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La scena di «Madchester» – Di Roberto Vivaldelli

La storia di un periodo fondamentale per la storia del rock

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Manchester negli anni ’80 era conosciuta per aver partorito una delle più grandi band inglesi di sempre, i New Order.
E’ proprio dall’inizio di questa nuova avventura di Peter Hook e soci senza il defunto Ian Curtis che possiamo cominciare a parlare e porre le basi per quell’ondata che si è voluta chiamare «Madchester».
 
I New Order, infatti, contribuiranno parecchio alla nascita della musica House.
Alcuni lo chiamavano Synth-pop, techno-pop o elettro-pop ma il suono del trio mancuniano aveva le sue peculiarità.
 
Si creò un fermento tale che trasformò il famoso locale Northern Soul «Hacienda» a club house, nel ’87.
Nell’anno successivo nello stesso locale si festeggia la «Summer of Love»; cambia la musica e cambiano anche le droghe, L’ecstasy fa la sua entrata prepotente fra i frequentatori di queste discoteche House.
 
Il mondo del rock osserva e poi viene contaminato e trascinato in questa nuova stagione da figli dei fiori: le due band principali a cui va il merito di questa rivoluzionaria miscela di Acid House e psichedelica sono Stone Roses e Happy Mondays, in realtà molto differenti tra loro a cui comunque va accumunata questa componente House acida.
I personaggi sono quelli che si ricordano, a cui va riconosciuto un carisma eccezionale, sfacciatamente britannico.
 
Per gli Stone Roses è Ian Brown , cantante poco dotato ma eccezionale per presenza scenica e sfacciataggine, per gli Happy Mondays è Shaun Ryder.
Nel’89 esce l’esordio del gruppo di Ian Brown e per la stampa britannica è – e rimane tuttora – il miglior disco degli ultimi 20 anni.
 
Psichedelia, House, Funky, Hendrix nel calderone caleidoscopico di «I am the Resurrection», una jam in cui si stravolgono gli stilemi e gli schematismi del rock.
Niente sarà più come prima, anche perché queste sono le basi di quello che sarà anche il Brit pop e tutto quello che succederà dopo in Inghilterra negli anni a venire.
 
Gli happy Mondays mantengono le influenze più indirizzate verso la new wave, e Shaun Ryder incarna perfettamente il frequentatore di discoteche di quei tempi, riesumato anche dai Gorillaz in «DARE».
Altra formazione importantissima, in cui anche palesi influenze sixties fanno padrone (l’uso dell’Hammond) sono i Charlatans che con «Some friendly» si guadagnano affetto di critica e pubblico, con l’immortale singolo «The only I Know».
 
Una band non di Manchester, che però è assolutamente imprescindibile per chiunque voglia approcciarsi alla corrente mancuniana è rappresentata dagli scozzesi Primal Scream: con Screamadelica del ’91 completano il mix degli Stone Roses con altre influenze: Dub, Acid House, Psichedelia, Rolling Stones tutto in unico disco: e pensare che fino a pochi anni prima proponevano un garage rock abbastanza canonico e revivalistico.
L’eco del movimento domina la Gran Bretagna e anche quelli che saranno i padroni del successivo Brit pop, i Blur, sono inglobati nel movimento con l’esordio del 91, Leisure.
 
She’s So High e soprattutto There’s no other way scalano le classifiche UK sino alle prime 20 posizioni.
Queste sonorità Pop dance verranno definite «Baggy».
 
Anche l’ascesa degli Inspiral Carpets, molto più simili a Charltans che non a Stone Roses e Happy Mondays, segna un momento importante per la scena di Madchster.
Di nomi di piccole band, meteore e singoli di quei tempi si potrebbe scrivere un libro intero.
 
La scena Baggy piano piano passerà di moda con l’avvento del Brit Pop, ma la continuità fra i due movimenti rimane forte, come testimoniano appunto le prime influenze dei Blur e l’esordio degli Oasis, tra Sex Pistols, Beatles e Stone Roses.
Questi ultimi, spiazzati dal Brit Pop, e con problemi contrattuali con la casa discografica dovranno far aspettare i fans fino al ’94 per un secondo disco molto meno Baggy e molto più Zeppelin.
 
Roberto Vivaldelli
r.vivaldelli@ladigetto.it

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