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Le città del futuro saranno le città della tecnologia

Al Festival della Famiglia di Riva del Garda si parla di innovazione e nuovi stili di vita

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La crescita dei bisogni e delle aspettative, la crisi dei sistemi sociali complessi, pone al centro del dibattito pubblico la tematica del benessere degli individui, delle famiglie e della società.
La tecnologia arriva in soccorso dei nuovi bisogni, degli stili di vita e delle necessità dei cittadini: cambieranno, oltre a comportamenti ed abitudini anche la fisionomia delle città, che diventeranno più smart, più furbe, più facili, vicino alla persona.
Il rischio è il digital divide, ovvero l’impossibilità per porzioni di territori o fasce di popolazione di accedere alle nuove tecnologie che cambieranno persone e città.
Di questo si è discusso al Festival della Famiglia di Riva, in corso di svolgimento a Riva del Garda, nel panel coordinato da Fabio Giunchiglia, presidente di Trento Rise, la fondazione che in Trentino ha l’obiettivo di guidare la ricerca.
 
I nuovi bisogni e stili di vita, l’evoluzione che, grazie alla tecnologia, registreranno le città investono in modo diretto le tecnologie della comunicazione e dell’informazione che, grazie alla loro pervasività e al loro crescente intrecciarsi con le nostre pratiche quotidiane, sono chiamate alla sfida epocale di ridefinire la propria posizione e il proprio ruolo.
Il cambiamento imporrà la necessità di offrire risposte non solo economicamente sostenibili ma, cosa ancora più importante, socialmente innovative.
Il dibattito attorno alle smart cities, che di fatto muterà nel tempo i modelli organizzativi degli attuali sistemi, offrirà, per i territori che sapranno coglierle, nuove opportunità in termini di sviluppo di nuovi servizi, di semplificazione della vita, risparmio di tempo e crescita economica.
 
«La pervasività delle nuove tecnologie – ha sottolineato il professor Fabio Giunchiglia, presidente di Trento Rise – sta cambiando la vita delle persone. Nel caso delle città significa pensare e realizzare i centri urbani in maniera diversa, grazie alla tecnologia che va ad incidere sulle nostre vite. Sarà l’accesso alla connettività e alle nuove tecnologie a segnare la qualità della vita, i nuovi modelli di vita: chi non accederà alle nuove opportunità digitali subirà inevitabilmente il divario digitale (digital divide).»
Partendo da questi temi si è sviluppato il dibattito su smart city e digital-divide, che provoca delle divisioni tra generazioni, tra genitori e figli, tra anziani e giovani, tra cittadini appartenenti a fasce sociali diverse e ad ambiti territoriali differentemente dotati di infrastrutture tecnologiche.
 
«La tecnologia – come ha spiegato Cesare Sironi di Telecom Italia – non è buona non è cattiva, è l’uso che se ne fa che ne determina la qualità. Telecom sta lavorando per portare la tecnologia innovativa dentro le famiglie.»
Maria Cristina Bertellini di Confindustria, ha ribadito la domanda di innovazione e infrastrutture digitali da parte delle imprese italiane.
«Le aziende guardano con interesse a tematiche attuali quali le smart city perché potrebbero cambiare in meglio il ruolo, ad esempio, dei genitori all’interno delle imprese. Vivere in città a misura d’uomo rende l’individuo migliore e a guadagnarne è anche il lavoro in azienda. Il contributo delle imprese è di trovare soluzioni, assieme agli enti pubblici, per ridisegnare le città del futuro.»

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