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I Cori SAT e SOSAT per la prima volta insieme in concerto

Superando antichi pregiudizi e polemiche, il concerto del 15 febbraio prossimo vedrà insieme i due complessi canori, segnando il doveroso reciproco riconoscimento

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Per una serie di coincidenze, dettate dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, mel dopoguerra sorsero in Trentino due cori ad altissimo livello, quello della SAT e quello della SOSAT. Entrambi sorti in buonafede sulla portante dell'originaria SAT, nata subito dopo la Grande Guerra.
Tra loro ci fu sempre una divisione storica, non certo per la qualità della produzione musicale, ma per motivi che in quell’epoca potevano essere definiti di natura ideologica.
Sbagliato o giusto che fosse, la SAT apparteneva all’élite del mondo degli alpinisti trentini, la SOSAT al mondo dei lavoratori. Per essere più precisi, il primo era il coro aristocratico, il secondo era quello popolare.
Può apparire strano gli occhi dei giovani di oggi, ma queste divisioni erano un po’ come quelle di Peppone e Don Camillo. Ma proprio come i due personaggi di Guareschi, entrambi erano figli di uno stesso ceppo: se questi avevano in comune i valori delle istituzioni, i due cori si fondavano sulla vocazione musicale trentina.
Sicché entrambi i cori venivano invitati in giro per il mondo, a volte gli uni facendo invidia agli altri, a volte viceversa. In tutti i casi il Trentino faceva bella figura. Anzi, c’è stato un periodo in cui il Trentino era conosciuto solo per i due cori più belli del mondo: la SAT e la SOSAT. Proprio altri tempi...
Grazie a loro nacquero decine di altri cori un po’ in tutto il territorio trentino. Ma SAT e SOSAT restano sempre nell’Olimpo del mondo della musica trentina, insieme, alla faccia degli aristocratici e dei popolari.
Oggi è stato annunciato che, a seguito degli accordi presi un anno fa, i due cori si esibiranno all’Auditorium S. Chiara di Trento il 15 febbraio prossimo. Una data storica, da non perdere.
Purtroppo, almeno finora, nessuno ha pesato di produrre un CD da questo concerto che vedrà alternare per due ore i più bei cori del mondo in 16 brani. Entrambi canteranno il loro pezzo forte: la Montanara.
Un’occasione unica per mettere a confronto due scuole diverse e uguali.


Il coro della SOSAT.
 
Nel marzo dello scorso anno i presidenti del Coro della SOSAT, Andrea Zanotti, e del Coro della SAT, Claudio Pedrotti, avevano sottoscritto un documento congiunto che, superando antichi pregiudizi e polemiche che hanno talora caratterizzato il rapporto fra i due complessi canori, rappresenta un moto di coscienza di forte valore simbolico.
 
 Questo il testo congiuntamente approvato
«L’identità popolare trentina, così legata alla montagna, prende definitivamente corpo nel 1921 con la creazione, per opera di Nino Peterlongo, della Sezione Operaia Alpinisti Tridentini. Nel 1926 egli convince alcuni giovani cantori di talento a debuttare pubblicamente con il nome di Coro della SOSAT: il primo, matrice di tutta la coralità alpina. Guardano oggi in particolare a quell’evento fondante la loro propria stessa identità, sia il Coro della SAT che il Coro della SOSAT.
C’è un filo personale, diretto, che collega i coristi di quel primo complesso canoro, riunito intorno ai fratelli Pedrotti, a quello che prenderà, dopo il commissariamento e successiva riduzione al silenzio della SOSAT in virtù degli eventi politici segnati dal fascismo, il nome di coro della SAT. Ma c’è anche una ispirazione, un legame originario tra quel primo coro ed il Coro della SOSAT che Nino Peterlongo e Gigino Battisti, primo sindaco di una Trento libera, vollero ricostituire, appena terminato il secondo conflitto mondiale, assieme alla Sezione Operaia Alpinisti Tridentini, tacitata per motivi ideologici nel periodo della dittatura.
Diversi per carattere e inclinazione artistica, questi due complessi hanno alimentato, in tutti questi anni, una tradizione canora che solo il Trentino può vantare.
Il Coro della SAT costituendo un punto di riferimento artistico imprescindibile che ha avuto il merito di far conoscere al mondo un repertorio di canzoni popolari di montagna unico e raffinato dalla collaborazione con musicisti di straordinaria levatura; il Coro della SOSAT non rinunciando mai, nel suo prestigioso percorso artistico, a quell’anima spontanea e autenticamente popolare che innerva ancora oggi le sue interpretazioni e che fa ancora vivere la Sezione Operaia Alpinisti Tridentini alla quale tutti i suoi coristi sono a tutt’oggi iscritti.
C’è stato un tempo nel quale questa genesi ha dato origini a contrasti e contrapposizioni polemiche che oggi appaiono sterili e datate. Per contro, la maggiore responsabilità che deriva da un’origine e da una storia di lungo periodo porta ad un riconoscimento reciproco; essa supera i contrasti ed apre ad un futuro nel quale – proprio nella difficoltà di resistere alle facili omologazioni globali che tendono a cancellare le diverse identità – abbiamo il dovere di continuare a testimoniare la tradizione dalla quale proveniamo.
Ognuno con il proprio principio di individuazione e con il proprio carisma particolare, nella convinzione che la diversità rappresenta una ricchezza straordinaria.
Se più di seimila persone in duecento cori oggi possono intonare idealmente insieme «La Montanara» è perché qualcuno ha continuato e continua a cantarla con lo spirito della prima volta.
Per questo quel coro SOSAT che ha visto la luce nel 1926 appartiene ormai a tutti.»
 

Il coro della SAT. 

Nel documento sono contenuti i punti essenziali sui quali questi due complessi canori, diversi per carattere e ispirazione artistica, segnano un reciproco riconoscimento.
La storia stessa della coralità alpina è legata alla loro genesi lontana, diventata ormai uno stipite comune per tutti coloro che si dedicano al canto popolare alpino e alla sua storia.
«In un tempo di straordinarie difficoltà politiche e sociali che non contribuiscono certo a rasserenare uno sguardo che si rivolga al futuro – commentano i presidenti dei due Cori – piace pensare che l’onestà intellettuale con la quale bisogna guardare al proprio passato possa essere la cifra di moralità in grado di costruire il domani: e, per quel che ci riguarda più da vicino, che la radice della storia dalla quale il Trentino proviene è profonda e sa, negli uomini di buona volontà, ancora germogliare.»
 
Ad un anno dalla sottoscrizione del documento congiunto, i due Cori hanno deciso di compiere un passo ulteriore: hanno deciso di offrire alla cittadinanza, in un concerto che li vedrà per la prima volta insieme, due chiavi di interpretazione artistica diverse dell'unico patrimonio della canzone popolare alpina fondato nel 1926.
L'evento musicale, affidato al coordinamento organizzativo del Centro Servizi Culturali S. Chiara, è in calendario per sabato 15 febbraio al Teatro Auditorium di Trento con inizio alle 20,30 e sarà presentato da Renzo Fracalossi.
 
Biglietti in vendita dal primo febbraio al costo di 10 euro (posto unico numerato) presso le casse del Teatro Auditorium (dal lunedì al sabato dalle 10,00 alle 19,00) e del Teatro Sociale (dal lunedì al sabato dalle 16,00 alle 19,00) e inoltre presso le Casse Rurali convenzionate – Circuito «Primi alla prima» e sul sito www.primiallaprima.it.

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