L’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità
Presentate alcune delle evidenze registrate nel corso del workshop «L'impatto dei cambiamenti globali sulla biodiversità del Trentino»
Anche in Trentino il cambiamento
climatico produce degli effetti, tanto sulla flora quanto sulla
fauna.
La situazione non è tale, al momento, da creare allarme, ma va
attentamente monitorata.
Alcune specie riescono ad adattarsi, e anzi ampliano il loro areale
di diffusione, altre, specie quelle con meno variabilità genetica,
fanno più fatica.
Arrivano anche delle specie "aliene", che prima frequentavano altri
habitat. Il caso forse più macroscopico - e fastidioso - è quello
della zanzara Tigre.
Ma le modificazioni che interessano la biodiversità hanno anche
altre cause, oltre all'innalzamento delle temperature, anzi: sul
versante delle specie vegetali l'impatto maggiore non è dato dal
surriscaldamento ambientale ma dal cambio di uso dei suoli
(maggiore colonizzazione dei fondovalle, abbandono di certe colture
o loro intensificazione).
Che cosa è possibile fare per mitigare gli effetti negativi che il
complesso dei fenomeni che agiscono sulla biodiversità può
produrre?
Per quanto riguarda il mondo vegetale, creare ad esempio delle
«banche dei semi» per conservare il patrimonio genetico delle
specie più a rischio.
Per quanto riguarda la fauna, in primo luogo approfondire la
conoscenza della maniera con cui le specie - tutte, dai
microrganismi alla grande fauna - reagiscono ai cambiamenti.
Queste alcune delle evidenze registrate dagli esperti, emerse oggi
nel corso del workshop dedicato al tema «L'impatto dei cambiamenti
globali sulla biodiversità del Trentino».