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Lettere al direttore – Paolo Farinati

L'Autonomia Speciale del Trentino: ce la meritiamo ancora, o forse necessita di essere rinvigorita?

Leggo in queste giornate di fine 2022 e di inizio dell'Anno Nuovo più riflessioni politiche in merito al futuro destino della nostra Autonomia Speciale trentina. Sia di esponenti dell'attuale maggioranza che governa la nostra provincia, che di chi siede sulle poltrone della minoranza in Consiglio provinciale.
Lo ritengo un dibattito utile, se non indispensabile. In tempi come questi, in cui le Istituzioni camminano ad un ritmo assai inferiore degli eventi umani. Ovunque accadano.
Per vari aspetti colgo, mio malgrado, una conoscenza talvolta parziale dell’attuale realtà che ci circonda. Sia guardando a nord che a sud del nostro amato Trentino.
 
Da qui la naturale domanda: l’Autonomia Speciale ce la meritiamo ancora o ha bisogno di essere rinvigorita da visioni, idee e scelte nuove quanto improrogabili?
Ad esempio: in campo economico e produttivo, siamo consapevoli che il Prodotto Interno Lordo complessivo e individuale per abitante di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è molto superiore al nostro trentino?
Inoltre, siamo a conoscenza della qualità media della sanità di queste tre Regioni rispetto alla nostra locale?
Sappiamo del nostro debito sanitario che annualmente dobbiamo pagare verso queste stesse tre Regioni?
 
Aggiungo, guardando questa volta a nord: siamo informati che l'Alto Adige Sudtirol nel 1972, data della seconda e ultima revisione dell’Autonomia Speciale, è partito pressoché alla pari del nostro Trentino, nel 2022 ha potuto contare su un bilancio della Provincia di Bolzano di ben 6 miliardi e mezzo di euro, quindi di ben circa 1 miliardo e 800 milioni circa superiore al nostro della Provincia Autonoma di Trento?
E, attenzione, qui non c'entra alcunché la variabile relativa alla salvaguardia della minoranza etnica, in quanto il suddetto significativo delta di risorse finanziarie deriva in gran parte dai nove decimi dell'IVA incassata in Alto Adige e che lo Stato italiano storna a Bolzano (!).
 
In altre parole più semplici, i vicini cugini dell'Alto Adige Sudtirol sono capaci annualmente di produrre più ricchezza.
Ciò si traduce pure in un reddito medio pro capite per abitante assai più elevato che in Trentino.
L'effetto immediato e facilmente verificabile sono i nostri molti giovani che ormai da anni prendono ogni mattina il treno e vanno a lavorare a Bolzano e in Alto Adige Sudtirol in genere.
È il positivo risultato di politiche responsabilmente adottate da quella nostra comunità cugina, capaci di dar vita nei decenni ad una vera economia alpina, che fa da esempio almeno in tutta l’Europa.
 
Mi sono permesso di precisare questi dati, anche quelli riferiti al Veneto, alla Lombardia e all’Emilia Romagna, in quanto le importanti differenze che si evidenziano derivano naturalmente anche dalle diverse scelte fatte dalla politica in queste diverse Regioni.
La vera sfida del Trentino di oggi e, soprattutto, di un domani palesemente ormai vicino, è quella di attuare concretamente un’autentica politica per l'ambiente e per i giovani.
Abbiamo le strutture per poterlo fare subito e con maggior efficacia: Istituti superiori, Università di Trento ed FBK in primis.
A cui aggiungo, da roveretano, il Progetto Manifattura Domani e i necessari percorsi produttivi innovativi legati alla Meccatronica.
 
Qui mi rifaccio alle tre T individuate anni fa dal prof. Richard Florida, variabili individuate per dare sviluppo e benessere ad ogni comunità, piccola o grande che sia: Talento, Tecnologia e Tolleranza.
Dobbiamo saper richiamare e fermare da noi i giovani Talenti.
E sono tanti, dobbiamo crederci. Sono e saranno necessari per l'innovazione Tecnologica e conseguentemente produttiva.
L'essere Tolleranti è qui sinonimo di accoglienza e di solidarietà. Il Trentino, come l'Italia del resto, è una comunità vecchia, l'età media dei trentini è elevata rispetto ad altre popolazioni europee vicine.
 
