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A Palazzo Trentini le ultime dall’arte in Trentino Alto Adige

Inaugurata a Trento dal presidente Kaswalder la mostra Logos Manìa-Logo Smània

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Trentadue artisti per trentadue opere, un’agile carrellata tra tante sensibilità ed estetiche diverse, accomunate dall’espressione del «logo e del logos», dell’«immagine e della parola».
Questo propone la VII Biennale d'arte dell'associazione F.i.d.a. (Federazione italiana degli artisti), soggetto culturale significativamente attivo in Trentino ma anche in Alto Adige, con una più che apprezzabile strutturazione regionale.
La Presidenza del Consiglio provinciale, archiviata pochi giorni fa l’ottima esposizione delle opere scultoree del fassano Reinhold Cigolla, ha inaugurato oggi questa rassegna negli spazi espositivi di palazzo Trentini a Trento, presente anche il vicecommissario del Governo, Massimo Di Donato.
 

La curatrice della mostra Barbara Cappello.
 
La biennale di F.i.d.a. - l’ha detto anche il presidente Walter Kaswalder, facendo gli onori di casa, affiancato anche dall’assessore regionale Lorenzo Ossanna - è molto attesa dopo lo slittamento causa pandemia dell'edizione inizialmente prevista nel 2021.
Dopo «Kosmos kairòs anthropos» (titolo appunto della VI edizione) ora ecco «Logos manìa | Logo Smània», un'accattivante allitterazione che invita alla scoperta della fervida vena immaginativa ed espressiva di pittori, scultori e fotografi trentini e altoatesini (di lingua italiana).
Tanti gli spunti anche tecnici di interesse per chi ama l’espressione artistica.
 

 
Luciana Antonello scrive con l’inchiostro giapponese su carta indiana fatta a mano; Stefano Benedetti propone immaginifiche visioni urbane con la videoart; Barbara Cappello prima fotografa e poi lavora con smalti, china e filo oro; Stefano Ghezzi mette mano a frese e scalpelli; Silvana Ippolito assemblea il bronzo e il cristallo; Sarah Mutinelli moltiplica singolari omini-nuvola utilizzando legno, pelle, ferro e acrilico; anche Valentina Niccolini rielabora (col pennarello) immagini fotografiche per contrapporre apparenza ad essenza; Luciano Olzer giunge poi alla vera e propria pittura fotografica, disegnando affascinanti geometrie luminose su fondo nero; Arianna Tait espone un’installazione green, fatta di juta, cortecce, rami e colla naturale.
 

 
Molti davvero gli artisti con la macchina fotografica, vedere anche i nudi di Andrea Pozza e i landscape di Sergio Schiavini.
Senza dimenticare, naturalmente, le molte opere che cercano e ottengono l’originalità pur con tecniche più classiche.
Ne esce uno spaccato vivo e affascinante di quanto sta succedendo negli atelier di pittori e scultori della nostra terra, condensato anche nel catalogo, che porta il contributo critico di Fiorenzo Degasperi e un testo introduttivo della presidente di Fida, Barbara Cappello (che poco fa ha voluto ringraziare Kaswalder per avere accolto l’iniziativa culturale della federazione).
 

 
Proprio Degasperi ha fatto invece l’esegesi filosofica del titolo di questa rassegna: il riferimento a logo e logos come elogio della molteplicità dei linguaggi espressivi, opposto dell’appiattimento monotematico, dei manierismi, dei manicheismi.
Kaswalder evidenzia che proprio questo la sua Presidenza vuole perseguire: l'indagine sull'arte che matura in Trentino, la valorizzazione delle sue migliori espressioni, l'opportunità di incontrare il pubblico, con il valore aggiunto di trovarsi dentro la sede del parlamento dell'autonomia provinciale.
E ben venga se poi alcuni degli artisti in mostra eguagliano o raggiungeranno il valore e la notorietà di altri pittori e scultori affiliati in passato a Fida, come Sartori e Winkler, Wolf e Senesi, Bonacina e Schweizer, solo per citarne alcuni.

Logos Manìa - Logo Smània.

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