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L’archivio di Silvio Pedrotti affidato all’Università di Trento

Si tratta di alcune famose armonizzazioni della coralità di montagna insieme, lettere, fotografie e registrazioni su nastro raccolte durante la sua vita

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Firma della convenzione.
 
Ci sono anche alcune delle armonizzazioni più famose della coralità di montagna nel fondo «Silvio Pedrotti» affidato oggi all’Università di Trento.
Una raccolta che comprende lettere, scritti di varia origine sul canto popolare, fotografie, recensioni, registrazioni su nastro di concerti e di canti popolari trentini, volumi e fascicoli di canti popolari italiani e stranieri.
Silvio Pedrotti (1909-1999), cultore del canto popolare e per oltre cinquant’anni direttore del coro della SAT, del quale ha segnato la storia insieme ai fratelli Enrico, Mario e Aldo, ha lasciato un patrimonio archivistico e bibliografico che le figlie Chiara Maria e Maddalena hanno voluto depositare nell’Archivio storico dell’Università di Trento.
La raccolta si quantifica in dieci metri lineari.

Con il deposito s’intende tutelare e valorizzare la raccolta di documenti e renderla accessibile a un vasto pubblico.
Per questo oggi pomeriggio in Rettorato è stata firmata una convenzione tra le figlie di Silvio Pedrotti e il rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini.
L’Università si è impegnata a garantire la conservazione dell’archivio personale di Silvio Pedrotti.
La documentazione di cui si compone il fondo archivistico sarà studiata, digitalizzata e inventariata, quindi resa pubblica.
Non è escluso che il deposito, in un secondo momento, possa trasformarsi in una donazione.
Alla firma si è arrivati grazie all’impegno, tra gli altri, di Piero De Martini (che è stato il tramite dei rapporti tra la famiglia Pedrotti e l’Ateneo), dei docenti di Musicologia Marco Gozzi e Marco Uvietta, del professore di Archivistica Andrea Giorgi, del tecnico del Laboratorio di Filologia musicale Marco Russo e del responsabile dell’Ufficio protocollo e archivio Thomas Cammilleri.

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