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«Voglio insegnare tutto quello che so»

Carlo Alberto Canevali, docente Cdm, racconta la sua esperienza in Australia e cosa trasmetterà ai suoi allievi

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«Voglio insegnare tutto quello che so»: è con questa frase che Carlo Alberto Canevali dopo due anni trascorsi in Australia, esprime la sua attitudine in quanto docente di batteria.
La musica l’ha portato in capo al mondo, a Melbourne, dove in un susseguirsi entusiasmante di esperienze ha potuto collaborare con musicisti australiani di altissimo livello, registrare alcuni cd, insegnare batteria, suonare in moltissimi locali ed essere definito uno dei migliori batteristi improvvisatori di Melbourne.
Carlo, che già prima di questa esperienza era docente di batteria al Cdm (Centro Didattico Musica Teatro Danza), è tornato a Rovereto nella nostra scuola, pronto a trasmettere quanto ha vissuto e imparato.
Carlo ha vissuto per 2 anni a Melbourne, dove è riuscito a inserirsi nel contesto musicale della città.
 
Ha iniziato subito a frequentare locali, a vedere concerti e a mettersi in contatto con i musicisti italiani, e non solo, tra cui il sassofonista italiano Mirko Guerrini.
Con Guerrini, Carlo Alberto Canevali ha formato un trio stabile, il Triodegradable, con il quale ha registrato nel luglio del 2013 il cd Italian Rhapsody. Il cd fu presentato nel jazz club più importante di Melbourne, il Bennetts Lane Jazz Club.
Questo fu un concerto fatidico per l’esperienza di Canevali in Australia.
«Pochi giorni, all’uscita di un locale, venni raggiunto da Paula, la manager del John Montesante Quintet, la quale mi offrì tre concerti  – ricorda Canevali - Fu la mia prima ed unica volta ad essere inseguito da un manager, non lo dimenticherò mai.»
 
Questo evento segno l’inizio di tutto il resto. «Feci i concerti con il quintetto di John e tre concerti con la stessa formazione ma con cantanti sempre diverse – racconta il batterista - A loro volta le cantanti cominciarono a coinvolgermi in loro progetti e così il giro cominciò ad allargarsi, finchè un giorno ricevetti una telefonata dal pianista Giancarlo Mosca che mi offrì una gig fissa al Candela Nuevo dove cominciai a suonare un paio di volte la settimana.»
Il cd Italian Rhapsody non è stata l’unica produzione di Canevali.
Poco prima di partire, ha registrato un nuovo cd con Mirko Guerrini, sua moglie Ilaria, il chitarrista Ryan Griffith e il contrabbassista Mark Elton, attualmente in fase di mixaggio.
Uscirà a breve in Australia. Un altro disco in fase di lavorazione è quello con il blues man Bobby Valentine e l'organista Tim Neal.
 
Il docente di batteria del Cdm ha inoltre avuto la possibilità di collaborare con il sassofonista Tony Hicks, il contrabbassista Ben Robertson, l'organista Tim Neal, il chitarrista James Sharlock, Giancarlo Mosca, e tanti ancora, e ha anche insegnato batteria presso la scuola Moving Into Music.
Carlo Alberto Canevali è tornato a dir poco arricchito da questa esperienza.
«Mettersi a confronto con situazioni simili ti dà una misura del tuo livello, di ciò che sei in grado di fare e affrontare, ed è  stato motivo di soddisfazione riuscire ad inserirsi e vivere di musica in una città di 4 milioni di abitanti con moltissimi musicisti da tutto il mondo – racconta - Sono particolarmente soddisfatto anche perché lo scorso giugno sono stato invitato a partecipare ad una performance in batteria solo assieme ad altri 15 batteristi: la serata voleva presentare i 16 migliori batteristi improvvisatori di Melbourne.»
Cosa trasmetterà ai suoi allievi del Cdm di tutto ciò che ha vissuto? «Quello che desidero far passare con ancora più convinzione è il piacere di trovare la propria identità in musica, al di là dei generi, dei modelli, di ciò che è giusto o sbagliato. La gioia di esprimere se stessi attraverso una maggiore consapevolezza della propria unicità. Vorrei anche trasmettere la capacità e la gioia di accogliere gli altri per costruire insieme valorizzando gli aspetti positivi ed utilizzando quelli negativi come occasione per progredire attraverso il loro superamento, assieme agli altri. La musica, il fare musica può e deve avere un valore unificante. Questa è stata una grande lezione per me è la voglio trasmettere.»

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