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Convegno «L’uso del web e dei social in Trentino»

Presentati i risultati di una ricerca effettuata su un campione di 1.200 trentini intervistati

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Si è svolto oggi il convegno «L’uso del web e dei social in Trentino», promosso e presentato oggi dal Corecom provinciale presieduto da Carlo Buzzi a Palazzo Roccabruna, con il supporto di SWG e in collaborazione con Confindustria, Camera di Commercio, Associazione artigiani, Confcommercio, Federazione delle Cooperative e Trentino Network per la Provincia autonoma di Trento.
I dati, illustrati da Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG e riferiti ad un campione di 1.200 trentini intervistati, rivelano un mondo in veloce evoluzione, dove i nuovi media si aggiungono e non sostituiscono quelli vecchi.
Per valutare le risultanze della ricerca dovremmo conoscere il pre sondaggio effettuato per compilare il questionario a domande chiuse.
 
Il dato del tutto inatteso, perché fuori tema, riguarda le emittenti televisive.
«È la televisione il mezzo incontrastato per la ricerca delle informazioni, sia per i giovani che per i meno giovani, – ha detto Riccardo Grassi. – Nella distinzione delle fonti per utilizzo e importanza la televisione nazionale e quella locale restano il canale di gran lunga preferito dagli adulti, ma anche dai giovani tra i 18 e 24 anni.»
La mancata distinzione della penetrazione delle emittenti locali da quelle nazionali rende il dato inutile.
Seguirebbero a considerevole distanza i quotidiani e l’online. Parliamo al condizionale perché non conosciamo le percentuali, di composizione, senza le quali non siamo in grado di collocare la penetrazione del nostro giornale, l’Adigetto.it, che con i suoi 11 anni di vita si è consolidato consolida sui 50.000 accessi giornalieri e 8.000 lettori unici.
 
«Siamo di fronte ad un fenomeno complesso e di natura culturale dove i confini vengono azzerati, un sistema complesso che ha bisogno di essere “vissuto”, regolato da meccanismi di cui non conosciamo ancora a fondo le dinamiche, – ha osservato Grassi. – Un quadro in cui il gap generazionale tra offline e online è evidentissimo dal momento che l’86% degli under 24 si definisce competente e il 73% degli over 65 incompetente
La ricerca, centrata sulle abitudini all’utilizzo del web e dei social, ha rivelato che il 25% degli intervistati dichiara di non utilizzare il web perché «non interessato».
La ricerca registra inoltre la rivoluzione nel passaggio da pc a smartphone con il sorpasso dei device in mobilità rispetto ai fissi.
Dati che corrispondono alla media nazionale.

 

Si è occupato invece delle inutilità e opportunità offerte dal social marketing Umberto Martini che ha illustrato l’evoluzione verso il marketing 3.0, che ha messo in discussione il vecchio modello di comunicazione.
Oggi il marketing è one to one e il termine di riferimento è You.
«Si tratta di un nuovo modo di concepire il prodotto: non si vendono merci, ma relazioni, modi di pensare, – precisa il professore. – L’offerta non è più standardizzata e il consumatore non è più un soggetto passivo, ma viene coinvolto nel mondo dell’azienda di cui condivide linguaggio e dimensione dei valori (engagement).»
Insomma nel social marketing i testimonial sono scomparsi, per buona pace di Antonio Banderas e Bruce Willis. I consumatori hanno una dimensione online e una offline che coesistono e si intrecciano in diversa proporzione.
Un dato riferito al 2014 rivela che l’84% dei millennials (i nati verso la fine del 2000) non si fidano della pubblicità e presentano una forte propensione all’acquisto di un brand seguito sui social, come se un brand non fosse prodotto dalla pubblicità.
Un discorso vecchio come la pubblicità: nessuno si fida, ma il comportamento all’acquisto è sempre vincolato
L’intervento sul «marketing oggi» è stata più una lezione utile agli studenti di economia dell’Università di Trento che per gli operatori economici.
 
 

Nella tavola rotonda moderata da Paolo Ghezzi sono intervenuti a portare la loro esperienza, accanto a Giovanni Bort per la Camera di Commercio, Rocco Cristofolini (Confindustria), Roberto de Laurentis (Artigiani), Alberto Carli (Federazione Cooperative), Alessandro Zorer (Trentino Network) e Paolo Nicoletti (dirigente generale Pat), che si sono confrontati sulla propria esperienza personale e di lavoro nell’utilizzo dei media.
Quello che è emerso dal confronto è un utilizzo dei nuovi strumenti a «macchia di leopardo», frenato da una non conoscenza ed in parte da una certa diffidenza (sul ritorno dell’investimento) che ancora permane verso il web.
 
Su posizioni più conservatrici nella lettura della realtà Roberto de Laurentis, che ha detto di non credere troppo a quella che ha definito un’«ubriacatura da social», dopo la quale ci sarà sicuramente il ritorno alla «prossimità».
«Se non c’è dietro l’uomo ha aggiunto, il 90% delle start up naufraga dopo pochi anni.
«Nel mondo artigiano il rapporto è per definizione one to one e la vendita si fa guardando negli occhi il cliente in una relazione che privilegia il contatto umano.»
A ben vedere dunque, da due posizioni opposte, Martini e de Laurentis sono giunti alla stessa considerazione.
 
 

Molto utile l’intervento di Alessandro Zorer - Amministratore Delegato di Trentino Network - che ha fatto il punto della situazione sulla «banda larga» e sulla «banda extra larga» in Trentino, dando le definizioni del caso e i tempi in cui il Trentino potrà essere cablato in tutti i punti, anche i più difficili (le cosiddette «isole bianche»).
Il Trentino è stato cablato con quasi 1.800 chilometri di fibra ottica. Ovviamente ogni utenza richiederà una portata coerente con le proprie necessità, ma si deve tener presente che con 8 mb tre computer intasano la linea. Sopra ce ne vogliono almeno 20 da suddividere in download (scarico) e upload (carico) dei dati.
Si provi quindi a immaginare quanti ne servono a un’impresa che ha decine di persone che lavorano utilizzando la rete.
In questo può essere utile il «cloud», che consiste in pratica nell’avere il server in rete e non nelle disponibilità aziendali.
Secondo Zorer, nel 2018 i lavori dovrebbero essere terminati, portandop il Trentino ai massimi livelli europei.
 
Carlo Buzzi ha concluso annunciando la Conferenza sull’informazione locale, prevista dalla recente legge per la promozione dell’informazione locale, che sarà organizzata entro l’anno e indagherà l’impatto dei nuovi media sui vecchi media.
«I dati emersi da questa ricerca sono stimolanti – ha aggiunto, richiamandone due in particolare sui quali occorre riflettere. – L’1% della fascia d’età tra i 25 e 36 anni contro il 42% della fascia 55-64 anni che hanno dichiarato di non usare internet.»
Tirando le fila dei contenuti emersi, Buzzi ha concluso esprimendo l’auspicio che a livello territoriale si rifletta su una promozione e una comunicazione «integrata».
Nulla di nuovo sotto il sole.
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