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Giornali: il sorto e il risorto – Di Alberto Folgheraiter

Il Nuovo Trentino e «Il T» si affiancheranno all’Adige e al Corriere del Trentino

A ridosso delle elezioni politiche, stravinte dalla destra, si infiamma il mondo dei media in provincia di Trento.
Mentre a Roma si insedia il nuovo governo di Meloni&C e Trento già guarda al prossimo appuntamento con le provinciali d’autunno 2023, ecco sbocciare due nuovi giornali quotidiani: il Nuovo Trentino e «Il T». Si affiancheranno all’Adige e all’edizione regionale del Corriere della Sera, il Corriere del Trentino.
 
Il 18 ottobre, san Luca evangelista patrono di artisti, medici e notai, sboccerà nelle edicole e ai crocicchi delle vie (si annuncia un’edizione straordinaria di oltre centomila copie) un giornale di carta che uscirà dalle rotative della casa editrice Athesia di Bolzano.
Un giornale «nuovo»». Infatti, sarà «Il nuovo Trentino». Risorge, come per miracolo, sulle ceneri del «Trentino», il quotidiano (gemello dell’Alto Adige di Bolzano) chiuso dalla sera alla mattina, sotto l’infuriare della pandemia (questa la giustificazione dell’editore) e dei bilanci in rosso.
Era il 15 gennaio dello scorso anno.
 
La pandemia resiste, la guerra pure, la crisi infuria ma i bilanci dell’impero Athesia si sono chiusi a fine 2021 con un utile di 22 milioni di euro.
Ed ecco che riappare, come d’incanto (ma sussurri e grida si rincorrono da tutta l’estate) il «nuovo Trentino».
Un giornale snello, quasi anoressico: 12 pagine appena, dal martedì alla domenica, al prezzo di 1 euro la copia, quando gli altri quotidiani, con 40 pagine e una redazione molto più nutrita, non costano meno di 1 euro e mezzo.
 
Lo dirigerà Paolo Mantovan (1964), segno zodiacale dell’Ariete, giornalista professionista dal 1995, già direttore del defunto «Trentino».
Trasferito a Bolzano quale vicedirettore del quotidiano «Alto Adige», Mantovan torna a Trento per dirigere una minuscola ma motivata redazione.
Dall’editore ha avuto carta bianca per farne un giornale corsaro, diverso dall’«Adige», con il quale condivide la sede e la proprietà. Sarà un giornale di approfondimento e di commento alle notizie.
Già anticipati gli argomenti: opinioni, storie e repliche; il caso del giorno (sanità, scuola, università, giustizia, lavoro), focus sulle notizie più importanti; i temi della politica regionale e provinciale; città e valli: il rapporto fra centro e periferia; cultura ed economia; storie di donne; generazioni a confronto; approfondimenti sportivi e pillole del mondo del web.
 
Della precedente redazione, dei giornalisti del «Trentino» in cassa integrazione, soltanto un collega ha accettato di restare sotto «mamma Athesia».
Altri, di fronte a una lettera che imponeva loro di rientrare al lavoro e di riprendere il servizio l’indomani mattina, hanno rassegnato immediatamente le dimissioni.
Sono in ballo nove mensilità che l’editore dovrà/dovrebbe pagare ai redattori del defunto Trentino. Nel merito si attende un pronunciamento della magistratura del lavoro.
 
Da un risorto a un giornale che sorge. Sono già al lavoro i 21 giornalisti, nella neonata redazione de Il T, il giornale che dovrebbe vedere l’inchiostro delle rotative la notte fra il 2 e il 3 novembre.
Edito da Synthesis, una fondazione della quale fanno parte l’Associazione degli industriali della provincia di Trento, la Federazione delle Cooperative, gli albergatori e gli artigiani, «Il T» sarà un quotidiano a respiro regionale. Lo dice a chiare lettere il sottotitolo della testata: «Quotidiano autonomo del Trentino Alto Adige/Südtirol».
La redazione e il direttore, Simone Casalini, del quotidiano trentino «Il T» che sarà nelle edicole il 3 novembre 2022
 
Che sia stato lo sguardo verso il Sudtirolo, dove Athesia regna sovrana, a disturbare l’editore Michl Ebner?
Perché una delle voci ricorrenti, alle quali non vogliamo in alcun modo prestar fede, ma che ci corre l’obbligo di riferire, è che la resurrezione del «Trentino» nelle vesti del “Nuovo Trentino” non sia legata solo alla missione di diffondere la «buona novella».
Le malelingue (e in questo mestiere chi non ha retropensieri passa per un ingenuo) sussurrano che l’editore sudtirolese, infastidito dall’ardire delle categorie economiche trentine, abbia imposto ai suoi il varo del vascello corsaro. D
a anime belle pensiamo che non sia affatto così, ma che a muovere le decisioni in quel di Bolzano sia soltanto l’amore per giornali e dintorni. Infatti le società dell’editore Ebner possiedono circa l’80% della carta stampata.
 
Per quanto ci riguarda non possiamo che augurare il meritato successo alle iniziative trentino-sudtirolesi.
Con una precisazione per quei quattro lettori che seguono «iltrentinonuovo.it», ovvero questo foglio liquido: «Il Nuovo Trentino» è la testata che avevamo depositato in Tribunale nel febbraio dell’anno scorso, con l’intenzione di farne una pubblicazione cartacea.
Contrattempi e tempi lunghi hanno fatto scadere l’anno di deposito e, zac!, il giornalista Orfeo Donatini, divenuto nel frattempo presidente della società editrice di «Adige» e «Alto Adige», la scorsa primavera si è fiondato in Tribunale a Trento per depositare codesta ed altre testate.
«Per autotutela», ci è stato risposto. Preferiamo pensare che sia stato per amore del pluralismo informativo.
Sia pure sotto un unico ombrello. Sperando che non piova.

Alberto Folgheraiter
(Il Trentino.it)

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