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Cosimo Colazzo, compositore docente al «Bonporti» di Trento

Un concerto monografico per la musica di Cosimo Colazzo negli Stati Uniti, al Mills College, in California, domenica 21 luglio alle ore 20, alla Littlefield Concert Hall

Cosimo Colazzo, compositore docente al Conservatorio «Bonporti» di Trento, da alcuni anni è particolarmente attivo negli Stati Uniti.
Domenica prossima, 21 luglio, alle 20, presso la Littlefield Concert Hall del Mills Callege, a Oakland, in California, un concerto monografico, organizzato dalla Italian School del Middlebury College, è dedicato alla sua musica, in particolare alla produzione vocale da camera più recente, con opere dal 2015 al 2017.
Il concerto sarà tenuto dal soprano milanese Patrizia Zanardi, protagonista di un’importante carriera internazionale in prestigiosi teatri, e dallo stesso Colazzo al pianoforte.
I testi che Colazzo ha messo in musica sono di autori della poesia italiana, da Giovanni Pascoli, attraverso Emilio Villa, sino alle contemporanee Maria Attanasio e Antonella Anedda.
 
«Piano intorno al vuoto» è il titolo del concerto, ripreso da un verso di Antonella Anedda. In effetti il tema del vuoto è centrale nel concerto come, più ampiamente, nella produzione di Colazzo, dove il silenzio, il togliere, il sottrarre sono elementi e processi importanti.
Il compositore ritiene che il suono possa «esprimere qualità inedite di sé senza esasperarlo in manipolazioni.
«Semplicemente creandogli un intorno ‘altro’, un contesto temporale che renda anche l’evento più povero e semplice qualcosa di inaugurale.»
 
Questa ricerca è evidente nei brani che saranno eseguiti nel concerto: «Notte che oscilli al vento» (2016), su testo di Attanasio; «Piano intorno al vuoto» (2015), su testo di Anedda; «E allora la voce, la morte» (2017), su testo di Pascoli.
Un’altra composizione in programma è «Tenzone» (2016), composizione che ha relazione con il vuoto in un altro senso.
«Non per tracciarne rari geroglifici – dice il compositore – quanto invece per segnarlo di processi inesorabili, di meccaniche e stratificazioni poliritmiche, che qui sono in parallelo con la poesia di Emilio Villa (1914-2003), rigogliosa di giochi linguistici, del piacere della lingua, della pluri-lingua, della neo-lingua.»

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