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«Autonomia, dal principato Vescovile all’Euregio»

Nella mostra a Palazzo Trentini le tappe di una storia lunga mille anni, visitabile fino al 17 settembre prossimo

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«Un modo per far conoscere ai cittadini i passaggi fondamentali della storia autonomistica, che è stata una plurisecolare manifestazione del “far da sé”».
Con queste parole il presidente del Consiglio provinciale ha inaugurato questo pomeriggio nell’atrio di palazzo Trentini la mostra temporanea «Mille anni di autonomia, dal Principato all’Euregio», a cura di Carlo Andreotti e del fotografo Claudio Rensi.
La rassegna, che rappresenta il culmine delle numerose iniziative pensate ed organizzate per commemorare i 50 anni dal Secondo Statuto di autonomia ripercorre, attraverso una serie di pannelli descrittivi impreziositi da una ricca selezione di documenti e materiale fotografico, la faticosa e insieme fantastica avventura della popolazione trentina alla conquista dell’autonomia.
 
Carlo Andreotti ha spiegato le difficoltà nel fare una sintesi dell’immensa letteratura esistente sull’autonomia e come l’esigenza di realizzare qualcosa di diverso abbia portato alla costruzione di un percorso divulgativo, didattico, ma nel contempo semplice ed attrattivo, con immagini potenti e significative e brevi testi didascalici.
Dagli usi civici alle regole, dalle proprietà collettive alle straordinarie vicende della Magnifica comunità di Fiemme la mostra, arricchita da un pregevole catalogo, è un racconto fotografico lungo dieci secoli, su un filo che nel tempo ha sempre mantenuto un elemento di fondo: la volontà del territorio e della gente trentina di essere e rimanere autonomi.
 
Intervenuto in chiusura, lo storico Giuseppe Ferrandi ha sottolineato l’importanza del cinquantenario e la mobilitazione di uno straordinario numero di soggetti attorno a questo appuntamento.
«Per essere autonomi – ha detto – bisogna sentirsi autonomi, E questo si realizza attraverso la cultura, l’informazione e una rilettura della storia che tenga conto di tutti i punti di vista.»
 
«Il mio auspicio – ha concluso il presidente del Consiglio – è che il futuro ci riservi anche la ripresa del percorso necessario alla scrittura di un terzo Statuto.
«Cinquant’anni dopo il secondo, c’è bisogno di questo nuovo colpo d’ala, che va progettato alimentando la prospettiva Euregio e quindi dentro una logica transfrontaliera, coerente con l’idea di un’Europa fatta dai popoli e dai territori oltre che dagli Stati.
«Trentino e Sudtirolo possono diventare sempre più moderni e sempre più inseriti nel cuore dell’Europa, ma devono farlo confrontandosi tra di loro e provando assieme a costruire il futuro.»

In via Manci, 27 a Trento, fino al 17 settembre prossimo.

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