemaZERO ha portato con successo il cinema indipendente al teatro Sanbapolis di Trento.
Dal 30 novembre al 3 dicembre, il ricco programma ha esplorato il concetto di «cinema zero» proponendo al pubblico sia film a bassissimo budget che hanno segnato l’esordio di grandi registi sia 54 cortometraggi internazionali suddivisi nelle varie sezioni del concorso.
A questi si sono aggiunti i 12 corti di SguardoZERO, opere entro i 5’ realizzate da under 30 affiancati da tutor esperti al termine di un workshop volto a fornire i primi strumenti per approcciarsi alla produzione cinematografica.
 
Nella serata di domenica 3 dicembre il direttore artistico del festival Guido Laino e Valentina Farinon, presidente di ATU che, insieme a il Funambolo, organizza il festival, hanno annunciato i film vincitori delle varie sezioni del concorso, che si sono aggiudicati dei buoni acquisto presso ADCOM.
Degli oltre 400 corti di vario stile, linguaggio e genere arrivati da ogni parte del mondo, 16 sono state le opere finaliste in concorso per la sezione principale di FCZ2023. Tra queste, la giuria ha deciso di premiare Flyby Kathy del portoghese Pedro Bastos, mentre il premio del pubblico, che ha potuto esprimere il suo gradimento nel corso delle proiezioni, è andato a Scam Poetry dell’italiano Carlo Piscicelli, con il voto medio di 4,31 su 5.
 
Se la fresca ironia di Scam Poetry ha conquistato il pubblico in sala, la giuria – composta da Miro Forti, Luca Sebastiano Insinga, Guido Laino, Chiara Marsilli, Matteo Pellegrini e Elena Tonezzer – ha, invece, valorizzato il lavoro sull’immagine e sul repertorio di found footage compiuto da Pedros Bastos. Con Flyby Caty, il regista portoghese esalta la dimensione performativa del cinema, «mostrando l'elemento materico del lavoro di archivio e di rielaborazione, riuscendo però al contempo a mantenere il fuoco della propria ricerca sulla vicenda narrata e sulla sua protagonista».
 

 
Il premio MUSE - «Visioni oltre l’Antropocene» è stato assegnato a 20 ans, c’est quelques jours di Sylvain Dufayard. Ai corti di questa sezione era affidata la riflessione sul critico rapporto tra uomo e pianeta, in un tentativo di immaginare una convivenza armonica tra natura ed esseri viventi. In tale contesto, il film francese è stato premiato dalla giuria per la sua capacità di «offrire prospettive plurime sul tempo che viviamo e nel cercare di costruire collettivamente visioni di futuri, mettendo al centro la componente umana e la condivisione di immaginari in cui riflettersi».
 
Per la sezione SguardoZERO, è stato ancora una volta il pubblico in sala a scegliere i tre corti vincitori: al primo posto si è classificato IN VASO di Maddalena Rossi, Matteo Ranzi ed Elena Schiberna; al secondo posto L’avventura di un miope di Federico Teli e Jacopo Endrizzi; al terzo posto Italiano di Dominik Cuccarese e Adele Camuffo.
La sedicesima edizione del Festival CinemaZERO ha visto una grande partecipazione di pubblico, sia alle serate – davvero molto affollate – sia nelle sessioni pomeridiane, con una presenza di giovani, molti dei quali studenti universitari, davvero sorprendente.
 
Ma la partecipazione è stata anche dietro le quinte, con l’impegno di più di 25 volontari che con entusiasmo si sono occupati di aspetti organizzativi, di comunicazione e anche di traduzioni e sottotitolazioni, visto che molti dei film proiettati al Festival erano alla loro prima (e forse unica) proiezione in Italia.
Il pubblico ha affollato anche il «backstage», uno spazio dietro allo schermo pensato per ingannare il tempo tra le diverse sessioni di proiezioni, come una specie di cineforum informale con qualcosa da mangiare e da bere e tanti film di cui discutere.
 
Tanti i contributi anche alla proposta della piccola installazione «Nel cinema cerco…», a cura di Marta Pilotto, sui cui foglietti colorati appesi alle pareti del teatro era possibile scrivere la propria idea. D’altra parte il Festival CinemaZERO da sedici edizioni prova a dare una risposta concreta e plurale anche a questa domanda, portando al suo pubblico anche quel cinema artigianale, indipendente, spesso sperimentale a cui altrimenti non si avrebbe accesso.

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