Sistemi di allarme contro la scarsità dell’acqua nelle Alpi
Oggi il quinto meeting del progetto europeo «Alp Water Scarce»
Si è aperto questa mattina a Trento
il quinto General Meeting del progetto europeo Alp Water Scarce,
ospitato presso la sede dell'amministrazione provinciale dal
Dipartimento Urbanistica e ambiente che è partner del progetto
stesso.
Il meeting, che vede coinvolti i rappresentati dei diciassette
partner del progetto, prevede un tavolo di confronto sulle diverse
attività fin qui svolte e da condurre nei prossimi mesi.
Per domani, invece, è in calendario una visita a due dei tre siti
pilota scelti nell'ambito del progetto come aree studio a livello
locale: il bacino del Noce e la Piana Rotaliana.
Nel dettaglio, il progetto Alp Water Scarce, co-finanziato dal
Programma Spazio Alpino, vede tra le sue principali sfide quella di
creare a livello locale sistemi di allarme precoce contro la
scarsità dell'acqua nello spazio alpino.
Questi sistemi di allarme dovranno essere basati
sull'implementazione di monitoraggi e modellistica matematica a
lungo termine e sullo stretto coinvolgimento degli stakeholder
individuati nelle differenti aree pilota.
Gli obiettivi sono il miglioramento della gestione delle risorse
idriche sia a breve termine (a scala annuale) che a lungo termine,
ipotizzando scenari futuri basati appunto su modelli matematici in
grado di simulare sia cambiamenti climatici e che scenari
antropici.
L'aumento della consapevolezza e della partecipazione dei portatori
di interesse rivestiranno inoltre un ruolo importante
nell'identificazione del problema della scarsità d'acqua, nella
disseminazione dei risultati del progetto e nell'ideazione di nuovi
approcci alla gestione della risorsa idrica.
Il Dipartimento urbanistica e ambiente ha partecipato
trasversalmente a tutti i pacchetti di lavoro coinvolgendo
l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'ambiente e il Servizio
utilizzazione acque pubbliche, che ha fornito i dati sugli utilizzi
idrici.
Importanti anche gli apporti del Dipartimento di ingegneria civile
e ambientale dell'Università degli studi di Trento e della
Fondazione Mach di San Michele all'Adige per lo svolgimento delle
attività sperimentali legate allo studio del riutilizzo delle
acque.
Le attività del Dipartimento nell'ambito del progetto si
inseriscono a corollario di quelle che esso svolge quotidianamente:
fin dall'alluvione del 1966 la Provincia autonoma di Trento è
pioniera sia nel campo della «protezione dalle acque» (rischio
idraulico) che nell'ambito della «protezione delle acque» (qualità
dei corpi idrici trentini).
Essa vanta inoltre la piena competenza sulla gestione della risorsa
idrica, derivante dallo Statuto di Autonomia e dalle sue norme di
attuazione, compresa la partecipazione alla gestione delle grandi
centrali idroelettriche.
È inoltre fondamentale ricordare che la gestione delle risorse
idriche a livello provinciale si basa su due principali
pianificazioni: il Piano Generale per l'utilizzazione delle acque
pubbliche (PGUAP) e il Piano di Tutela delle Acque (PTA).
Tali due pianificazioni concorrono nella determinazione del
bilancio idrico come risultato sia delle caratteristiche naturali e
idrologiche del territorio sia degli utilizzi antropici della
risorsa.
L'obiettivo di raggiungimento dell'equilibrio del bilancio idrico è
quello di premettere un uso sostenibile della risorsa senza
precludere il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi
idrici e l'applicazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV).
Ed è anche in questa direzione che il Dipartimento urbanistica si
sta muovendo, con la prossima conclusione dello studio del bilancio
idrico per i bacini di primo livello della Provincia autonoma di
Trento.