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Museo Pietra Viva, storia e tradizione di una comunità

Ieri pomeriggio la visita del presidente Fugatti e del vicepresidente Tonina a Sant’Orsola

Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e il vicepresidente Mario Tonina hanno visitato ieri pomeriggio il museo Pietra Viva di Sant'Orsola, dopo la riunione della Giunta provinciale avvenuta nel corso della mattinata nel municipio della località della Valle del Fersina.
Ad accompagnarli i sindaci di Sant'Orsola Andrea Fontanari e di Palù del Fersina Franco Moar, assieme ai due assessori della Giunta comunale di Sant'Orsola Mauro Paoli e Marta Alberini.
 
I rappresentanti istituzionali sono stati guidati dal responsabile del museo Filippo Broll tra i vari ambienti espositivi, che attraverso la storia mineralogica e i materiali etnografici che custodisce, racconta la storia e le tradizioni della comunità di Sant'Orsola nel corso degli ultimi cento anni.
Il museo Pietra Viva è collocato in un edificio storico in località Stefani e dagli anni Trenta dell’Ottocento al 1923 è stato sede del Comune.
Ora l’edificio che ospita il museo è un bene architettonico tutelato e protetto dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia.
 
I suoi esterni e una sala interna sono stati affrescati da un certo Albertini Pietro di Lavis, le cui opere presenti sono anche le uniche di cui si è a conoscenza.
L’edificio era posto come crocevia di un circuito economico-politico di rilievo, divenuto anche culturale nel 2008, anno della completa ristrutturazione del bene architettonico.
 
Il nucleo originario del museo Pietra Viva custodisce la collezione di minerali donata dai gemelli Pallaoro Lino e Mario, oltre ad altre collezioni donate da privati: una bottega del falegname e una del calzolaio. Fanno parte del patrimonio del Museo arredi e materiali etnografici.
All'esterno è stata ricostruita una piccola miniera, dove i bambini possono andare alla ricerca di minerali, un torrente per la ricerca dell’oro, nonché delle installazioni legate all’attività mineraria nel bosco.

Il corpus principale si è arricchito nel tempo con diverse acquisizioni legate alle tematiche principali, fino ad arrivare negli anni 2018/19 con la collezione di minerali di provenienza internazionale (studio Edward Dukel) e l’archivio malacologico personale di Luciano Grosselli.
Entrambi sono parte del percorso museografico dal 2020.

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