Diritti umani e alta formazione: la testimonianza di Cherie Blair
Affollato incontro con la comunità accademica oggi pomeriggio in aula Kessler
Donne, diritti e alta formazione
oggi al centro del dibattito nell'affollato incontro che si è
tenuto nel pomeriggio alla Facoltà di Sociologia dell'Università di
Trento.
Ospiti d'eccezione, Cherie Blair, avvocato inglese specializzata
nella difesa dei diritti umani (nonché moglie dell'ex primo
ministro britannico Tony Blair) e Kamal Ahmad, presidente della
Asian University for Women, un ateneo indipendente che ha sede a
Chittagong in Bangladesh, nato nel 2008 con l'obiettivo di
promuovere l'istruzione superiore delle donne provenienti dai Paesi
asiatici emergenti.
Promotrice e ideatrice di una Fondazione benefica a supporto delle
donne, Che rie Blair è attiva sostenitrice di una ventina di
associazioni e fondazioni che operano nel sostegno
all'imprenditoria femminile nei Paesi emergenti e in via di
sviluppo.
La conferenza dibattito di questo pomeriggio ha voluto essere un
momento di incontro con la comunità accademica trentina,
nell'ambito della giornata interamente dedicata a «Globalizzazione
e diritti umani», promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Trento e Rovereto.
L'intervento di Cherie Blair e Kamal Ahmad, introdotti Luisa
Antoniolli, vicedirettore della Scuola di Studi internazionali
dell'Università di Trento, è stato infatti particolarmente
apprezzato e condiviso dal pubblico di studenti, dottorandi,
ricercatori e docenti dell'ateneo presenti in sala.
Nelle loro testimonianze e appelli hanno infatti toccato temi cari
al mondo accademico e della ricerca, quali l'universalità del
sapere, la forza dell'educazione come motore del progresso, il
sostegno convinto all'accesso delle donne all'alta formazione e la
valorizzazione delle loro potenzialità come chiave per la crescita
di una nuova leadership in grado di incidere nello sviluppo dei
Paesi emergenti.
«Credo che la battaglia per i diritti delle donne - ha sottolineato
Cherie Blair nel suo intervento - sia particolarmente importante
nel ventunesimo secolo, proprio perché nessun Paese ha ancora
raggiunto quella parità di diritti che tutti auspichiamo e che è
sancita tra i principali obiettivi universali.
«Le differenze sono invece aumentate e si assiste ad un ulteriore
acuirsi delle ingiustizie sociali.
Il rafforzamento politico e sociale delle donne è la chiave per lo
sviluppo delle società contemporanee.
Non si tratta di voler sostituire gli uomini, ma di lavorare a
fianco loro, conquistando il posto che le donne meritano nella
società.»
«Nelson Mandela - ha aggiunto Cherie Blair - diceva che
l'educazione è il motore dello sviluppo personale. Sono d'accordo.
Ma penso che l'educazione vada anche al di là: è il motore per la
prosperità delle nostre società.
Dobbiamo promuovere l'accesso delle donne a tutti i livelli
dell'educazione: non soltanto primaria e secondaria.
«Se vogliamo che le donne rivestano ruoli da leader dobbiamo
educarle come tali, perché siano esse stesse modelli di riferimento
per le loro sorelle e figlie.
«Abbiamo bisogno di leader che comprendano la complessità del
mondo. Un compito impossibile senza educazione, senza competenze,
esperienza e senso critico del proprio valore, senza la sicurezza
del saper fare scelte importanti.
«Le donne meritano il diritto di avere controllo sulle loro vite e
su quelle dei loro figli, di far sentire la
propria voce e di lavorare e condurre le proprie attività
economiche.»
E a proposito della Asian University for Women, di cui di recente è
divenuta presidente, «La AUW sblocca le potenzialità di un
crescente numero di giovani donne asiatiche, garantendo le basi per
uno sviluppo nuovo per i Paesi emergenti.
Il talento non ha confini, né di genere, né di Paesi. Ma si nutre
di pensiero critico e comprensione reciproca in un ambiente
multiculturale e aperto».
