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Due appuntamenti in calendario per le attività del «Bonporti»

Venerdì 17 Marco Fusi terrà la masterclass intitolata «Nuove scritture per violino, viola e viola d'amore», sabato 18 andrà in scena «A che serve un poeta»

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I prossimi appuntamenti organizzati dal Conservatorio Bonporti si svolgeranno domani, venerdì 17 maggio, a Trento con una Masterclass dedicata alle composizioni per il violino moderno, e dopodomani, sabato 18 maggio, nella sede staccata di Riva del Garda con uno spettacolo attorno alla figura del poeta armeno Danièl Varujan.
 
 
Domani, venerdì 17 maggio, presso Palazzo Consolati a Trento (aula 1C con orario 10-12 e 12.30-14.30), Marco Fusi terrà una masterclass dal titolo «Nuove scritture per violino, viola e viola d'amore», rivolta principalmente ai compositori e naturalmente a violinisti e violisti.
«In questo primo incontro, il maestro Fusi illustrerà diversi passaggi e tecniche strumentali tratti dal repertorio più recente» spiega Leonardo Polato, titolare della cattedra di Armonia, Contrappunto, Fuga e Composizione presso il Bonporti.
«In base agli spunti forniti, gli allievi di composizione potranno scrivere dei pezzi che, sottoposti al vaglio del Maestro stesso, potranno essere da lui eseguiti in un secondo appuntamento, di tipo laboratoriale che si effettuerà in ottobre, all'interno della rassegna «Mondi sonori» e che comprenderà un concerto finale».
 
 Marco Fusi (Cesate, 1982)
Violinista, violista e compositore, Marco Fusi ha studiato con Dimitrios Polisoidis, Ernst Kovacic e Jeanne-Marie Conquer. Ha collaborato con importanti direttori e solisti prendendo parte a decine di prime esecuzioni (tra gli altri Castiglioni, Eötvös, Sciarrino, Vacchi, Cattaneo) in prestigiose sale concertistiche di tutto il mondo.
Ha inciso per l'etichetta Stradivarius la  registrazione integrale dei Freeman Etudes di John Cage, progetto che ha presentato tenendo concerti, masterclass e lectures al Conservatorio di Milano G. Verdi e in diverse Università americane.
È stato membro della Lucerne Festival Academy dal 2007 al 2012, sotto la direzione artistica e musicale di Pierre Boulez.
 
Sabato 18 maggio andrà in scena alle ore 21 presso l'Auditorium della sede di Riva del Garda lo spettacolo dal titolo «A che serve un poeta», la storia vera di Danièl Varujan, poeta armeno ucciso nel 1915. Si tratta di una produzione del Conservatorio Bonporti nata da un'idea di Daniel Demirci, docente di violino di origine armena che insegna presso la sede gardesana, e rientra nel programma del Forum trentino per la pace e i diritti umani intitolato «1914-2014, inchiesta sulla pace nel secolo degli assassinii».
Il progetto, incontro di teatro e musica, intende quindi indagare la diffusione della cultura della pace nel '900.
 
 «Le poesie di Danièl Varujan»
La ricerca e la stesura dei testi, che saranno narrati da Sabrina Simonetto, sono state curate da Daniel Demirci assieme a Paolo Domenico Malvinni, al quale è affidata anche la regia.
«Le poesie» di Danièl Varujan, poeta barbaramente assassinato nel corso della deportazione del 1915, sono diventate memoria e simbolo per l'intera comunità armena sparpagliata nel mondo.
«Perché – spiega il programma di sala compilato dagli autori – puoi tentare di eliminare un intero popolo, ma basta che resti qualcuno, qualcosa, una parola bene-detta, che da questa può ricrescere tutto.»
A tessere l'appassionante intreccio della narrazione in «A che serve un poeta», il tenero e acceso spirito delle parole di Varujan, con i racconti popolari arguti e fantasiosi che lo stesso si era ripromesso di raccogliere: brevi storie condite d'ironia, per rompere la durezza della vita con la potenza di un sorriso.
Anche le composizioni musicali di Komitas, Kachaturian, Tungboiacian che qui vengono eseguite, affondano le radici nella tradizione musicale di quel popolo».
I musicisti che accompagneranno lo spettacolo sono lo stesso Demirci al violino, Federico Magris al violoncello, Pino Angeli alla chitarra e Fabio Rossato alla fisarmonica. La voce in armeno è di Alfred Hemmat Siraky. I suoni sono curati da Corrado Ruzza mentre le luci da Mattia Bonanome.

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