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Il Trento Film Festival ricorda il grande regista Ermanno Olmi

Olmi ha avuto uno stretto legame col Festival trentino – Il commento di Mauro Leveghi

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Ermanno Olmi al Trento Film Festival del 2005.
 
C’era un legame particolare che univa il grande regista Ermanno Olmi al Trento Film Festival: un legame di amicizia, per una rassegna che definiva «gloriosa»; un legame artistico, per avere partecipato alla manifestazione con le proprie opere, come nel 2010 con il film Le rupi del vino, sui vigneti terrazzi della Valtellina; o nel 2008, al 56.
Trento Film Festival, quando presentò il film Kalkstein - La valle di pietra, di cui curò la sceneggiatura insieme all'allievo Maurizio Zaccaro, traendola dalla novella «Kalkstein», di Adalbert Stifter.
«Una partecipazione quella del 2008 – ha evidenziato il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi, – che ha lasciato il segno, non solo per la bellezza e l’eleganza del film, come d’altra parte tutte le opere di Olmi, ma soprattutto per il messaggio di amore che ha lasciato a tutti noi, facendoci capire i grandi valori che custodiscono nei loro cuori chi dedica, nell’ombra e nel silenzio, la vita agli altri, con spirito di abnegazione e semplicità. Lontano dai riflettori. Un messaggio ancora attuale che conserviamo insieme al ricordo del sorriso affettuoso e coinvolgente del grande regista. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, ma non i suoi insegnamenti che costituiranno un tesoro per tutti coloro che amano il cinema.»
 
Ad Ermanno Olmi nel 1959 è stata assegnato al Trento Film Festival il «Rododendro d'Oro», per il film Il tempo si è fermato.
Nel 2012 ha ricevuto anche il prestigioso premio dell'International Alliance for Mountain Film che gli fu consegnato dall’allora presidente del Trento Film Festival, Roberto De Martin.
L’associazione, che riunisce i più importanti festival di cinema di montagna nel mondo, riunitasi proprio a Trento in occasione della sessantesima edizione della rassegna cinematografica, decise di conferire il riconoscimento al celebre regista e sceneggiatore «per la sua opera di valorizzazione del cinema di montagna, attraverso importanti film documentari e a soggetto e per aver avviato una scuola di cinema di settore».

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