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«Segni su carta» a Palazzo Libera di Villa Lagarina

Inaugurata sabato scorso la mostra personale di Franco Chiarani, a cura di Giancarla Tognoni


Foto di Vanessa Berlanda.

È stata inaugurata sabato scorso la mostra personale di Franco Chiarani, a cura di Giancarla Tognoni, «Segni su carta».
L’allestimento è visitabile a palazzo Libera fino al 19 gennaio nei giorni venerdì, sabato, domenica, 26 dicembre e 6 gennaio dalle 10 alle 18.
Per il vicesindaco e assessore comunale alla cultura Marco Vender.
«È questa la nona mostra del 2019 che offriamo al pubblico di Palazzo Libera, a conferma di uno spazio espositivo riconosciuto e apprezzato nel panorama dell’arte contemporanea.
«Nel periodo delle festività ospitiamo un pittore, Franco Chiarani, che non ha bisogno di presentazioni, avendo saputo raccogliere importanti riconoscimenti in Italia come all’estero.»
Per la curatrice: «Un dipinto è la raffigurazione di un attimo, sospeso e quasi strappato al suo tempo, che lascia l’osservatore a immaginare storie e vite nascoste nel prima e nel dopo del momento fissato nell’opera: perché quel preciso momento solo lì esiste, non era e non sarà mai più.
«Nella vita quotidiana, forse, non lo si sarebbe neppure percepito, mentre nel quadro questo attimo diventa speciale, si dilata e rende evidente quello che altrimenti ci sarebbe sfuggito.»


 
 Franco Chiarani nasce ad Arco nel 1946 
Autodidatta, esordisce in mostra personale nel 1978 a Padova, iniziando un percorso di rilievo che lo conduce oltre a numerose e significative tappe italiane, a esporre in Germania, Stati Uniti e Francia. Intensa la partecipazione a rassegne collettive.
Legato a canoni sostanzialmente figurativi, l’artista propone un personale linguaggio espressionista, ricco di simbologie ed elementi trasfigurativi della realtà visibile, relazionata ad altri scenari talora scaturiti dal vivere quotidiano, talora offerti dalla cronaca del suo tempo.
«Succede – prosegue Tognoni – per la luce che pervade un paesaggio o per l’espressione di un volto, colta in un preciso minuto: potrebbe non essere il momento più bello o più importante, ma lo diventa perché tutti gli altri si perdono nel volgere del giorno e solo quello fissato sul foglio o sulla tela acquista una sua speciale immortalità.
«E non solo. La puntualità dell’opera fa emergere anche una diversa possibilità di lettura: improvvisamente fermate in un segno, in un colore, si vedono storie che nel quotidiano non emergono, si intuiscono segreti e sentimenti accuratamente nascosti nella distrazione creata dal movimentato trascorrere del tempo.
«Le figure e le luci di Franco Chiarani, più di altre, rendono vero questo pensiero. Sono astrazioni di situazioni reali, sono momenti che, una volta impressi nelle carte - le amate carte che il pittore da sempre usa e che lo ripagano con una docilità inaspettata - acquistano una dimensione completamente nuova e allo stesso tempo misteriosa, che induce l’osservatore a immaginare che tra le forme sinuose nulla sia ordinario, anche se rubato al vivere quotidiano.
 
«Talvolta spiccano nel quadro delle presenze ben definite, che sembrano osservare più che mostrarsi, –prosegue Tognoni. – Guardano il mondo oltre il confine della loro cornice, con schiettezza quasi sfacciata o con una malcelata noia. A volte invece sono nascoste fra le linee sinuose di paesaggi rarefatti o nelle forme più regolari di interni segnati da porte o suppellettili appena definite, ignare o disinteressate di chi le osserva e si sforza di coglierne l’espressione, intuendo che hanno una storia che non sempre, e non a tutti, vogliono raccontare.
«Perfino i paesaggi, anche quelli più noti e familiari al pittore, acquistano nei suoi dipinti una identità nuova: diventano essi stessi delle personificazioni, con propri stati d’animo, emozioni segrete. Lo stesso profilo di monte, dipinto in momenti successivi, diviene raffigurazione di umori e di suggestioni profondamente e straordinariamente differenti.
«La pittura di Chiarani è un mondo affascinate e ricco di mistero: la composizione di ogni quadro è sempre così ben bilanciata e la scelta cromatica così equilibrata, da indurre una prima impressione di misurata calma, un tempo fermo. Ma si tratta di una dissimulazione voluta, per nascondere quello che invece si può cogliere quando ci si immerge negli infiniti dettagli, nei tratti che a un tempo rivelano e nascondono un mondo complesso di passioni, di sentimenti, di pensieri.
«Chi vuole coglierne l’essenza, chi vuole ascoltarne la voce, non deve fermarsi al primo attimo - sospeso e fisso come un respiro trattenuto - ma deve indulgere con lo sguardo sulle linee che il gesto sapiente dell’artista ha tracciato per far solo intravedere la storia che vuole raccontare».
 
Per approfondimenti sulla partecipazione a mostre di Franco Chiarani si rimanda al sito del Comune.

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