Della nascita della Asian University for Women ha parlato invece
Kamal Ahmad, fondatore e presidente.
«Cominciare con l'università, quando c'è così tanto da fare nel
mondo, potrebbe sembrare assurdo.
Eppure significa credere nel coraggio, nel senso di giustizia,
nelle competenze intellettuali e pratiche, nel potere
dell'immaginazione di queste giovani menti.
«Significa credere nella possibilità di superare le divisioni e la
povertà attraverso la condivisione e la solidarietà. Questa
esperienza ha preso le mosse da storie di quotidiana disperazione,
a causa della povertà, della guerra, della malattia e
dell'ignoranza.
«Un piccolo gesto dopo l'altro, questa iniziativa ha preso forma e
ha iniziato a dare un futuro a giovani che non avrebbero mai potuto
sperare di averne uno. Oggi l'università accoglie circa tremila
studentesse provenienti da Paesi, religioni e culture diverse».
Ma il cammino verso l'emancipazione culturale e l'alta formazione
in molti casi è ancora lungo.
Lo dimostrano i dati delle organizzazioni internazionali che
fotografano un mondo ancora ricco di disparità che partono già
dall'educazione di base.
«Nonostante tutti siano concordi sul diritto di ognuno ad una
formazione primaria - ha evidenziato la professoressa Luisa
Antoniolli - nel mondo ben cento milioni di bambini, e almeno il
60% di questi sono bambine, non ne hanno accesso. 960 milioni di
adulti in tutto il mondo sono analfabeti e più di due terzi di
questi sono donne.
«Ciò è ancora più grave se si pensa che un sistema educativo aperto
costituisce la base essenziale per la crescita del capitale umano,
che a sua volta è la componente principale per lo sviluppo di una
società, di una comunità.
«È un aspetto cruciale per garantire benessere, salute, sviluppo
economico, sostenibilità, pace, dialogo interculturale, libertà di
ricerca, di convinzione e di parola».
l dibattito si è quindi sviluppato sulla necessità di un «diritto
allo studio globale» e sulle connessioni tra tutela dei diritti
umani e accesso all'alta formazione.
A raccontare direttamente la loro esperienza formativa, i desideri
e le opportunità che una formazione universitaria può assecondare,
sono state Renu Johnson e Nawra Mehrin, due studentesse della Asian
University for Women, che hanno dato al pubblico una dimostrazione
della loro preparazione e capacità di improvvisazione nel campo
delle scienze politiche, della filosofia e dell'economia.
Come istituzione dedita alla ricerca e all'alta formazione, l'Asian
University for Women permette ogni anno a tante studentesse come
loro, provenienti da varie parti del continente asiatico di
accedere ad un percorso di formazione universitaria, nella
convinzione che l'educazione rappresenti una tappa imprescindibile
per lo sviluppo sociale, culturale ed economico soprattutto dei
Paesi emergenti.
Proprio per onorare e sostenere il lavoro svolto dalla Asian
University for Women a favore dell'accesso delle donne all'alta
formazione è stato consegnato al suo presidente, Kamal Ahmad, un
primo contributo che servirà a finanziare le attività di formazione
promosse dalla AUW.
A consegnare il riconoscimento è stato il presidente della
Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Enrico
Zobele.
L'impegno con la Asian University for Women non si fermerà però a
questa occasione: è previsto infatti un ulteriore rafforzamento con
l'istituzione di alcune borse di studio rivolte a studentesse
asiatiche particolarmente meritevoli.
La visita a Trento di Cherie Blair proseguirà in serata con
l'appuntamento delle 20.30 all'Auditorium Santa Chiara.
Il programma prevede l'incontro con la cittadinanza sul tema
«Globalizzazione e diritti umani», a cui parteciperanno anche Kerry
Kennedy, scrittrice e attivista americana nell'ambito dei diritti
umani e Barbara Serra, giornalista della BBC, di Sky News e di Five
News nonchè conduttrice televisiva di Al Jazeera Londra.