Quanto carbonio nel suolo? Iasma attiva un Network mondiale
Si apre domani a Firenze il congresso organizzato da FEM e CNR
Si chiama G-SCAN «Global Soil Carbon
Network» il congresso organizzato dall'Istituto Agrario di San
Michele all'Adige in collaborazione con il CNR, in programma domani
e giovedì, a Firenze, dove i maggiori esperti del settore si
confronteranno sulla possibilità di creare un network globale per
quantificare il carbonio presente nel suolo.
L'obiettivo è coinvolgere tutti i maggiori paesi del mondo in modo
da unire le conoscenze ed arrivare a fornire risposte sul futuro
del carbonio del suolo nell'ottica dei cambiamenti climatici.
Oltre a rappresentanti dei servizi forestali americani, saranno
presenti ricercatori e professori di Austria, Germania, Francia,
Inghilterra, Svezia, Belgio.
L'iniziativa è un'ulteriore conferma del ruolo internazionale
assunto dalla Fondazione Mach anche nel campo della ricerca
ambientale oltre a quella agro-alimentare.
Più precisamente, questo congresso costituisce il primo passo per
la realizzazione della proposta lanciata qualche mese fa
dall'articolo pubblicato sulla rivista Science dagli stessi
ricercatori di San Michele in cui si auspicava la creazione di un
network mondiale per il monitoraggio del carbonio contenuto nel
suolo.
«Mancano infatti studi a livello planetario sul ruolo del carbonio
nel suolo e sulla sua sensibilità alle variazioni climatiche
-spiega il ricercatore Mirco Rodeghiero-. Quest'aspetto è molto
delicato, in quanto nel suolo è contenuto il doppio del carbonio
presente in atmosfera e tale carbonio potrebbe essere rapidamente
trasferito all'atmosfera stessa come conseguenza dei cambiamenti
del clima e del tenore di umidità del suolo, con rilevanti
ripercussioni sul cambiamento climatico in corso.»
Gli studi sulla fisiologia del terreno sono complicati dalla
notevole variabilità spaziale di questo substrato e dalla
difficoltà di poterlo analizzare senza in qualche modo
perturbarlo.
I ricercatori di San Michele hanno acquisito una esperienza ormai
decennale sul tema, attraverso l'Inventario Forestale del Carbonio
della Provincia di Trento, la partecipazione all'Inventario
Forestale Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di
Carbonio (voluto dal Ministero delle politiche agricole alimentari
e forestali per rispondere alle richieste del Protocollo di Kyoto)
e le collaborazioni con numerosi ricercatori stranieri.
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