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«La collana», allo Spazio Foyer dal 10 al 21 ottobre 2022

Tra le collane più corpose in mostra, quella dello xilografo Luigi Golin, ideatore del progetto – Inaugurazione 10 ottobre ore 17

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Favorire l'incontro e la collaborazione tra artisti diversi, stimolare la ricerca e la sperimentazione con linguaggi artistici differenti, questi gli obiettivi primari del nuovo progetto promosso dallo Spazio FoyEr di Trento e godibile in galleria dal 10 al 21 ottobre.
Titolo «La collana», ma in realtà si tratta di più collane: piccoli libri d’arte stampati in calco o xilografia e completati da interventi diretti di varia natura realizzati da artisti sparsi in tutta Italia e non solo.
 
L’incisione alla base del libricino, è il fil rouge che lega – come in una lunghissima catena – ogni collana su cui artisti differenti sono intervenuti secondo la propria sensibilità e gusto: ad acquerello, tempera, acrilico, olio, collage con carta e stoffa, stampa xilografica e calcografica, calligrafia, disegni a matita, penna, pastelli, cera...
La natura dell’iniziativa è senza dubbio giocosa, ma assolve comunque all’obiettivo iniziale di valorizzare il mondo dell’incisione e far prendere coscienza che cultura e arte possono trovarsi anche in piccoli oggetti quotidiani, come ad esempio un libricino.
 
La risposta degli artisti all’iniziativa è stata positiva e molte sono state le collane che, da metà 2021 ad oggi, sono andate ad arricchire il progetto. Alcune collane si sono fermate a pochi esemplari, altre invece si sono sviluppate in progressive serie parallele o hanno seguito strade proprie, introducendo novità all’idea iniziale.
Tra le collane più corpose in mostra, quella dello xilografo Luigi Golin, ideatore del progetto.

«Gufi e civette a quattro mani» è il titolo della sua raccolta, che conta ormai quasi 70 esemplari arricchiti da variegati e fantasiosi interventi.
Infine, va aggiunto che «La collana» nasce anche dall’esigenza di ricreare quel tessuto di relazioni artistiche e umane che si è consumato durante l’emergenza sanitaria. Una sollecitazione rafforzata anche dall’allestimento che consentirà al pubblico un’esperienza immersiva: le opere potranno essere viste da vicino e toccate, togliendo così «la sacralità all’oggetto artistico per restituire l’idea che arte e cultura sono anche chi guarda» come sottolinea la curatrice della mostra Emilia Bonomi.

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