Quindi, dobbiamo saper richiamare e ospitare giovani validi e capaci da ogni parte del mondo, di ogni religione e di ogni pensiero politico.
Qui sta la vera tolleranza che ci potrà dare subito e in futuro un vantaggio competitivo significativo.
Un mix necessario per un rinnovato benessere.
 
Pensiamoci da subito, e la politica decida in merito con urgenza e sana lungimiranza.
Alcide Degasperi pose alla base dell'Autonomia Speciale del Trentino, accanto alla specificità di essere Comunità di confine, parimenti all'Alto Adige Sudtirol, alla Valle d'Aosta e al Friuli Venezia Giulia, anche la necessaria capacità di fare bene con meno risorse.
Una sfida non da poco, ma che abbiamo saputo onorare per vari decenni dal 1946 ad oggi.
Ritengo, però, che questa spinta motivazionale si è forse esaurita, o quantomeno ridotta, tra Salorno e Borghetto da più anni.
 
Abbiamo si creato un sistema comunitario virtuoso, ma parimenti ubriacato dalle eccessive e, forse talvolta, mal collocate risorse pubbliche.
Qui ci vuole un profondo e onesto esame di coscienza. Sia da parte della politica, di ogni colore, che di tutte le parti economiche, sociali, cooperative e associative.
In sostanza, da parte di tutte e di tutti noi, nessuno escluso. È in gioco la responsabilità che ogni generazione ha nei confronti di quella che segue.
 
Dobbiamo, come trentini, essere consapevoli che siamo sì bravi, ma non più i migliori.
La politica e ognuno di noi come cittadino sono chiamati in causa.
Certe decisioni non possono più essere rinviate. Decidere, talvolta anche sbagliando, è sempre meglio che il non decidere.
Ce lo dice la storia e la cronaca di ogni giorno.
Pur essendo poco più di 500mila persone, come abitanti del Trentino abbiamo l'onore e l'onere di decidere per il futuro nostro e, senza alcuna retorica, di contribuire per un domani migliore dell'intera umanità.
Ciò non ci deve spaventare, ma solo stimolare e gratificare.
 
E qui torna protagonista la Politica e coloro che vi si dedicano a vari livelli.
A loro spetta, con le idee, le visioni e i progetti il dare e ridare il giusto ruolo alla Politica stessa.
Non è colpa dei cittadini se questi sono sempre meno vicini ai dibattiti sulla res publica.
Spetta a chi svolge funzioni politiche tenere vicino e partecipe ognuno di noi alle sorti della comunità più vicina.
 
Anche in Trentino non mancano i bravi giovani amministratori pubblici. Diamo loro fiducia, sono indispensabili per la loro forza e le loro nuove visioni.
Sono, forse, più capaci e coraggiosi nell’affrontare i temi globali.
«Ce lo dimostrano – parole di poche ore fa del Presidente Sergio Mattarella – le ragazze dell’Iran e i ragazzi russi che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra e alle discriminazioni».
«Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani – ha continuato il Presidente Mattarella – raccogliamo le loro speranze e facciamole nostre.»
 
È una sfida vitale che anche il nostro Trentino deve raccogliere, da subito. Siamo, ahi noi, in presenza di un livello politico - culturale assai inferiore che in passato.
È un dato oggettivo, che non deve offendere alcuno. Proprio per questo, innanzi alle sfide odierne e future, confido sempre più nelle nuove conoscenze, nella forza, nell'immaginazione, nel coraggio, nella tenacia e nell'audacia dei nostri giovani.
In autunno noi trentini abbiamo una grande occasione: le elezioni provinciali.
Valutiamoli serenamente i nostri giovani, diamo loro l’occasione di essere protagonisti davvero.
Accompagniamoli, ma lasciamo poi che possano liberare la loro politica.
Io ci credo.

Paolo Farinati

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