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Il manifesto del 69° Trento Film Festival è firmato Toccafondo

Il celebre artista sanmarinese ha realizzato il manifesto e la sigla della prossima edizione della rassegna in programma dal 30 aprile al 9 maggio

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Un lupo che ulula nella notte, nel cuore della natura incontaminata, tra boschi e vette innevate, con il muso che si riflette sulla faccia illuminata della luna.
Si presenta così il manifesto ufficiale del 69° Trento Film Festival, in programma dal 30 aprile al 9 maggio (on line fino al 16 maggio), che porta la firma dell’artista Gianluigi Toccafondo, tra i più importanti illustratori e animatori italiani.
 
«Ho accolto con grande piacere l'occasione di realizzare l'immagine e la sigla per l’edizione 2021 del prestigioso Trento Film Festival.
Ho deciso di concentrarmi sugli animali selvaggi della montagna: lo stambecco, l'orso, l'aquila e infine il lupo, un omaggio al Richiamo della foresta di Jack London», ha dichiarato Toccafondo.
 
Il lupo, affascinante e mitologico animale che popola i boschi d’Italia e la fantasia di grandi e bambini, è infatti il protagonista della locandina ufficiale della rassegna, un evento che da sempre racconta e indaga il molteplice rapporto tra l’uomo e la natura e la possibilità di rispettosa convivenza con la fauna selvatica.
 
Nella semplicità dei tratti, caratteristici dell’autore dal tocco onirico, l’immagine racchiude in sé molteplici suggestioni.
A chi ulula il lupo, in una notte che sembra sospesa tra la realtà e il sogno?
Forse proprio all’uomo, al quale chiede di non avere paura e di guardarlo riflesso nella luna, specchio del mondo nel quale uomini e animali vivono fianco a fianco.
 
Da sempre il lupo è un potentissimo simbolo della natura selvaggia, sconosciuta e temibile, ostile all’uomo e ai suoi sforzi di addomesticarla.
Con le sue incursioni nel mondo degli uomini, il lupo ne mette in mostra la fragilità e rompe il confine apparente che l’uomo ha creato.
Nell’immagine di Toccafondo, il lupo perde questa fama sinistra e stravolge l’immaginario comune con un invito alla calma: ululando alla luna, sembra richiamare l’uomo ad innalzarsi, anche solo per un attimo, in una dimensione nuova, capovolgendo il mito, oltre i pregiudizi e le paure.
 
«Il manifesto realizzato per questa 69. edizione intercetta questioni di stringente attualità e quanto mai urgenti. – Si domanda il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi. – Come modificare il modo in cui l’uomo si rapporta con la natura e il mondo animale? È possibile la coesistenza, nella ricerca di un nuovo e più avanzato equilibrio, in grado di tutelare il futuro del Pianeta e la stessa sopravvivenza dell’uomo?
«Sono domande che da tanti anni il Festival pone al suo pubblico, attraverso il complesso linguaggio dell’arte: nella consapevolezza che, per arrivare a delle risposte, l’uomo dovrà impiegare al meglio tutti i suoi strumenti culturali.»
 
Leveghi torna sulla questione della chiusura dello storico Cinema Astra di Trento, annunciata in questi giorni dai proprietari.
«Nel 1952 il Cinema Astra è nato con il Trento Film Festival, e il Trento Film Festival è nato nel Cinema Astra.
«A quella prima, storica edizione parteciparono sette nazioni con 39 film. Vinse il regista francese Samivel, con il suo fantastico Cimes et merveilles.
«Abbiamo fatto 69 anni di strada fianco a fianco, a Trento, promuovendo la cultura cinematografica: sarebbe stato bello festeggiare il settantesimo compleanno, ancora una volta assieme.»
 
La 69ª edizione del Trento Film Festival si svolgerà nel capoluogo trentino dal 30 aprile al 9 maggio, nei limiti che saranno imposti dalle normative, mentre i film in streaming saranno disponibili fino al 16 maggio: dopo il grande successo dell’edizione “ibrida” dell’agosto 2020, la storica rassegna di cinema e culture di montagna si rimette in gioco per garantire al pubblico i migliori film e documentari dedicati alle montagne e alle terre estreme del Pianeta, insieme ad eventi alpinistici e presentazioni letterarie affascinanti e spesso inedite.


 
 La biografia dell’autore del manifesto  
Gianluigi Toccafondo (San Marino, 1965) è illustratore, pittore e regista. Dal 1989 realizza cortometraggi di animazione, tra i quali «La coda, La pista» (1991), «Le Criminel» (1993), «Pinocchio» (1999), «Essere morti o essere vivi è la stessa cosa» (2000), «La piccola Russia» (2004), «Briganti senza leggenda» (2012); ha realizzato pubblicità per Levi's (Foote, Cone & Belding / S.F. Acme Filmworks Los Angeles 1993), Sambuca Molinari (Ata Tonic Milano 1995), United arrows (Sun Ad Tokio 1998); ha lavorato per la Tv, firmando le sigle di Tunnel, Carosello, Stracult.
È stato l’aiuto regista di Matteo Garrone per il film «Gomorra» (Fandango, 2008) e realizzato i titoli animati per il film «Robin Hood» di Ridley Scott (Universal Pictures Imagine Entertainment, Scott Free Productions, 2010).
Dal 2014 è l’autore dei manifesti per il Teatro dell'Opera di Roma. Tra i libri illustrati che ha realizzato troviamo «Il richiamo della foresta» di Jack London (Mondadori), «Jolanda la figlia del corsaro nero» di Emilio Salgari (Corraini 2006), «La favola del pesce cambiato» di Emma Dante (L’arboreto 2007), «Pinocchio» da Carlo Collodi (Logos e Little More), «Los girasoles ciegos» di Alberto Méndez (Edelvives 2017), «Tango del ritorno» di Julio Cortàzar (Gallucci 2020).
I  suoi cortometraggi di animazione sono stati premiati ai festival di Lucca, Annecy, Ottawa, Tallin, Lubiana.

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